Tour a maggio in vista della European Human Genomics Conference a Milano. Il Belpaese apprezzato per pubblicazioni scientifiche, istituti di ricerca all’avanguardia e mercato in crescita. Il settore è particolarmente critico per la sicurezza nazionale, con i colossi di Pechino molto attivi
La International Trade Administration, agenzia governativa americana che per il dipartimento del Commercio si occupa di promuovere le esportazioni di beni e servizi non agricoli, sta organizzando una missione anche in Italia per aziende americane che si occupano di tecnologie genomiche e genetiche innovative. Farà tappa nel Belpaese a maggio, quando a Milano, dal 24 al 27, si terrà la European Human Genomics Conference. Prima la delegazione sarà in Grecia e Turchia dal 19. È quanto si apprende leggendo un bollettino pubblico dell’agenzia.
Nel documento si sottolineano diversi elementi che rendono interessante l’Italia per le aziende americane interessate a investire: è tra i leader europei per numero di pubblicazioni scientifiche e citazioni in genomica, supportata da una rete capillare di ospedali e istituti di ricerca, come il progetto Human Technopole; ha adottato per prima in Europa, nel 2012, un piano nazionale per la genomica in sanità pubblica ed è attivamente coinvolta in iniziative europee; il mercato dei test genomici è in forte sviluppo, con una crescente capacità tecnologica e una regolamentazione solida che garantisce qualità e sicurezza.
“L’obiettivo della missione è aiutare le aziende statunitensi a sviluppare opportunità commerciali e a identificare potenziali partner, clienti, agenti e distributori in Grecia, Turchia e Italia, nonché a facilitare i collegamenti con gli istituti di ricerca nazionali e i laboratori di genetica di ciascuno di questi Paesi”, si legge nel bollettino.
Il settore è sempre più al centro delle attenzioni americane, in particolare nel confronto con la Cina. A settembre la Camera dei rappresentati degli Stati Uniti ha approvato il Biosecure Act, che se passasse al Senato vieterebbe, per ragioni di sicurezza nazionale, contratti federali con cinque aziende biotecnologiche cinesi – WuXi AppTec, WuXi Biologics, BGI Group, MGI e Complete Genomics – e con quelle che fanno affari con loro.
Come rivelato su Formiche.net, BGI sembra essere l’azienda a cui il sottosegretario Alfredo Mantovano ha fatto riferimento, presentando a novembre il Piano d’azione nazionale per tutelare l’università e la ricerca italiane dalle ingerenze straniere. Tra gli esempi di casi che devono richiedere “particolare attenzione” quando si parla di ingerenze straniere nella ricerca italiana, aveva spiegato, c’è quello di “una collaborazione tra un’azienda italiana e un’azienda di uno Stato straniero sul sistema di sequenziamento del Dna con dati trasmessi tutti, nel dettaglio, nello Stato straniero”.
Formiche.net ha raccontato tanti dei contratti che legano il gigante biotech cinese a istituti e università in Italia. Un esperto ci ha spiegato il vantaggio strategico di un’azienda come BGI all’interno del sistema cinese: la raccolta di massa di dati sanitari, elaborati poi con l’intelligenza artificiale, può assicurare conoscenze importanti sulle tendenze del settore. Per esempio, se i dati suggeriscono una crescita dell’ipertensione in Europa, allora il governo cinese potrebbe incentivare le aziende farmaceutiche a produrre farmaci contro l’ipertensione.