La sostenibilità, se davvero la si vuole raggiungere, si garantisce redistribuendo equamente i costi della transizione, con incentivi mirati per le aziende più esposte e politiche di protezione sociale per chi lavora nei settori in declino. Il commento di Francesco De Bettin, presidente di Dba group
Raggiungere il traguardo del Net zero carbon 2050 è una sfida cruciale per affrontare la crisi climatica. La sfida è operare per una Transizione ecologica possibile, progressiva, inclusiva e basata su un mix tecnologico che valorizzi fonti rinnovabili, tecnologie avanzate come il nucleare di ultima generazione e vettori energetici innovativi come l’idrogeno verde. Ci sono già modelli innovativi come le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) che offrono nuove opportunità per accelerare la transizione.
Serve però un approccio progressivo, per evitare impatti traumatici sui settori produttivi, sui lavoratori e sui modelli sociali che ci hanno permesso di progredire vorticosamente dalla Prima rivoluzione industriale, contraddizioni sociali comprese. La sostenibilità si garantisce redistribuendo equamente i costi della transizione, con incentivi mirati per le aziende più esposte e politiche di protezione sociale per chi lavora nei settori in declino. Si devono coinvolgere le comunità locali, per rendere il cambiamento condiviso, e promuovere un salto culturale capace di eliminare progressivamente gli eccessi connessi al vecchio modello di sviluppo.
Un mix energetico efficace combina tecnologie consolidate, come il fotovoltaico, l’eolico e l’idroelettrico, con risorse strategiche e altrettanto rinnovabili come la geotermia, le biomasse e vettori energetici innovativi come l’idrogeno verde e gli e-fuels. C’è poi il tema attualissimo della neutralità tecnologica e l’accettazione del principio secondo il quale le politiche e le strategie energetiche non dovrebbero favorire o discriminare nessuna specifica tecnologia o soluzione ma piuttosto creare un contesto in cui le diverse opzioni possano competere liberamente per raggiungere gli obiettivi prefissati, come la decarbonizzazione, l’efficienza energetica e la sostenibilità.
Questo non significa rinunciare al full electric finale ma solo prendersi il tempo che serve per evitare di trasformare l’ineludibile transizione energetica in un traumatico dramma sociale ed economico. Le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) sono un elemento chiave per la transizione energetica e la promozione dell’economia circolare. Riuniscono cittadini, imprese ed enti locali per produrre, condividere e consumare energia rinnovabile a livello locale, integrando diverse fonti come solare, eolico, mini hydro, geotermia e biomasse.
Questa integrazione permette di creare sistemi “Multi- Energy”, capaci di gestire e ottimizzare forme diverse di energia (elettrica, termica, meccanica) in modo sinergico. Le Cer offrono vantaggi importanti perché abilitano l’ottimizzazione delle risorse, l’autonomia energetica, l’economia circolare, la decarbonizzazione locale e l’ottenimento di benefici sociali ed economici. La geotermia è una risorsa strategica, poco considerata (non si sa perché) e tuttora sfruttata molto poca, soprattutto a bassa e media entalpia.
Con la sua capacità di produrre energia senza soluzione di continuità (fino a 8400 ore/anno) e il suo inesistente impatto ambientale, può integrare efficacemente le rinnovabili intermittenti come solare ed eolico. In Italia, la geotermia a media entalpia potrebbe coprire fino al 15% del fabbisogno energetico nazionale entro il 2035. Per valorizzarla, è necessario semplificare le procedure normative, incentivare progetti pilota e promuoverne la conoscenza tra cittadini e amministratori.
Il nucleare di ultima generazione offre soluzioni sicure ed efficienti. Prima di considerarlo un tema divisivo sarebbe necessario comprendere di cosa si tratta e come funziona. Le tecnologie nucleari Small Modular Reactor e Micro Modular Reactor rappresentano soluzioni innovative per la produzione di energia nucleare, ma non saranno ottimisticamente disponibili prima del 2030-2035. E nel frattempo? Per superare le resistenze e rendere il tema meno divisivo, bisogna puntare su una comunicazione trasparente, evidenziando i benefici in termini di stabilità e decarbonizzazione. È importante coinvolgere le comunità nei processi decisionali, offrendo vantaggi economici e occupazionali, e garantire il rispetto dei più alti standard di sicurezza, inclusa una gestione responsabile dei rifiuti radioattivi.