Langley considera, “con scarsa attendibilità”, che un’origine della pandemia di Covid-19 correlata alla ricerca sia “più probabile” delle cause naturali. Pechino replica alla prima mossa di Ratcliffe, nuovo direttore nominato da Trump che ha promesso di far luce sui disturbi subiti dal personale all’estero e che potrebbero essere causati da una sofisticata arma a microonde sviluppata da Mosca
È scontro tra Stati Uniti e Cina dopo la conclusione della Central Intelligence Agency, la principale agenzia di spionaggio americana, secondo cui la pandemia di Covid sarebbe molto probabilmente derivata da una fuga di laboratorio. Dopo la nota diffusa da Langley sabato, poche ore dopo l’insediamento del nuovo direttore John Ratcliffe, Pechino ha risposto oggi definendo l’ipotesi “estremamente improbabile” e invitando gli Stati Uniti a non “politicizzare” la vicenda.
Le nuove conclusioni della Cia
La Cia si è unita all’Fbi e al dipartimento dell’Energia nel ritenere un incidente di laboratorio a Wuhan, in Cina, come probabile fonte del virus Covid-19, che ha ucciso più di 1,2 milioni di americani e oltre sette milioni di persone in tutto il mondo. “La Cia considera, con scarsa attendibilità, che un’origine della pandemia di Covid-19 correlata alla ricerca sia più probabile di un’origine naturale sulla base delle segnalazioni disponibili”, ha affermato un portavoce dell’agenzia. La stessa continuerà a valutare “qualsiasi nuova segnalazione di intelligence credibile disponibile o informazione open source che potrebbe cambiare la sua valutazione”, ha dichiarato ancora il portavoce. Scarsa attendibilità, in inglese low confidence, può significare che: le prove sono carenti, inconcludenti o contraddittorie; le fonti lasciano dubbi di circular reporting; non ci sono fonti hard come signals intelligence ma soltanto human intelligence di “seconda mano”.
In quattro punti
Ci sono quattro elementi da evidenziare. Il primo: la valutazione non si basa su nuove informazioni ma è il frutto di una revisione delle informazioni esistenti da parte degli analisti, come confermato da una fonte a NBC News. La revisione, spiega l’emittente, è stata ordinata nelle ultime settimane dell’amministrazione Biden ed è stata completata prima dell’insediamento del presidente Donald Trump. Il secondo: la decisione di declassificare il rapporto è arrivata dal nuovo direttore Ratcliffe, che ha sempre sostenuto che il virus è probabilmente scappato dall’Istituto di virologia di Wuhan; il precedessore, William Burns, aveva invitato gli analisti a rimanere agnostici. Il terzo: Washington continua ad accusare Pechino di scarsa collaborazione per far luce sulla vicenda. A tal punto che sono basse le aspettative di raggiungere una valutazione con attendibilità più alta almeno nel breve termine. Il quarto: intelligence e public diplomacy continuano ad avere un ruolo importante nella competizione strategica tra le due superpotenze.
La risposta di Pechino
Come detto, Pechino respinge le conclusioni della Cia definendola “estremamente improbabile” e citando il lavoro degli esperti del team congiunta Cina-Organizzazione mondiale della sanità sulla base delle visite sul campo ai laboratori pertinenti a Wuhan. Mao Ning, portavoce del ministero degli Esteri, ha esortato gli Stati Uniti a “smettere di politicizzare e strumentalizzare la questione del tracciamento delle origini” del virus del Covid-19 dopo che l’opzione della fuga di laboratorio è stata esclusa “dalla comunità internazionale e scientifica”. Washington, pertanto, dovrebbe “smettere di diffamare e spostare la colpa su altri Paesi e dovrebbe rispondere alle legittime preoccupazioni della comunità internazionale il prima possibile”.
Il dossier Sindrome dell’Avana
Il 10 gennaio, l’Ufficio del direttore dell’intelligence nazionale, ovvero l’organismo che coordina l’attività di tutte le agenzie d’intelligence americane, aveva comunicato che la maggior parte della comunità di intelligence statunitense ritiene “molto improbabile” che un avversario straniero sia dietro i misteriosi sintomi della cosiddetta Sindrome dell’Avana accusata da alcuni funzionari americana. È stata segnalata pubblicamente per la prima volta nel 2016, quando i diplomatici statunitensi nella capitale di Cuba riferirono di essersi ammalati e di aver sentito rumori penetranti durante la notte. Altri sintomi sono stati poi segnalati dal personale delle ambasciate in Cina, Europa e nella capitale degli Stati Uniti Washington. Tuttavia, si legge nella nota, “una componente della comunità di intelligence ritiene che vi sia ‘una probabilità approssimativa’ che un attore straniero abbia usato una nuova arma o un prototipo per danneggiare un piccolo e indeterminato sottogruppo” di personale e dipendenti statunitensi che hanno riportato sintomi (almeno cento funzionari Cia). L’indiziato numero uno è la Russia. Diversi ex funzionari dell’agenzia puntano il dito contro Mosca e chiedono a Langley di fare di più. Durante l’audizione di conferma al Senato (che un mese fa aveva criticato la Cia per come ha gestito le vittime della sindrome ma senza mettere in dubbio le valutazioni sulle origini), Ratcliffe ha inoltre assicurato la sua volontà di dare nuovo impulso alle indagini dell’agenzia sulle cause della cosiddetta Sindrome dell’Avana.
L’inchiesta di aprile
Un’inchiesta condotta in aprile da 60 Minutes della CBS, Der Spiegel in Germania e The Insider ha rilevato che c’è motivo di credere che la valutazione dell’intelligence statunitense sia sbagliata. L’esame dei documenti di viaggio e delle registrazioni dei telefoni cellulari, insieme alle testimonianze oculari e alle interviste a diversi funzionari statunitensi e alle vittime, mostra che la Russia è probabilmente responsabile della sindrome. In particolare, l’indagine ha collegato numerose segnalazioni della Sindrome dell’Avana alla presenza di membri dell’Unità 29155 dei servizi segreti militari russi (gru), noti per il loro ruolo in sabotaggi e assassinii. È emerso inoltre che i membri dell’Unità 29155 avevano ricevuto premi e promozioni per il loro lavoro sulle armi a energia diretta basate sul suono o sulla radiofrequenza. La sindrome potrebbe essere causata da una sofisticata arma a microonde sviluppata a Mosca e impiegata diffusamente dalle spie militari russe dell’Unità 29155.