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Israele-Hamas, la tregua c’è (per ora). Ecco i prossimi passi

Primo scambio: tre ostaggi e 90 detenuti. Il cessate il fuoco prevede una serie di scambi settimanali di ostaggi e detenuti, oltre al ritiro parziale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza. La seconda fase dell’accordo includerà ulteriori rilasci, con un possibile piano di ricostruzione e una forza di pace internazionale nella terza fase

Le Forze di difesa israeliane e lo Shin Bet, il servizio di intelligence per la sicurezza interna, hanno dichiarato congiuntamente che Hamas ha liberato gli ostaggi israeliani tramite la Croce Rossa, che ha confermato che le condizioni di salute delle tre donne liberate (Romi Gonen, Emily Damari e Doron Steinbrecher) sono “buone”. In risposta, Israele ha liberato 90 detenuti palestinesi, tra cui Khalida Jarrar, una delle prigioniere palestinesi più conosciute, e numerosi minori.

Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas è entrato in vigore oggi, ponendo fine a oltre 15 mesi di conflitto iniziato il 7 ottobre 2023 con un assalto dell’organizzazione palestinese al sud di Israele. L’accordo, mediato da Qatar, Egitto e Stati Uniti, prevede diversi passaggi, tra cui la liberazione di ostaggi e prigionieri, il ritiro parziale delle truppe israeliane dalla Striscia di Gaza e un notevole incremento degli aiuti umanitari. Israele ha già avviato il ritiro delle sue forze dalle aree circostanti la città meridionale di Rafah, spostandosi verso il corridoio di Filadelfia lungo il confine con l’Egitto. Questo passo iniziale dovrebbe preludere a ulteriori ritiri dalle aree urbane del territorio. Contemporaneamente, sono iniziate le operazioni di liberazione degli ostaggi israeliani e dei detenuti palestinesi, secondo una tempistica precisa per i prossimi due mesi.

La prossima tappa è prevista per la prossima domenica, quando verranno liberati altri quattro ostaggi e altri detenuti palestinesi. Questo scambio continuerà settimanalmente, con l’obiettivo di liberare 33 ostaggi israeliani e 737 prigionieri palestinesi entro i primi 42 giorni.

Un altro punto cruciale dell’accordo è il ritiro progressivo delle truppe israeliane. Il 2 febbraio è previsto un ulteriore ritiro dal corridoio di Netzarim, un’area strategica che separa Gaza City dal resto della Striscia di Gaza. Dal 10 febbraio, inoltre, ai palestinesi sarà consentito l’accesso alla parte settentrionale della Striscia attraverso la strada Salah al-Din, che collega diverse zone di Gaza.

L’accordo prevede anche una seconda fase, che dovrebbe iniziare a marzo, se le condizioni stabilite nella prima fase saranno rispettate. Questa fase includerà la liberazione di tutti gli ostaggi israeliani ancora vivi, principalmente soldati maschi, in cambio di ulteriori detenuti palestinesi. Inoltre, Israele completerà il ritiro dal corridoio di Filadelfia, segnando un cambiamento significativo nella dinamica del conflitto.

La terza fase dell’accordo, i cui dettagli non sono ancora definiti, potrebbe includere la consegna dei resti degli ostaggi deceduti e l’avvio di un piano di ricostruzione della Striscia di Gaza sotto supervisione internazionale, con il possibile dispiegamento di una forza di pace per un periodo di tre-cinque anni.

Per Joe Biden, presidente degli Stati Uniti che domani passerà il testimone a Donald Trump, è stata “una delle trattative più dure a cui ho mai preso parte”.

(Foto: Paulina Patimer​​​​​​​​​​​​​​​​)


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