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Sicurezza della ricerca e legami con Pechino. Negli Usa il caso Xiao-Hai Yan

L’Università del Delaware ha pagato 715.580 dollari per risolvere accuse legate ai legami non dichiarati di un professore con il governo cinese durante il finanziamento di un progetto Nasa. Nonostante la chiusura della China Initiative, le indagini sui legami con Pechino proseguono, con un possibile ritorno alla linea dura sotto l’amministrazione Trump

L’Università del Delaware, prestigioso ateneo a Newark dove hanno studiato il presidente Joe Biden e la moglie JIll Biden ma anche il premio Nobel Richard F. Heck, ha accettato di pagare 715.580 dollari per chiudere un caso con accuse di non aver rivelato i legami di un professore con il governo cinese mentre riceveva finanziamenti per la ricerca dalla Nasa.

Le accuse riguardano Xiao-Hai Yan, 72 anni, professore di scienze marine dell’Università di Xiamen, che ha un accordo di partenariato con l’Università del Delaware. Ma il docente è stato anche co-investigator di una sovvenzione dell’agenzia spaziale da 750.000 dollari, per un progetto dal titolo “Building a competitive and sustainable Delaware remote sensing big data center for cutting-edge coastal and environmental change research and workforce development”. Ha, però, dimenticato di dichiarare la sua affiliazione con l’ateneo cinese, che riceveva finanziamenti dal governo cinese e che partecipava al programma “Mille talenti”. Tramite quest’ultimo Pechino, secondo le agenzie intelligence americane e di altri Paesi, recluta esperti cinesi all’estero, nei settori scientifici e tecnologici, per attività di furto di proprietà intellettuale e spionaggio.

Proprio queste affiliazioni non dichiarate hanno fatto sì che la Nasa violasse inconsapevolmente la legge federale che vieta la collaborazione con la Cina, dato che l’Università del Delaware aveva certificato la sua conformità a questa restrizione tra il 2020 e il 2023. Il professore ha lasciato l’Università del Delaware dopo 36 anni, contestando le accuse.

Questo caso mette in evidenza le preoccupazioni americane sulla sicurezza della ricerca, in particolare in merito ai rischi di trasferimento di tecnologia e di furto di proprietà intellettuale. Intervistata da Formiche.net nelle scorse settimane, Sarah Stalker-Lehoux, deputy chief of research security strategy and policy alla National Science Foundation, ha spiegato che la posizione americana è netta: alcuni parlano di “open as possible, as close as necessary”, ma Washington dice “open as possible” e basta.

L’affiliazione di Yan al programma “Mille talenti” avrebbe dovuto costituire un immediato campanello d’allarme. Lo stesso si può dire per i suoi stretti legami con le entità del Partito comunista cinese. Ma l’allarme non è scattato da parte dell’università americana.

Casi come questi erano frequenti nell’ambito della China Initiative del dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, lanciata per contrastare lo spionaggio economico cinese ma chiusa nel 2022 a causa delle critiche sulla profilazione razziale e sulla mancanza di risultati. L’amministrazione Trump potrebbe ripristinare l’iniziativa fermata dall’amministrazione Biden. Ma, come dimostra questa vicenda, le indagini sui legami non dichiarati e sulle violazioni della sicurezza della ricerca che coinvolgono la Cina non si sono fermate in ogni caso.

(Foto: University of Delaware)


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