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Ecco come l’IA generativa e i data center stanno ridefinendo le priorità di investimento

Di Sherif Rizkalla

Il mercato italiano, con il suo potenziale di crescita e il suo ruolo di alternativa strategica, giocherà un ruolo-chiave in questo scenario di innovazione e sostenibilità. Le aziende devono prepararsi a rispondere a queste nuove sfide, bilanciando progresso tecnologico e sostenibilità energetica. L’analisi di Sherif Rizkalla, presidente IDA

Il panorama italiano è ormai caratterizzato dalla corsa alla digitalizzazione, scandita dagli obiettivi posti dal Pnrr: circa il 75% delle Pa dovrebbe infatti completare la migrazione dei dati e degli applicativi informatici verso il cloud entro il 2026, scadenza che evidenzia ancora di più la centralità dei data center. Queste potenti infrastrutture IT abilitano ogni operazione online, affermandosi come le vere fondamenta dell’economia digitale. L’andamento del settore in Italia conferma l’importanza del processo di affermazione del ruolo dei data center: parliamo di 140 infrastrutture con una potenza di 262 MW alla quale devono essere aggiunti altri 1200 data center/Ced della Pubblica amministrazione e circa tremila Enterprise data center per un totale di altri 329 MW IT.

In generale, i fattori alla base della necessità di infrastrutture digitali sono da individuare nella rapida crescita della domanda di servizi digitali (da parte di consumatori, imprese e settore pubblico), nella digitalizzazione dei processi aziendali e nella ricerca di nuovi modelli di business, sempre più influenzati dall’impatto dell’IA sul mercato. I data center, le reti e le infrastrutture elettriche risultano quindi essenziali per sostenere questa crescita, portando alla luce la delicata questione dei consumi. Alla sfida della digital transformation si affianca così quella della transizione energetica: il Green deal europeo ha infatti definito la strategia per la decarbonizzazione del sistema energetico dell’Ue puntando alla riduzione delle emissioni di CO2 entro il 2030 e alla neutralità in termini di emissioni di carbonio entro il 2050.

Due obiettivi importanti su cui il settore data center sta ponendo l’attenzione: sotto il profilo dell’impatto ambientale, il comparto si sta muovendo in ottica di efficientamento dell’uso di energia e acqua, orientandosi verso l’energia verde e le rinnovabili. Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, il consumo di elettricità dei data center a livello globale si attesta infatti a 220-320 TWh/anno, pari all’1% circa del consumo totale (il fabbisogno annuale di energia elettrica in Italia è stato pari a 301,2 TWh nel 2020). In un contesto di questo tipo, la Italian data center association, Ida, si è attivata sottoscrivendo le linee guida del Climate neutral data center pact che rappresentano un impegno significativo per rendere il settore dei data center più sostenibile dal punto di vista ambientale, contribuendo agli obiettivi di mitigazione dei cambiamenti climatici.

Oltre ad aderire a questa iniziativa, l’Associazione italiana costruttori e operatori data center ha creato un gruppo di lavoro dedicato, con l’obiettivo di definire le migliori pratiche, collaborare su progetti di ricerca e sviluppo e promuovere soluzioni innovative per la sostenibilità ambientale delle infrastrutture digitali. Le aziende associate stanno lavorando ancora più concretamente, dando vita a progetti che offrono una reale soluzione alla riduzione delle emissioni CO2. Fra questi, citiamo l’iniziativa, frutto della collaborazione fra Retelit, Dba e A2a, che prevede l’utilizzo del calore di scarto del data center “Avalon 3” di Retelit per alimentare la rete di teleriscaldamento del Municipio 6 di Milano e fornire calore a quelle famiglie.

È quindi evidente come i data center si stiano rendendo protagonisti non solo della transizione digitale, ma anche di quella energetica, spinti dall’accelerazione portata dalle più recenti tecnologie che possono rivelarsi valide alleate anche nel controllo dei consumi. L’affermarsi dell’intelligenza artificiale sta avendo un notevole impatto sull’industria dei data center, emergendo come componente sempre più significativa, in grado di agire come un motore di trasformazione ed efficienza. L’interazione tra data center e intelligenza artificiale, portando a una maggiore richiesta e consumo di dati, favorisce l’adozione di approcci innovativi per mitigare l’impatto ambientale.

Tra le soluzioni potenziali segnaliamo i progressi relativi alle tecnologie di raffreddamento, come il raffreddamento a immersione liquida (Liquid cooling) e l’utilizzo di acqua riciclata: l’IA stessa può essere sfruttata per migliorare l’efficienza dei data center, ottimizzando l’uso dell’energia, gestendo con più efficacia i carichi di lavoro e riducendo i tempi di inattività dei server, utilizzando la manutenzione predittiva per prevenire i guasti delle apparecchiature. I grandi vantaggi veicolati dall’integrazione dell’IA nei data center portano anche ad alcune sfide: per questo motivo stiamo assistendo a una crescita degli investimenti delle aziende italiane in misure avanzate di cyber-security, necessarie per aumentare la sicurezza delle infrastrutture e per poter così integrare le tecnologie di intelligenza artificiale con successo.

Al continuo sviluppo del settore tecnologico, è necessario che segua di pari passo un quadro normativo aggiornato, in grado di colmare i gap nelle normative e linee guida di riferimento, favorendo il rilascio di permessi e autorizzazioni in tempi snelli. La diversificazione delle fonti energetiche, inoltre, è fondamentale per continuare a supportare una maggiore sostenibilità sociale, digitale e ambientale, ottimizzando le infrastrutture esistenti anche grazie – come abbiamo visto – alle innovazioni tecnologiche. Altro punto da non trascurare, lo sviluppo delle professionalità e competenze nel settore: far conoscere alle nuove generazioni il funzionamento dei data center e le opportunità di lavoro che offrono, formando nuovi talenti, è la chiave per un futuro in cui un ecosistema digitale consapevole e sostenibile è reale, oltre che possibile. Si calcola che tra addetti diretti e indiretti il settore dia lavoro a 28.800 persone.

A valle degli investimenti previsti – 15 miliardi entro cinque anni – questa forza lavoro secondo le proiezioni Ida arriverebbe a essere più che triplicata, sfiorando le 100mila unità. L’intelligenza artificiale generativa e l’evoluzione dei data center stanno ridefinendo le priorità di investimento e spingendo verso una trasformazione dell’infrastruttura globale. Il mercato italiano, con il suo potenziale di crescita e il suo ruolo di alternativa strategica, giocherà un ruolo-chiave in questo scenario di innovazione e sostenibilità. Le aziende devono prepararsi a rispondere a queste nuove sfide, bilanciando progresso tecnologico e sostenibilità energetica.

Formiche 207


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