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Siamo diventati così stupidi? Massarenti dice di si. E ci spiega perché

L’autore ci invita a riflettere sul declino del pensiero critico nella nostra società iperconnessa, offrendo soluzioni concrete basate su un’acuta analisi filosofico-scientifica. All’insegna di un ritorno della cultura liberale

“Su X c’è libertà per gli stupidi…”, così il governo tedesco ha risposto al tweet di Elon Musk che, ipersemplificando le difficoltà dell’economia tedesca aveva scritto “Olaf è uno stupido”.

La stupidità corre in rete. Più che stupido, è forse infantile dare agli altri dello stupido. Meno infantile è ricordarci che certi luoghi e situazioni (dall’asilo Mariuccia a certi social media) possono essere delle autentiche palestre di stupidità.

Un tema questo dei social, e dei fenomeni di polarizzazione che inducono, tra i tanti che delineano l’immenso oceano della stupidità umana, trattato con arguzia, competenza e completezza da Armando Massarenti, noto filosofo della scienza, caporedattore del Sole 24 Ore e firma storica del supplemento culturale Domenica.

Titolo e sottotitolo del suo ultimo libro fanno trapelare la sottile ironia che pervade il testo: Come siamo diventati stupidi. Una immodesta proposta per tornare intelligenti.  Testo in realtà serissimo e informatissimo sull’ampia letteratura su intelligenza e stupidità, e ricco di analisi e di soluzioni.  Non a caso il libro è stato segnalato dal Premio nazionale di divulgazione scientifica (Cnr e Aie) tra le cinquanta migliori opere di divulgazione del 2024.

L’ironia è un espediente retorico che, oltre che a rendere piacevole e scorrevole la trattazione scientifico filosofica, permette di non cadere nella trappola di dividere l’umanità tra stupidi e intelligenti. Semmai il tema portante è come mai persone intelligenti fanno e dicono così tante cose stupide. Dunque, ci riguarda tutti, autore compreso: e infatti il libro è stato definito da Gilberto Corbellini “Una straordinaria seduta di autocoscienza”.

Massarenti ci offre una lettura brillante e ironica sulla diffusione della stupidità nella nostra società. Partendo dal mondo iperconnesso e iper-tecnologico in cui viviamo esplora come stiamo rischiando di perdere capacità di pensiero critico e di elaborazione autonoma. Questa non è una  lamentela, ma un’analisi acuta e profonda che individua nei nostri comportamenti quotidiani – il consumo veloce di informazioni, la superficialità, e il conformismo – i sintomi di una regressione intellettiva. Massarenti sa che la stupidità non è un tema nuovo: filosofi e pensatori di ogni epoca si sono interrogati su di essa, da Seneca e Gustave Flaubert fino a Carlo Cipolla, che con le sue leggi sulla stupidità umana aveva messo in guardia dall’influenza di chi agisce senza logica o senza capire le conseguenze delle proprie azioni. La differenza oggi è che questa tendenza sembra amplificata, quasi “incoraggiata”. Massarenti osserva infatti che la quantità e la velocità delle informazioni che ci bombardano tramite internet e social media stanno compromettendo la nostra attenzione e capacità di concentrazione, trasformando un po’ tutti in “sempliciotti” del nostro tempo.

Uno degli aspetti più interessanti del libro è il riferimento all’Effetto Flynn, un fenomeno scoperto negli anni ’80: per un secolo i punteggi di intelligenza (QI) delle popolazioni erano in aumento, ma da qualche decennio questa crescita si è arrestata e, in alcuni casi, è persino invertita. Massarenti non ci lascia tuttavia senza speranza: questo trend non è irreversibile, e ci offre soluzioni assai dettagliate e concrete per riattivare il pensiero critico e recuperare una società più consapevole. Per lui, la chiave è ritornare al “pensiero autonomo”, libero dalle ideologie dogmatiche e aperto al confronto. Il declino dell’intelligenza è legato a temi caldi come il politicamente corretto e la cancel culture, due fenomeni che  limitano la libertà di espressione e il confronto aperto, e che suscitano reazioni altrettanto illiberali. Molto convincente è il modo in cui l’autore ripropone i valori di fondo del  pensiero liberale e a non lasciarsi intrappolare da una cultura che a volte sembra più attenta a evitare offese che a cercare la verità e tener conto dei fatti.

Come siamo diventati stupidi può essere un ottimo spunto per corsi aziendali di formazione e aggiornamento. Stimola il pensiero critico incoraggiando a mettere in discussione le informazioni, a valutare le fonti e a sviluppare un pensiero autonomo. Queste sono competenze fondamentali in ogni ambito lavorativo, soprattutto in un contesto in cui la quantità di informazioni a cui siamo esposti è in continua crescita e l’apprendimento deve durare tutta la vita. Il tema della polarizzazione e della difficoltà nel trovare soluzioni condivise, ampiamente trattato nel libro, è molto attuale nel mondo del lavoro. Comprendere questi  meccanismi, assai tipici della natura umana, può favorire un clima di collaborazione e di confronto costruttivo all’interno delle organizzazioni. La lettura e la formazione continua sono temi centrali nel libro, che propone una idea di cultura adatta ai nostri tempi. Promuovere questa idea di cultura all’interno delle aziende può contribuire a migliorare il clima lavorativo e la motivazione dei dipendenti, la cui carenza sta diventando un dato allarmante per l’intera società.

Consiglio questo libro a tutti coloro che si sentono un po’ smarriti in questo mondo sempre più complesso e contraddittorio. A chi ha voglia di riflettere sul proprio ruolo nella società, o nell’azienda in cui lavora, e di contribuire a renderla un posto migliore. A chi cerca una lettura intelligente e divertente, capace di farci sorridere e pensare allo stesso tempo. Ma soprattutto a tutti coloro, che in diverse situazioni della vita, si sono sentiti maledettamente stupidi, salvo poi scoprire che forse gli stupidi erano gli altri. O meglio ancora, capire che un po’ stupidi e un po’ intelligenti lo siamo tutti, e che è forse il terreno comune in cui ci confrontiamo che può farci oscillare dall’una o dall’altra parte. Alla fine del suo ricco percorso, Massarenti, “tornato intelligente”, propone una forma di saggezza che ci permette di resistere alle sirene, sempre dispiegate, della stupidità, invitandoci a riconoscerne i meccanismi, spesso sottili e nascosti. Memori del monito di un grande analista della psicologia delle masse, il filosofo José Ortega y Gasset: “L’uomo di senno… si mantiene sempre a un passo dall’essere stolto; si dà perciò da fare per sottrarsi alla follia che lo tallona; egli vede sempre aperto sotto i suoi piedi l’insondabile abisso della stoltezza”.


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