Tutto (quasi) pronto per l’avvio dell’accordo commerciale tra i Paesi sudamericani e l’Europa. Ma manca un’ultima e definitiva approvazione… Le fasi nel 2025
Tutto pronto per l’entrata in vigore del Trattato di Libero Commercio tra i Paesi membri dell’Unione europea e i Paesi del Mercato Comune dell’America del Sud (Mercosur). Dopo la “foto di famiglia” fatta a inizio dicembre, in seguito all’ultima fase di negoziazione avvenuta in Uruguay con il presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, le trattative sono state chiuse. Ci sono voluti 25 anni, e molte marce indietro, per arrivare ad una bozza definitiva.
Ma l’inizio effettivo dell’accordo è ancora lontano. Come precisa la stampa latino-americana, l’avvio potrebbe avvenire tra un anno e mezzo, giacché mancano fasi tecniche importanti, tra cui la traduzione ufficiale del trattato con tutte le sue clausole in diverse lingue, la revisione giuridica e finalmente la firma.
Omar Paganini, ministro per gli Affari esteri dell’Uruguay, ha spiegato che il processo potrebbe durare ancora un anno, un anno e mezzo: “La parte commerciale la possono approvare le autorità dell’Unione europea e le autorità di ogni Paese del Mercosur. Ma dopo ci sono appendici che devono essere approvati per ogni Paese”.
La differenza tra la parte commerciale e il resto delle appendici è chiave per capire il processo di approvazione dell’Unione europea, e anche come l’accordo potrebbe ancora essere fermato dalla Francia, come sottolinea il quotidiano El Observador. Emmanuel Macron, presidente della Francia, è uno dei principali oppositori dell’accordo. Gli agricoltori francesi vedono nell’alleanza commerciale con Mercosur una minaccia perché i requisiti ambientali per la produzione in America Latina non sono così rigidi come in Europa, e questo potrebbe creare uno svantaggio nella concorrenza.
Così, la Francia può ancora fermare l’accordo Ue-Mercosur, questo dovuto alle regole europee che permettono alla Commissione di negoziare e chiudere accordi commerciali in rappresentanza dell’Unione europea, ma successivamente questi accordi politici e di cooperazione attengono la ratifica dei parlamentari di ogni Paese.
Gli accordi commerciali, negoziati dalla Commissione europea, devono essere firmati dal Consiglio europeo e approvati dal Parlamento (con il 55% degli Stati – 15 su 27 -). Ed è qui che la Francia potrebbe porre resistenza. La strategia francese potrebbe essere quella di convincere altri Paesi a non firmare l’approvazione (basta il “no” di Paesi che rappresentano il 35% della popolazione più un membro). La Francia starebbe negoziando con l’Italia, Austria, Polonia e i Paesi Bassi.