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Perché i cambiamenti di Valditara vanno nella giusta direzione. Scrive Fruganti (Sui tetti)

Di Elena Fruganti

“Anche l’introduzione del latino opzionale dalla seconda media potrà offrire un valido contributo alla comprensione della logica della lingua italiana e dell’etimologia delle parole, contribuendo a rafforzare la padronanza linguistica e la comprensione del testo”. L’intervento di Elena Fruganti, docente di Diritto nella scuola statale e referente della Commissione educazione del network Ditelo sui tetti

Le nuove linee guida del primo ciclo annunciate dal ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara hanno acceso il dibattito pubblico. Il lavoro della Commissione preposta ha delineato le prime direttrici, ma ci sono ancora un paio di mesi di lavoro e alcuni spunti arriveranno anche dal confronto in atto. Naturalmente nessuna linea guida intacca la libertà di insegnamento dei docenti, quindi alcuni toni allarmistici sull’arrivo della scuola sovranista sono del tutto immotivati e propagandistici.

I cambiamenti annunciati sembrano andare nella giusta direzione. L’approccio alla letteratura per ragazzi e all’epica fin da piccoli sarà un ottimo aiuto per appassionare i bambini alla lettura, educarli alla comprensione di costrutti sintattici articolati e all’acquisizione di un lessico ampio, nonché di registri diversi. Anche l’introduzione del latino opzionale dalla seconda media potrà offrire un valido contributo alla comprensione della logica della lingua italiana e dell’etimologia delle parole, contribuendo a rafforzare la padronanza linguistica e la comprensione del testo. L’apprendimento a memoria di poesie e filastrocche alle elementari, attività che alcune maestre non hanno mai abbandonato, è fondamentale per esercitare la funzione mnemonica, che altrimenti rischia di non svilupparsi adeguatamente soprattutto nell’epoca della tecnologia smart, che fornisce tutte le informazioni in tempo reale senza bisogno di immagazzinarle.

Il ritorno della geografia come disciplina a se stante è una scelta che va a colmare una carenza culturale amplificatasi negli ultimi anni, così come l’approfondimento della storia d’Italia, d’Europa e dell’Occidente, ben collocato nel primo ciclo, che potrà essere di grande aiuto per i giovani studenti sia italiani che di origine straniera, che potranno avere maggior consapevolezza del contesto storico-culturale in cui vivono, favorendo un senso di sincera appartenenza.

All’attenzione alle STEM consolidata negli ultimi anni si affianca il potenziamento dello studio della musica, delle nozioni base della cultura cristiana, riconoscendo il valore della tradizione quale solido fondamento su cui innestare le nuove conoscenze, questo favorirà maggior equilibrio ed integrazione tra gli ambiti disciplinari, che all’unisono devono stimolare i ragazzi ad andare a fondo della loro curiosità, della loro domanda di senso, della loro passione per la vita.

La preoccupazione di sfrondare alcune discipline da retaggi ideologici tanto radicati quanto desueti favorirà una dinamica di insegnamento-apprendimento più plurale e libera, e ce n’era davvero bisogno! Il pluralismo educativo è infatti un valore sia per ciascuna scuola che per il sistema nel suo complesso; occorre perciò dare piena applicazione alla legge 62 del 2000 di cui quest’anno ricorrono i venticinque anni.

Riconoscere il diritto delle famiglie di educare ed istruire i figli, secondo il dettato dell’articolo 30 della Costituzione, induce a porre mano ad un rinnovato patto tra scuola e famiglia, che preveda nuove modalità e nuovi strumenti. Auspichiamo tempi brevi per le riforme in atto e per quelle che urgono.


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