La cybersicurezza non è più un’opzione, ma una necessità per garantire la competitività e la sicurezza delle imprese italiane. La formazione deve diventare un impegno condiviso tra istituzioni, aziende e cittadini, affinché il nostro Paese possa affrontare con successo le sfide digitali del futuro. La riflessione di Lorenzo Benigni, vicepresidente di Unindustria Lazio con delega alla cybersecurity
L’ottimista vede opportunità in ogni pericolo, il pessimista vede pericolo in ogni opportunità. Queste parole, attribuite a Churchill, sono quanto mai attuali se riferite alla serie di attacchi hacker che hanno colpito l’Italia negli ultimi mesi e messo in luce le sue vulnerabilità rilevanti, non solo nelle infrastrutture critiche, ma anche all’interno delle aziende private e delle pubbliche amministrazioni. Eventi critici che possono però rappresentare una occasione preziosa per accrescere la consapevolezza di istituzioni e cittadini sul tema e per valutare le soluzioni migliori da implementare per contrastare tali attacchi.
L’incidenza di queste minacce digitali, in continua espansione, ha intanto sollevato un tema che, purtroppo, è stato a lungo trascurato: la formazione in cybersicurezza. Ogni giorno, migliaia di dati sensibili vengono trasmessi, archiviati e gestiti, sia dalle imprese che dalle istituzioni pubbliche, e la crescente digitalizzazione di ogni aspetto della nostra vita sociale ed economica rende il nostro Paese e la nostra economia particolarmente vulnerabili. Gli attacchi informatici non sono più solo un problema di tecnici o di dipartimenti IT: sono una minaccia che riguarda tutti, dalle piccole alle grandi imprese, fino alla pubblica amministrazione.
In questo contesto, la formazione sulla cybersecurity deve diventare una priorità a tutti i livelli. Le aziende devono investire non solo in tecnologie avanzate per la protezione dei dati, ma anche in programmi di sensibilizzazione e formazione per i propri dipendenti. La sicurezza informatica non è più solo una questione di esperti in hardware o software: è infatti un tema che coinvolge ogni individuo che, quotidianamente, interagisce con sistemi digitali. Dalle email alle password, dalle transazioni online alla gestione dei dati aziendali, ogni azione può rappresentare una porta di ingresso per i cybercriminali.
Dai corsi di aggiornamento ai seminari con esperti del settore esistono molte iniziative che possono consentire di diffondere una cultura della cybersicurezza tra le imprese fornendo le competenze per affrontare in modo adeguato le minacce digitali. Investire nella formazione non è solo un’opportunità, ma una necessità per ridurre i rischi legati agli attacchi informatici e per garantire la continuità delle attività aziendali. Non basta dotarsi degli strumenti giusti per la difesa: è fondamentale che ogni impresa, grande o piccola, sviluppi un approccio proattivo alla protezione dei propri sistemi e dati, attraverso una formazione continua e una cultura aziendale che riconosca la cybersicurezza come una priorità strategica.
In questo scenario, le istituzioni e il governo hanno un ruolo cruciale nel supportare le imprese, soprattutto le Pmi, nell’accesso alla formazione e agli strumenti per proteggersi dalle minacce informatiche. Le risorse europee, ad esempio, rappresentano un’opportunità che non possiamo permetterci di sprecare. L’Italia ha bisogno di un piano nazionale di rafforzamento delle competenze in cybersicurezza che vada oltre gli aspetti tecnici, includendo la sensibilizzazione di tutti i livelli decisionali aziendali.
Allo stesso tempo, è fondamentale che le università e gli istituti di formazione, in sinergia con il mondo delle imprese, sviluppino percorsi accademici e professionali specifici che possano formare le future generazioni di esperti di cybersicurezza. La cybersicurezza infatti non è più un’opzione, ma una necessità per garantire la competitività e la sicurezza delle imprese italiane. La formazione deve diventare un impegno condiviso tra istituzioni, aziende e cittadini, affinché il nostro Paese possa affrontare con successo le sfide digitali del futuro. Solo attraverso la consapevolezza e la preparazione potremo proteggere il nostro sistema economico e difendere la nostra libertà digitale. Se prevarrà o meno l’ottimismo, e di conseguenza se i problemi diventeranno o meno concrete opportunità, dipenderà solo da noi.