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Cavi sottomarini. Gli ultimi incidenti nel Baltico spingono l’Onu ad agire

Nasce all’agenzia Itu un gruppo internazionale responsabile della protezione di queste infrastrutture critiche. Primo incontro a febbraio in Nigeria. Ogni anno si verificano fino a 200 danneggiamenti, il più delle volte accidentali

L’agenzia delle Nazioni Unite per le telecomunicazioni (Unione internazionale delle telecomunicazioni, Itu) ha annunciato la creazione di un gruppo internazionale responsabile della protezione dei cavi di comunicazione sottomarini. Il tempismo è tutto: la creazione dell’organo consultivo internazionale per la resilienza dei cavi sottomarini avviene mentre è in corso un’indagine sul taglio di due cavi in fibra ottica nel Mar Baltico, in meno di 24 ore, tra il 17 e il 18 novembre (entrambi i collegamenti stati ripristinati nei giorni scorsi).

La Cina sotto osservata speciale

La Cina, ricordano le Nazioni Unite, ha negato qualsiasi coinvolgimento, ma si è detta pronta a collaborare con la Svezia in un’indagine dopo la segnalazione di una nave cinese, la Yi Peng 3, nella zona in cui si sono verificati i due incidenti. L’organismo internazionale, istituito dall’Itu e dall’International Cable Protection Committee (Icpc), rappresenta “un passo importante nella protezione dell’infrastruttura digitale mondiale” ha affermato Tomas Lamanauskas, vice segretario generale dell’Itu, ricordando che il mondo digitale dipende dai cavi sottomarini che trasportano circa il 99% del traffico Internet mondiale. Ciò significa che “tutto ciò che facciamo oggi nel mondo digitale dipende dai cavi sottomarini, dalle nostre e-mail e messaggi di testo, alle nostre transazioni finanziarie, alle comunicazioni governative essenziali, ai servizi cloud, ai social media, ai nostri servizi di streaming video e così via”, ha detto il funzionario lituano.

I numeri dei cavi danneggiati

L’International Cable Protection Committee ha riferito che i cavi sottomarini vengono danneggiati regolarmente: ogni anno, in tutto il mondo, si verificano in media tra 150 e 200 violazioni, che richiedono circa tre riparazioni di cavi a settimana. La riparazione richiede solitamente alcune settimane, ma ciò dipende da vari fattori come il tipo di rottura, la profondità o le condizioni meteorologiche. “Questa infrastruttura critica è vulnerabile alle interruzioni dovute ad attività umane accidentali, ai rischi naturali e all’invecchiamento delle infrastrutture”, ha spiegato Lamanauskas, riferendo che circa l’80% delle interruzioni dei cavi sono dovute ad attività umane accidentali o a pericoli naturali.

L’obiettivo

Il nuovo organismo vuole migliorare la resilienza dei cavi ed è responsabile di garantire il rapido dispiegamento e riparazione dei cavi sottomarini. L’organismo che si compone di 40 membri tra ministri, capi delle autorità di regolamentazione, dirigenti del settore ed esperti di alto livello provenienti da tutto il mondo si riunirà almeno due volte l’anno. Il primo incontro virtuale è previsto per il mese prossimo, mentre il primo incontro fisico dovrebbe svolgersi durante il Summit sulla resilienza dei cavi sottomarini, previsto per la fine di febbraio 2025 ad Abuja, in Nigeria.

L’attenzione internazionale

I recenti avvenimenti nel Baltico (si indaga per capire se si è trattato di un incidente o di un atto deliberato) ci hanno ricordato le caratteristiche di queste infrastrutture critiche: la rete internet non è astratta ma è fisica; questa dipende da un’infrastruttura poggiata su fondali marini spesso in acque internazionali; la flotta di navi per la riparazione dei cavi è limitata (meno di una ventina); di conseguenza, è necessaria la ridondanza, ribadita anche nel Comunicato congiunto di New York sulla sicurezza e la resilienza dei cavi sottomarini in un mondo globalmente digitalizzato, lanciato a settembre dagli Stati Uniti.



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