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Difesa europea? Fra Roma e Berlino le mosse di Leonardo e Fincantieri

Di Paolo Messa e Valbona Zeneli

La partnership tra Leonardo e Rheinmetall è solo uno dei progetti condivisi tra Italia e Germania. Progetti che simboleggiano un passo avanti verso una difesa europea più coesa e standardizzata. L’analisi di Paolo Messa, nonresident senior fellow presso l’Atlantic Council e fondatore di Formiche e Valbona Zeneli, senior fellow non residente presso l’Europe Center dell’Atlantic Council e la Transatlantic Security Initiative dello Scowcroft Center for Strategy and Security dell’Atlantic Council

L’invasione su larga scala dell’Ucraina da parte della Russia è suonata come un campanello d’allarme sulla necessità di rivalutare il preesistente approccio europeo alla sicurezza collettiva, allo stesso tempo sottolineando le vulnerabilità del suo meccanismo di difesa. Mentre i leader europei sono alle prese con l’accrescersi delle tensioni globali e delle richieste da parte di Washington di assumersi maggiori responsabilità in relazione alla propria difesa, la cooperazione italo-tedesca emerge come un passaggio fondamentale verso la creazione di una base industriale unificata a livello europeo nel settore della Difesa.

La recente costituzione della Leonardo Rheinmetall Military Vehicles, una joint venture 50-50 tra l’italiana Leonardo e la tedesca Rheinmetall, rappresenta una pietra miliare in questo senso, poiché evidenzia la necessità di una più forte cooperazione europea nella manifattura della difesa e nelle politiche di procurement. Mettendo a sistema i rispettivi expertise per lo sviluppo della nuova generazione di Main Battle Tanks e di Infantry Fighting Vehicles, la Germania e l’Italia affrontano le necessità operative messe in luce dalla guerra in Ucraina e dalla frammentazione nella capacità di difesa europea. L’affermata leadership tedesca nel settore dei veicoli corazzati e l’innovativo approccio italiano delineano il potenziale di un più forte e standardizzato ecosistema europeo. Secondo le aspettative, questa partnership potenzierà le capacità di difesa italiane e aiuterà Rheinmetall ad ottenere contratti per circa venti miliardi di euro entro il 2027. Uno sviluppo rivoluzionario, che arriva dopo il fallimento delle negoziazioni tra Leonardo e il consorzio franco-tedesco Knds.

Un’altra importante area della collaborazione italo-tedesca è quella del dominio marittimo. ThyssenKrupp Marine Systems, il principale attore tedesco nel mercato dei sottomarini convenzionali, e Fincantieri, il primo costruttore di navi italiano, stanno preparando il terreno per la costituzione di un campione europeo nel campo della difesa sottomarina. Questa partnership potrebbe consolidare le capacità in un mercato che secondo le previsioni supererà i 400 miliardi di euro, rafforzando la posizione dell’Europa in un settore vitale nella guerra moderna.

Questi sviluppi arrivano mentre l’UE attraversa un momento di complessità nelle dinamiche transatlantiche, anche a causa del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Nel corso del suo primo mandato, le richieste di un aumento della spesa europea per la difesa da parte del Presidente Trump hanno messo in luce le profonde divisioni esistenti all’interno dell’Alleanza, nonostante non sia stato il primo presidente americano a sollevare la questione.

Il partenariato italo-tedesco è emblematico della risposta europea a queste pressioni. Entrambe le nazioni stanno perseguendo progetti che non solo migliorano le proprie capacità di difesa, ma che contribuiscono anche al più ampio obiettivo dell’Ue di ridurre la frammentazione e l’inefficienza, facilitando una più profonda cooperazione con altri alleati della Natoe migliorando prontezza ed efficacia. Mentre l’Europa fa passi avanti, la sua strategia di difesa non può essere disgiunta dalle relazioni transatlantiche. Sia la Germania che l’Italia sono partner solidi del programma F-35 e sono presenti anche negli Stati Uniti con investimenti sia recenti che di lunga data, assicurando così la loro integrazione nelle supply chain della Nato.

Il consolidamento di una base industriale di difesa europea unificata, guidata da Roma e Berlino, contribuirà a ridurre la distanza dell’Europa dalla base industriale di difesa statunitense. L’obiettivo finale è quello di investire di più e in modo più strategico nelle nuove tecnologie, evitando i doppioni e sfruttando una maggiore standardizzazione di sistemi d’arma (interconnessi). Questi sforzi riflettono un approccio pragmatico: rafforzare la base industriale europea mantenendo il legame vitale con Washington.

 

 


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