Ancora una volta il Cremlino cerca di diffondere narrazioni sulla pace per seminare divisioni nell’Occidente sulla presunta faglia “guerrafondai contro pacifisti”. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca ha dato nuovo slancio. Cosa dice il report di EUvsDisinfo
Con il terzo anno di invasione russa dell’Ucraina alle porte e il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, il tema della pace è tornato al centro del dibattito internazionale. Ed è tornato il concetto russo di “pace”, che suona come una resa ucraina. EUvsDisinfo, progetto della Task Force East StratCom del Servizio europeo per l’azione esterna, ha analizzato l’evoluzione delle campagne di disinformazione del Cremlino, che sfruttano proprio questo concetto di “pace” per sostenere gli obiettivi geopolitici russi in Ucraina e oltre.
Un’evoluzione costante della narrazione
L’approccio del Cremlino alla pace si è trasformato nel corso della guerra. Nei primi giorni dell’invasione, il concetto di pace era del tutto assente: il tono era quello del trionfalismo. Tuttavia, di fronte alla resistenza ucraina, Mosca ha iniziato a parlare di pace mentre continuava a bombardare i civili, ricorda l’analisi. Ben presto, però, il Cremlino ha elaborato le proprie “proposte di pace”, semplici operazioni di propaganda volte a mascherare le reali ambizioni imperialiste della Russia. Con il proseguire del conflitto, la strategia si è raffinata: la guerra contro l’Ucraina è stata presentata come una lotta contro l’egemonia occidentale, un passo necessario per costruire un nuovo ordine mondiale multipolare. Ma c’era un ostacolo a questa narrazione: l’Ucraina e i suoi alleati stavano già lavorando per una pace giusta e duratura, costruendo una rete di sostegno globale. Di conseguenza, il Cremlino ha iniziato a screditare ogni iniziativa non basata sui suoi diktat imperialisti, presentando l’Occidente come un ostacolo alla pace.
Putin, il “negoziatore ragionevole”
Oggi, con Trump tornato alla Casa Bianca, la pace è tornata un tema caldo per la propaganda russa. Mosca cerca di dipingere il leader Vladimir Putin come un leader costruttivo e aperto al dialogo, un “bravo ragazzo” che chiede solo il riconoscimento delle “realtà attuali”. In questo contesto, Putin ha persino cercato di adulare Trump, affermando che la guerra non sarebbe mai iniziata se l’ex presidente fosse stato rieletto nel 2020. Tuttavia, questa affermazione appare quantomeno contraddittoria: il leader del Cremlino, noto per i suoi attacchi all’Occidente, avrebbe davvero delegato la politica estera russa a Washington? Un’uscita poco credibile, scrivono gli analisti di EUvsDisinfo. Tuttavia, nonostante queste ambiguità, la propaganda russa ha rapidamente modulato il tono, cercando di presentare la possibilità di un rapido negoziato con l’amministrazione Trump come una strada per porre fine alla guerra.
Delegittimare gli avversari
Un altro elemento chiave della strategia del Cremlino è la sistematica delegittimazione degli interlocutori ucraini. Mosca continua a dipingere il governo di Kyiv come un “regime nazista e terrorista” con cui è impossibile negoziare. Il presidente Volodymyr Zelensky è da tempo il principale bersaglio di questa campagna di disinformazione: il Cremlino cerca di far passare l’idea che non sia il legittimo leader dell’Ucraina e che non abbia alcun ruolo nei futuri negoziati di pace. Ma non è solo il governo ucraino a finire nel mirino: l’Unione europea stessa è sempre più nel mirino dalla propaganda russa, accusata di essere il principale ostacolo alla pace. Se in passato il Cremlino parlava genericamente di un “Occidente collettivo” ostile, oggi l’Unione europea viene citata sempre più spesso come un nemico concreto della pacificazione, insieme alla Nato.
Dividere il fronte occidentale
L’obiettivo principale di questa manipolazione è spezzare il sostegno internazionale all’Ucraina, creando divisioni tra gli alleati. Mosca punta a minare l’unità tra Unione europea e Stati Uniti, ma anche a seminare discordia tra gli Stati membri dell’Unione e all’interno delle singole nazioni, alimentando la contrapposizione tra “guerrafondai” e “pacifisti”. Per fare ciò, i media filorussi dedicano innumerevoli ore a diffondere narrazioni su un’Europa indebolita, incapace di sostenere la pace e irrilevante per gli interessi americani. Ma questa strategia rivela in realtà le debolezze stesse della Russia, osservano gli esperti: il Cremlino, consapevole dei propri limiti, proietta le sue fragilità sugli avversari. Molte voci chiedono la pace, ma il Cremlino cerca di distorcerne il significato per rafforzare la sua posizione. La strategia russa mira a creare condizioni negoziali che consolidino le conquiste territoriali ottenute con la forza, sancendo l’espansione imperiale di Mosca. Le “realtà attuali”, per usare le parole di Putin, significano in realtà la sottomissione di milioni di ucraini a un regime di occupazione repressivo e autoritario. Di fronte a questa prospettiva, è fondamentale non lasciarsi ingannare dalla propaganda russa e continuare a sostenere una pace giusta e duratura, che garantisca la libertà e l’indipendenza dell’Ucraina, avvertono in conclusioni gli analisti di EUvsDisinfo.