Presto le ambasciate a Washington e Bruxelles ospiteranno funzionari dell’Agenzia. L’accordo, firmato da Guariglia e Frattasi, mira a rafforzare la presenza italiana nei principali centri di sviluppo e regolazione della sicurezza cibernetica a livello globale
Presto le rappresentanze diplomatiche italiane a Washington e a Bruxelles ospiteranno anche un funzionario dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale. È uno dei risultati della convenzione siglata ieri alla Farnesina dall’ambasciatore Riccardo Guariglia, segretario generale del ministero degli Esteri, e dal prefetto Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale.
L’accordo riguarda l’incarico di funzionari dell’Agenzia presso le rappresentanze diplomatiche e gli uffici consolari all’estero e, si legge in una nota, la sottoscrizione “va incontro all’esigenza di rafforzare la presenza dell’Agenzia italiana negli snodi fondamentali della cybersicurezza nello scenario globale, considerati sia sotto l’aspetto dello sviluppo tecnologico che della regolazione normativa”. Si parte, dunque, da Stati Uniti e Unione europea, considerati i centri mondiali “più rappresentativi” e la cui reciproca collaborazione “rimane uno dei punti cardini della politica euroatlantica anche in materia di sicurezza cibernetica”, spiega ancora la nota.
A Bruxelles la priorità del funzionario sarà la normativa europea, come il regolamento Dora (entrato in vigore la scorsa settimana), le direttive Nis 2 e Cer e i recentissimi Cyber Resilience Act e Cyber Solidarity Act. Negli Stati Uniti, invece, i dossier più caldi sono: l’intelligenza artificiale, dossier piuttosto complesso alla luce della cancellazione da parte del presidente Donald Trump dell’executive order del predecessore Joe Biden sulle linee guida, del lancio del progetto Stargate e più in generale dei rapporti della nuova amministrazione con le Big Tech; il ransomware, fenomeno contro il quale l’amministrazione Biden aveva lanciato la Counter Ransomware Initiative a cui l’Italia si è subito aggregata.
Per il funzionario destinato a Washington servirà un po’ più di tempo rispetto a quello diretto a Bruxelles per ragioni di procedure diplomatiche e di visti.