Nel sistema politico italiano esiste una pluralità di soggetti centristi, da cui potrebbe nascere un progetto politico di più ampia portata. Ma di cui ancora non si vede traccia alcuna
Come si diceva un tempo, tutti responsabili nessun responsabile. Uno slogan semplice che si potrebbe adattare per mille altri esempi. E, fra tutti, svetta sicuramente il futuro del Centro nel nostro paese. Ora, per non dimenticare nessuno e, soprattutto, per non attirarmi gli strali degli innumerevoli comprimari, mi limito a citarli in modo quasi scolastico.
Dunque, nel campo del centro destra l’unico partito realmente e autenticamente centrista, moderato, liberale e riformista si chiama Forza Italia. E, paradossalmente, proprio dopo la scomparsa del suo leader storico nonchè fondatore Silvio Berlusconi, Forza Italia è ormai quasi unanimemente riconosciuta, anche e soprattutto dai suoi storici detrattori, come un normale e fisiologico partito di centro. E questo, forse, anche grazie al concreto “stile” di Antonio Tajani che è molto simile – come ormai dicono in tanti – a quello che nella prima repubblica declinava il segretario della Dc Arnaldo Forlani. Dopodiché, e per restare in questo campo, non possiamo dimenticare la formazione di “Noi moderati” di Maurizio Lupi e la zattera di ciò che resta dell’Udc di Lorenzo Cesa. Certo, non possiamo altresì dimenticare che Fratelli d’Italia, un partito che veleggia attorno al 30%, ha un consenso massiccio e articolato proveniente proprio dall’elettorato centrista, moderato e liberale del nostro paese ma è di tutta evidenza, al contempo, che la guida politica è saldamente in mano alla cultura riconducibile alla destra di governo.
Nel campo alternativo del centro sinistra la situazione è un po’ più ingarbugliata. E, francamente, è anche difficile enumerare le infinite sigle che affollano a tempo pieno questo campo politico. Anche su questo versante l’elenco non può che essere scolastico, anche se è molto lungo. Su tutti svetta il Pd che all’inizio della sua esperienza era un partito di centro sinistra. Quando, cioè, le componenti di fondo del partito erano quella cattolico popolare e sociale e quella, seppur maggioritaria, rappresentata dalla tradizione e dalla cultura ex comunista. Ma con la leadership della Schlein il Pd, com’è evidente a tutti, è diventato il partito per eccellenza della sinistra radicale, massimalista e libertaria del nostro paese. Cioè, e autorevolmente, il partito della sinistra italiana come hanno confermato platealmente le recenti elezioni regionali. Dopodiché nascono le difficoltà concrete ad elencare tutte le sigle di centro. Reali e virtuali, com’è ovvio. Proviamoci.
C’è il partito personale di Renzi, Italia Viva. Il partito personale di Calenda, Azione. Il partito semi personale dei radicali, +Europa. Il partito nascente dei liberal di Marattin, Marcucci, Cottarelli e Giannino. Il potenziale partito del Sindaco di Milano Sala, in attesa di fare il “federatore” di qualche cosa. Su indicazione, almeno così pare di capire, del Pd nazionale dietro suggerimento del gran ciambellano Goffredo Bettini. Poi c’è la formazione “in progress” del cattolico Ernesto Maria Ruffini, attuale direttore dell’Agenzia delle Entrate. Dopodiché, e mi scuso per le eventuali dimenticanze, seguono decine e decine di sigle – tutte di marca centrista – e tutte rigorosamente riconducibili al campo centrista del cosiddetto centro sinistra.
Ora, per arrivare ad una rapida conclusione, credo che possiamo tranquillamente sostenere che nel campo del centro destra c’è un solo partito di centro e che declina una “politica di centro”. Punto. Nel campo alternativo, c’è un cantiere politico aperto, peraltro molto interessante, dove però non si intravede ancora quale possa essere l’approdo concreto. Quello che conta, in questo campo, è che il futuro partito di centro che si alleerà con il partitone della sinistra, cioè il Pd, con i populisti dei 5 Stelle e con gli estremisti di Fratoianni/Bonelli/Salis non si riduca ad essere lo storico e collaudato “partito contadino” di antica memoria. Tutto il resto appartiene solo al mondo delle chiacchiere e della virtualità.