I “cattolici adulti” sono nati, con una curiosa denominazione, in contrapposizione ai cattolici impegnati in politica durante la presidenza della Cei del cardinal Camillo Ruini, da un’idea di Romano Prodi. Ma non possiamo non richiamare l’attenzione su almeno 3 aspetti che li contraddistinguono. Anche perché, oggi, si apprestano nuovamente a tessere la loro tela politica e di potere
I “cattolici adulti” sono nati, con una curiosa denominazione, in contrapposizione ai cattolici impegnati in politica durante la presidenza della Cei del cardinal Camillo Ruini. L’ideatore e il maggior protagonista di quella stagione era già il sempre verde Romano Prodi, l’uomo che da 50 anni è nel crocevia decisivo del potere politico ed economico del nostro Paese. E, non a caso, ogniqualvolta si muove Prodi c’è sempre un preciso disegno di potere che si intravede all’orizzonte.
Ma, per restare ai cattolici adulti di prodiana memoria, non possiamo non richiamare l’attenzione su almeno 3 aspetti che li contraddistinguono. Anche perchè, oggi, si apprestano nuovamente a tessere la loro tela politica e di potere. Innanzitutto i cattolici adulti, che sono rigorosamente collocati a sinistra, hanno l’ambizione – neanche tanto nascosta – di rappresentare in modo esclusivo e totalizzante i cattolici impegnati in politica. O meglio, per essere più precisi, si sentono gli unici titolati a rappresentare i cattolici nella cittadella politica italiana. Sono quelli che Carlo Donat-Cattin, negli anni ‘80 e in tempi non sospetti all’interno della Dc, già definiva come i “cattolici doc”. Ovvero, coloro che si sentono semplicemente “cattolici di serie A” contro gli altri cattolici che si limitano a votare altri partiti diversi da quello da loro prescelto e quindi, e di conseguenza, squalificati a rappresentare la miglior cultura cattolica in politica. Insomma, i cattolici adulti sono coloro che hanno maggior titolarità ad essere definiti come i cattolici impegnati politica. Rigorosamente a sinistra e da loro rappresentati.
In secondo luogo, ed è questa forse la cifra più specifica, i cosiddetti cattolici adulti hanno una raffinata e straordinaria dimestichezza con il potere. Potere politico, potere economico e, soprattutto, potere nel sottogoverno. Il profilo del leader indiscusso di questa tendenza, Romano Prodi, ne è l’espressione più autentica e più credibile. Ovvero, dietro ad ogni operazione e ad ogni iniziativa politica c’è sempre un chiaro disegno di potere accompagnato da una precisa logica riconducibile agli organigrammi. Detto con altre parole, l’esatto opposto di quello che viene sbandierato come “spirito di servizio” o, peggio ancora, come la genuina e fanciullesca “difesa dei valori”. È, del tutto legittimamente, un chiaro e trasparente disegno di potere.
In ultimo, ma non per importanza, i cattolici adulti si caratterizzano anche per la loro faziosità culturale e politica. Una concezione, questa, che è il frutto e la conseguenza della loro “mission” specifica. Cioè di una tendenza culturale che all’interno dell’area cattolica, seppur molto vasta ed articolata, si sente la depositaria più autorevole dei cattolici impegnati nel pubblico e che quindi si comporta come tale. Ecco perché, di fronte ad uno scenario dove periodicamente riemerge, come un fiume carsico, questa tendenza politica e di potere, esistono anche, e per fortuna, altri stili e altre modalità concrete di tradurre la cultura cattolico popolare e cattolico sociale nella concreta cittadella politica italiana.
Forse, anzi quasi sicuramente, con meno dimestichezza con la cultura del potere ma con maggior spirito popolare e sociale. E questo senza essere considerati “cattolici di serie B” e, soprattutto, senza essere ritenuti meno titolati a rappresentare i valori e le idee dell’umanesimo cristiano nella dimensione pubblica del nostro Paese.