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Novità per gli investimenti esteri (soprattutto cinesi). Il lascito di Biden a Trump

Il Tesoro americano ha aggiornato il sistema di screening degli investimenti esteri, implementando nuove misure. Particolare attenzione a fusioni e acquisizioni, in particolare quelle che coinvolgono interessi stranieri come la Cina

È l’ultima ristrutturazione del sistema di screening degli investimenti esteri firmato dall’amministrazione di Joe Biden. Ieri il dipartimento degli Tesoro, in qualità di presidente del Comitato per gli investimenti esteri negli Stati Uniti (Cfius), ha pubblicato una serie di nuove misure relative in particolare alle aggiornamento sanzioni e all’applicazione delle norme.

Si tratta del primo aggiornamento sostanziale alle disposizioni di monitoraggio e applicazione dei regolamenti del Cfius dall’implementazione del Foreign Investment Risk Review Modernization Act del 2018 (amministrazione Trump).

L’obiettivo è “uno strumento più preciso per affrontare in modo rapido ed efficace i rischi per la sicurezza nazionale che emergono durante le revisioni del Cfius”, ha dichiarato Paul Rosen, sottosegretario per la sicurezza degli investimenti. Ora il comitato avrà più poteri per decidere il destino delle fusioni che coinvolgono anche interessi stranieri in un momento in cui queste, comprese quelle che coinvolgono la Cina, sono più politicizzate che mai, come ha osservato Axios.

Quattro le novità principali. La prima riguarda le richieste di informazioni: il Cfius avrà maggiore autorità per richiedere informazioni alle parti coinvolte nelle transazioni e a terzi, inclusi casi di transazioni non notificate (compreso l’uso di citazioni per ottenere informazioni necessarie alla valutazione dei rischi per la sicurezza nazionale). La seconda è inerente ai termini di mitigazione delle minacce alla sicurezza nazionale: la norma introduce scadenze discrezionali per le risposte delle parti alle proposte di mitigazione, di norma non inferiori a tre giorni lavorativi; questo termine può essere prorogato su richiesta; la mancata risposta nei tempi previsti può portare al rigetto della notifica della transazione. La terza novità riguarda le sanzioni pecuniarie civili: il massimale è stato aumentato fino a 5 milioni di dollari per violazioni come la fornitura di informazioni false o fuorvianti, il mancato rispetto degli accordi di mitigazione o l’omissione di presentare notifiche obbligatorie (gli importi delle sanzioni saranno determinati in base alla gravità della violazione e potrebbero essere collegati al valore della transazione). La quarta e ultima novità riguarda conformità e applicazione: le normative, infatti, rafforzano la capacità del Cfius di far rispettare accordi, condizioni e ordini per mitigare i rischi alla sicurezza nazionale, con l’autorità di imporre misure sia provvisorie che definitive.

Negli ultimi due anni, il Cfius ha emesso tre volte più sanzioni rispetto ai suoi precedenti 50 anni, anche alla luce dell’ampliamento dello spettro della sicurezza nazionale. I nuovi poteri, che sono politicamente difficile da cancellare, potrebbe raffreddare l’ondata di accordi che alcuni si aspettano sotto la prossima amministrazione Trump, o almeno mettere le transazioni sotto una lente più attenta.

A inizio mese, il Tesoro ha concesso al Cfius il potere di indagare sugli acquisti immobiliari vicino a determinati siti militari statunitensi, una mossa volta a proteggere questi siti da “avversari stranieri”, come la Cina.


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