Attualmente distaccato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri come negoziatore principale per l’attuazione del Pnrr, il funzionario ha trascorso oltre un decennio presso il segretariato generale a Palazzo Berlaymont
Claudio Casini è stato nominato ieri nuovo capo della Rappresentanza della Commissione europea a Roma. Lo ha annunciato l’esecutivo comunitario in un comunicato, specificando che la data di decorrenza della sua nomina sarà stabilita in un secondo momento. Il funzionario è attualmente distaccato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri come negoziatore principale per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), ruolo che lo rende responsabile per la gestione delle relazioni con l’Unione europea e, secondo la Commissione europea, “dimostra la sua capacità di gestire negoziati complessi e di ottenere risultati di grande impatto”.
Il curriculum
Casini ha lavorato per oltre dieci anni al Segretariato generale della Commissione europea. In precedenza è stato capo dipartimento alla Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea a Bruxelles, nonché membro del gabinetto di due ex commissari. Queste esperienze gli hanno permesso di accumulare “una vasta esperienza in un’ampia gamma di settori della politica dell’Ue, tra cui i negoziati internazionali e interistituzionali, la rappresentanza, le relazioni diplomatiche, la gestione, la comunicazione e l’analisi politica, che lo rendono altamente qualificato per assumere il ruolo di guida di questa Rappresentanza”, si legge nella nota.
Cosa scriveva Il Foglio di lui
Casini è arrivato a Palazzo Chigi con Mario Draghi presidente del Consiglio ed è rimasto con Giorgia Meloni lavorando a stretto contatto con Raffaele Fitto, fino a fine novembre ministro con delega al Pnrr e dal 1° dicembre vicepresidente esecutivo della Commissione europea e commissario per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme. A ottobre 2022, nel giorno dell’insediamento di Meloni a Palazzo Chigi, Il Foglio definiva Casini come “il funzionario che, più e meglio di chiunque altro, ha rapporti e relazioni con la Commissione, conosce per nome i collaboratori di Ursula von der Leyen”. E ancora “è avvezzo alle dinamiche e abituato alle intransigenze procedurali di Palazzo Berlaymont: quando c’è stato da superare certe critiche, certe perplessità, avanzate dai controllori di Bruxelles, è lui, ‘il facilitatore’, che si è preso la briga di risolvere le grane”.