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Venezuela e Corea del Nord. Le prove di Grenell, inviato speciale di Trump

Il presidente eletto Donald Trump ha scelto il diplomatico per seguire i dossier più “caldi” della politica estera, tra cui la lotta contro il regime di Maduro in Venezuela e l’egemonia di Kim Jong-un in Corea del Nord

 

Ancora una volta Donald Trump si affida a Richard Grenell. Il diplomatico è stato nominato dal presidente eletto degli Stati Uniti come inviato per le missioni speciali della politica estera nel nuovo mandato. Già nel 2020, il magnate repubblicano aveva incaricato Grenell come direttore della National Intelligence. Il diplomatico era stato ambasciatore in Germania e rappresentante speciale della Casa Bianca per il Kosovo e la Serbia.

Per l’emittente Cnn, la nomina di Grenell riflette la fiducia di Trump nella capacità di negoziazione in territori complessi e la speranza che si possano trovare accordi per la pace e la stabilità politica. Due dei dossier più importanti saranno il Venezuela e la Corea del Nord. Nel comunicato successivo alla nomina, lo staff del presidente eletto ha spiegato che questi due Paesi saranno le principali – e prioritarie – sfide di Grenell come inviato di missioni speciali. La crisi politica del Venezuela e le tensioni con il regime di Nicolas Maduro, così come le questioni nucleari che riguardano il regime nordcoreano di Kim Jong-un, saranno incaricate a Grenell, che ha uno stile diretto e non teme il confronto per proteggere gli interessi degli Stati Uniti.

A seguire, il diplomatico dovrà anche impegnarsi nel disegno delle future relazioni con la Russia e l’influenza nella Nato. Grenell ha insistito più volte sulla necessità di evitare che l’ingresso di nuovi Paesi possa pesare negli impegni di difesa di chi è già dentro l’alleanza.

Grenell è stato uno dei sostenitori più noti di Trump durante la campagna elettorale. A lui sono stati affidati i discorsi sulla sicurezza nazionale in diversi eventi e comizi. Nella Convention del Partito Repubblicano ha criticato apertamente l’amministrazione Trump per essere stata “debole” nei confronti con la Russia e con la Cina.

Come scritto su Formiche.net, più del lato tecnico per Trump contano lealtà e forza comunicativa, doti che a Grenell non mancano. Il diplomatico è stato capo delle comunicazioni per due ambasciatori che hanno servito alle Nazioni Unite sotto il secondo presidente Bush, ed è anche un amico della famiglia Trump: secondo l‘Atlantic, Grenell è in una chat di gruppo con Donald Trump Jr. Già dal 2020, avrebbe imparato come aggirare la catena interna del dipartimento di Stato e parlare direttamente con il presidente.


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