Il leader del regime siriano, insieme alla famiglia, sarebbe pronto a rifarsi una vita in Russia, secondo fonti dell’agenzia Tass, con l’asilo concesso per motivi umanitari. Ruoli, errori e privilegi della cerchia di Bashar
Tutti gli occhi del mondo sono puntati sulla Siria e la fine del potere della famiglia di Bashar al-Assad. All’alba di sabato scorso, dopo solo 10 giorni a Damasco, un gruppo di ribelli ha fatto crollare il regime del clan Assad, da mezzo secolo al governo. L’ex presidente siriano, Bashar al-Assad, insieme alla famiglia, sarebbero stati accolti dal governo russo a Mosca, secondo fonti dell’agenzia statale Tass. Avrebbero ricevuto lo status di asilo per motivi umanitari.
Assad è sempre stato accompagnato dalla famiglia e un gruppo di stretti collaboratori. In questo entourage, la moglie Asma al-Assad ha sempre avuto un ruolo fondamentale. Tanto che, nel 2021, a dieci anni dall’inizio della guerra in Siria, si speculava sulla possibilità di un trasferimento della presidenza ad Asma.
Secondo il settimanale britannico The Economist, un membro della famiglia avrebbe incontrato funzionari americani per sondare questa opzione: “Bashar e Asma stanno pensando a questo. A lei piacerebbe tantissimo essere presidentessa ed entrambi lo stanno considerano come una soluzione per salvare il regime”. Ma il più forte oppositore di questa ipotesi sarebbe stato Maher, fratello minore di Bashar, che guida la Quarta Divisione Blindata dell’Esercito.
Certo è che ora anche Asma sarebbe fuggita dalla Siria. Il suo nome, prima di sposare l’ex presidente siriano, era Asma Fawaz al Akharas. Nata a Londra nel 1975, è cresciuta in una casa su due piani ad Acton, un quartiere della classe media all’ovest della capitale britannica. Suo padre, Fawaz Akhras, è stato cardiologo, mentre la mamma, Sahar Akhras, era il primo segretario emerito della Siria all’ambasciata a Londra. Entrambi sono originari di Homs. I suoi sono musulmani sunniti e hanno sempre avuto un contatto diretto con la comunità islamica londinese.
Come scritto da Formiche.net, Asma ha frequentato una scuola cattolica e si è laureata al King College in Scienze del Computer e Letteratura francese. È poliglotta: parla francese, spagnolo, inglese e arabo. Dopo l’università, è entrata a lavorare nel mondo delle finanze come analista economica degli hedge fund in Europa e in Asia orientale alla Deutsche Bank e per due anni a JP Morgan a Londra e New York.
Ma il suo destino (forse da donna di affari) è cambiato dopo l’incontro con il futuro marito, avvenuto durante le vacanze in famiglia in Siria nel 1994, secondo il sito britannico Mirror. Il Telegraph sostiene che Asma aveva l’opportunità di vincere un Mba a Harvard ma ha deciso di sposare Bashar nel 2000 a Damasco. La coppia ha tre figli, Hafez, Zeyn e Karim.
Da molti anni, Asma ha un ruolo da PR e ha cercato di portare un tocco glamour all’immagine del governo siriano. Nel 2013 la rivista Vogue pubblicò un reportage intitolato: “Asma al-Assad, una rosa nel deserto”. Un reportage di più di 3000 parole che vanagloriava la first lady e il suo impegno sociale e politico. Pochi mesi dopo, il quotidiano americano The New York Times pubblicò un’inchiesta denunciando la campagna mediatica di Assad e il pagamento di 5000 dollari al mese ad un’agenzia di comunicazioni americana che ha mediato tra Vogue e la moglie di Assad.
L’immagine internazionale della “rosa” si è marcita in seguito alla diffusione di una serie di email in cui Asma sosteneva la violenza del regime e si vantava di spese folli in beni di lusso. Il quotidiano The Sun, anni prima, scriveva: “Il macellaio siriano Assad vive una vita di lusso con la sua first lady britannica mentre i bambini in Siria vengono uccisi con il gas”. La pubblicazione ricordava che la coppia presidenziale siriana possiede un palazzo da un miliardo di dollari a Damasco: “Bashar al-Assad e la moglie di origine britannica spendono fortune in spese folli mentre la Siria viene squarciata. Nel 2012, Wikileaks ha pubblicato e-mail private che dimostrano che Asma ha sborsato 250mila sterline in mobili quando la sanguinosa guerra civile era già cominciata. Ha anche comprato un paio di scarpe da 5.000 sterline, con cristalli incrostati nei tacchi, e le ha spedito a Dubai per aggirare le sanzioni”.
Il palazzo presidenziale ultramoderno degli Assad è stato progettato nel 1979 dall’architetto giapponese Kenzo Tange ed è costato un miliardo di dollari, secondo un report ufficiale del 1989 consultato dal The Sun.
Profetiche le parole rilasciate ad un’intervista per l’emittente Russia 24, in cui elogiava il presidente russo Vladimir Putin: “Mi è stata offerta l’opportunità di lasciare la Siria. Queste offerte includevano garanzie di sicurezza e protezione per i miei figli e persino sicurezza finanziaria. Ma io sono stata qui sin dall’inizio e non ho mai pensato di essere da nessun’altra parte”.