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Alla Cia una nuova era contro la minaccia cinese. L’audizione di Ratcliffe

L’uomo scelto da Trump per Langley ha delineato le sue priorità: rafforzare le cyber-difese contro Pechino, proteggere le libertà civili, migliorare la collaborazione inter-agenzie e affrontare questioni spinose come la “Sindrome dell’Avana”

Quella di John Ratcliffe, candidato a guidare la Central Intelligence Agency nell’amministrazione Trump che si insedierà lunedì, è stata l’audizione di conferma davanti alle commissioni del Senato che è filata più liscia, assieme a quella di Marco Rubio, indicato come segretario di Stato. Il presidente della commissione Intelligence, il repubblicano Tom Cotton dell’Arkansas, ha dichiarato che il voto sulla sua conferma arriverà “il prima possibile, molto probabilmente lunedì pomeriggio”.

Sessant’anni da compiere a ottobre, già direttore dell’Intelligence nazionale da maggio 2020 a gennaio 2021 durante il primo mandato di Donald Trump alla Casa Bianca, l’ex deputato texano si è trovato davanti una commissione Intelligence particolarmente interessa a capire – con domande per lo più cordiali, se e come riuscirà a essere indipendente dal presidente, che in passato aveva accusato la comunità d’intelligence di essere prevenuta nei suoi confronti. “Lei o qualcuno del suo staff imporrà una cartina di tornasole politica per i dipendenti della Cia?”, ha chiesto il senatore indipendente Angus King del Maine. “No”, ha risposto Ratcliffe.

Un altro punto dell’audizione è stata la Cina, in particolare le sue capacità nel dominio cibernetico diventate se possibile più evidenti dopo i recenti attacchi che hanno bucato diverse compagnie telefoniche americane e il dipartimento del Tesoro. Ratcliffe ha detto alla commissione che, in caso di conferma, farà in modo che l’agenzia sviluppi armi cibernetiche più forti per contrastare la caccia alla Cina. “Voglio che abbiamo tutti gli strumenti necessari per andare all’attacco contro i nostri avversari nella comunità informatica”, ha detto. E ha aggiunto: “La Cia deve svolgere un ruolo nell’arginare le tecnologie dei nostri avversari, in modo che non ci superino”.

Ha dichiarato la sua intenzione di proteggere le libertà civili, migliorare la collaborazione tra agenzie di intelligence e sanità pubblica, e affrontare questioni complesse e spinose per l’agenzia come la cosiddetta “Sindrome dell’Avana” (su cui diversi ex che ne sono stati vittime stanno chiedendo a Langley di dare risposte e di accusare pubblicamente la Russia) e la pandemia di Covid-19.

Ha anche sottolineato l’importanza di rendere la Cia meno avversa al rischio, pronta a intraprendere azioni sotto copertura quando richiesto. Questa visione ha ottenuto consenso bipartisan, soprattutto in relazione alla crescente minaccia rappresentata dalla Cina. Anche da direttore dell’Intelligence nazionale, Ratcliffe aveva spinto per un maggiore focus sulla Cina, identificandola come la principale minaccia alla sicurezza nazionale. Il suo lavoro è stato poi ripreso e ampliato dall’amministrazione Biden, con la creazione del China Mission Center alla Cia.

Questo è accaduto al Senato. Alla Camera dei Rappresentanti, invece, il presidente Mike Johnson ha destituito Mike Turner dalla presidenza della commissione Intelligence. Questa mossa, criticata da alcuni, riflette le divisioni interne al Partito repubblicano su temi come la sorveglianza elettronica e i fondi per l’Ucraina.

(Foto: X, John Ratcliffe)


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