Terza edizione all’estero per la kermesse organizzata dall’associazione Conoscere Eurasia: dopo Samarcanda e Baku, tocca a Ras Al Khaimah. In questo modo possono intervenire anche gli oligarchi sanzionati dall’Ue, come Sechin, numero uno di Rosneft e fedelissimo di Putin. Dall’Italia attesi, tra gli altri, Prodi, Petrocelli e Bradanini
Sarà Igor Sechin, uno dei fedelissimi del presidente russo Vladimir Putin e amministratore delegato del colosso petrolifero Rosneft, a tenere il keynote speech dell’edizione 2024 del Forum euroasiatico di Verona che, giunto alla diciassettesima edizione, si svolgerà questa settimana negli Emirati Arabi Uniti. È un grande amico dell’organizzatore, Antonio Fallico, console onorario della Federazione Russa a Verona e storico pontiere dei rapporti tra l’Italia e la Russia. Proprio per assicurare la presenza di Sechin e di altri oligarchi sotto sanzioni occidentali per l’invasione russa dell’Ucraina, da tre anni l’Associazione Conoscere Eurasia, presieduta da Fallico, non si tiene a Verona: nel 2023 a Samarcanda, città dell’Uzbekistan considerata dalla diplomazia cinese un’“antica città sulla Via della Seta”; nel 2022, invece, a Baku, in Azerbaijan. Quest’anno si terrà il 5 e il 6 dicembre a Ras Al Khaimah, negli Emirati Arabi Uniti, diventati rifugio per il business russo dopo l’imposizione delle sanzioni da parte dei Paesi occidentali. Tema del forum: “Nuova architettura di cooperazione per l’economia contemporanea”. Motto del forum: “L’arte dell’innovazione”.
Tra gli invitati a parlare figurano: Andrey Kostin, presidente di VTB Bank, una delle più grandi banche russe, anch’egli sotto sanzioni occidentali; Romano Prodi, ex presidente del Consiglio e presidente della Commissione europea, habitué della kermesse, che dialogherà con un altro ospite frequente, il giornalista Alessandro Cassieri, già corrispondente Rai da Mosca; Leonid Mikhelson, patron della società energetica Novatek, sanzionato da Stati Uniti e Regno Unito; Vito Petrocelli, ex senatore del Movimento 5 Stelle e gran sostenitore dell’invasione russa dell’Ucraina, che modererà in qualità di presidente dell’Istituto Italia Brics una sessione su “Regionalizzazione contro globalizzazione”; Aleksandr Pankin, viceministro degli Esteri russo; Tiberio Graziani, membro del Movimento internazionale eurasiatista del filosofo russo Alexander Dugin; Alberto Bradanini, già ambasciatore italiano a Tenera e a Pechino, nel board di Pirelli su indicazione dei soci cinesi; Fabio Massimo Parenti, frequentatore del blog di Beppe Grillo e su posizioni vicine a Pechino su questioni cruciali come 5G e Xinjiang; Jeffrey Sachs, professore americano diventato uno dei volti noti dei media russi e cinesi dopo aver sostenuto che il Covid-19 era uscito da un laboratorio americano, famoso per le sue posizioni anti Occidente, in particolare anti Nato e Ucraina; Antonio Marano, presidente dell’Aeroporto Friuli Venezia Giulia Spa; Aleksandar Vulin, vicepremier serbo che verrà intervistato dal giornalista italiano Alessandro Banfi; il professor Andrea Beltratti dell’Università Bocconi; il politologo Ivan Timofeev, figura di spicco del club putiniano Valdai; l’economista Riccardo Fallico, figlio di Antonio; Pino Arlacchi, già europarlamentare e candidato nella lista di Michele Santoro alle ultime elezioni europee; il sociologo Francesco Sidoti; l’ex ministro degli Esteri greco George Katrougalos; Alessandro Bianchi, presentato come “giornalista indipendente”, direttore del sito l’Antidiplomatico, che si definisce “una delle voci di riferimento del mondo multipolare che si è affermato sul sanguinoso unilateralismo a guida Usa”.
L’anno scorso, Fallico, aprendo i lavori del forum, era riuscito a parlare di “una transizione epocale” in corso, “verso una nuova governance mondiale, economica e politica”, senza mai citare l’invasione russa dell’Ucraina. Non aveva mancato, comunque, di fare riferimento all’orizzonte di “un mondo plurale e multipolare” sempre presente nelle narrazioni di due potenze revisioniste come Russia e Cina.
Sul sito della manifestazione continuano a campeggiare – in maniera apparentemente strumentale – il saluto inviato nell’ormai lontano 2017 da papa Francesco e, tra i partecipanti delle edizioni passate, Emma Marcegaglia, che figura ancora come presidente di Eni, carica che ha ricoperto dal 2014 al 2020.
(Nella foto: l’edizione 2021 del Forum economico eurasiatico di Verna, l’ultima svoltasi nella città scaligera)