In particolare sul versante della politica estera, l’elezione di Donald Trump rappresenta un’opportunità per tutto l’Occidente dopo le decisioni fallimentari portate avanti dalle amministrazioni a guida democratica. L’Italia sarà un interlocutore privilegiato anche in virtù della vicinanza ideologica fra il tycoon e il premier Meloni. Il commento del saggista ed editore Francesco Giubilei
La vittoria di Donald Trump è una buona notizia non solo per gli Stati Uniti, nei quali metterà in campo forti politiche economiche per contrastare l’inflazione e politiche contro l’immigrazione irregolare al confine meridionale con il Messico.
È una buona notizia per il Mondo, per l’Europa e anche per l’Italia. Trump infatti avvierà una politica estera in discontinuità rispetto a quella democratica, che si è rivelata – con Obama e Biden – foriera di una serie di scelte sbagliate.
Partiamo dal 2011, quando gli Usa decisero, insieme alla Francia, di attaccare la Libia. Un’azione scellerata ai danni di Gheddafi che, con ogni evidenza era un dittatore, ma garantiva stabilità a un territorio nel quale, peraltro, l’interesse nazionale italiano era fortemente esposto.
Con quell’attacco si destabilizzò l’intera area del Mediterraneo e, in particolare, si aprì il tema dell’immigrazione irregolare e tutta la partita energetica.
Sul piano geopolitico i riflessi furono altrettanto devastanti. Tant’è che si permise l’ingresso di Russia e Turchia in Libia al posto di un partner europeo come l’Italia.
Sempre nel 2011, non va dimenticata la guerra in Siria, nel 2013 la nascita dell’Isis e, nel 2014, la Crimea: la Russia per la prima volta attacca l’Ucraina e al potere c’era, appunto, Obama.
Poi, Trump arriva per la prima volta alla Casa Bianca. Durante il suo mandato, non si registrano conflitti. A questo punto, arrivato Biden, inizia la smobilitazione e il ritiro delle truppe dell’Afganistan. Un’operazione che certamente fu immaginata dal predecessore, ma non con quelle modalità.
Arriviamo al 2022, con lo scoppio della guerra in Ucraina e l’invasione da parte delle forze di Putin. L’anno scorso, scoppia la polveriera del Medio Oriente. Dunque, a conti fatti, possiamo dire che la politica estera portata avanti dai democratici si è rivelata del tutto fallimentare. Peraltro rafforzando la dicotomia Cina-Russia, estremamente pericolosa per l’Occidente.
Trump, al contrario, vorrà cercare di risolvere quanto prima i conflitti aperti in Ucraina e Medio Oriente e porterà avanti una politica estera orientata a una de-escalation in questi territori.
La sua elezione è, dicevo, una buona notizia anche per l’Europa e per l’Italia. L’Ue deve capire cosa fare da grande. Di fronte alle proprie responsabilità, dovrà essere in grado di fornire risposte autonome in particolare sul settore della difesa. L’impegno di investire il 2% del Pil nel comparto, da parte di molte nazioni, è del tutto disatteso. Per cui, sarà il caso di assumersi le proprie responsabilità.
D’altra parte sul pericolo dell’introduzione dei dazi, tanto sbandierato da alcuni, bisognerà capire intanto se si passerà dalle parole ai fatti. Ma soprattutto, mi sembra che per l’industria automobilistica europea siano molto più pericolose le politiche di Bruxelles figlie del Green deal piuttosto che eventuali dazi
Da ultimo, il rapporto con l’Italia. Penso che Trump, anche in virtù della vicinanza ideologica al premier Giorgia Meloni e al governo, considererà l’Italia un partner privilegiato in Ue, anche in una chiave di distinzione rispetto alla Germania e alla Francia. L’Italia può rappresentare un alleato non solo ne Mediterraneo. Ma anche con accordi bilaterali: cosa che conviene anche all’Italia. Conveiene anche anoiper avere maggior peso anche in Europa. È un’opportunità che dobbiamo cercare di cogliere