Kit Conklin, esperto del GeoTech Center, suggerisce all’amministrazione Trump un regime di screening degli investimenti in uscita focalizzato su tre aspetti: ampliamento delle autorità sanzionatorie, restrizioni settoriali specifiche e divieti sui titoli cinesi. Fondamentale rafforzare le capacità di intelligence economica per garantire l’efficacia delle norme e prevenire che il capitale americano finanzi direttamente la Cina, scrive
Se c’è una questione su cui ci sia aspetta continuità dagli Stati Uniti dopo il passaggio di consegne alla Casa Bianca tra Joe Biden e Donald Trump, quello è la Cina. Il presidente uscente, democratico, e quello eletto, repubblicano, potrebbero avere approcci diversi nel confronto con l’altra superpotenza: dal multilateralismo del primo si potrebbe passare a un unicameralismo del secondo, noto per l’approccio transactional. Ma il Congresso di Washington è compatto, a sostegno di una linea dura verso Pechino e il Partito comunista cinese. Una delle aree di intervento più urgente sembra essere l’ampliamento delle restrizioni agli investimenti in uscita che riguardano le società e i titoli associati al sistema di fusione militare-civile della Repubblica popolare cinese, alle violazioni dei diritti umani e al commercio di fentanyl.
Kit Conklin, nonresident senior fellow preso il GeoTech Center del think tank Atlantic Council, ha suggerito la creazione di un regime di screening degli investimenti in uscita focalizzato su tre aspetti fondamentali: ampliamento delle autorità sanzionatorie, restrizioni settoriali specifiche e divieti più ampi sui titoli e sui derivati della Repubblica popolare cinese negoziati in borsa. Durante il primo mandato, ricorda l’esperto con un passato nel governo americano, Trump ha emesso un executive order che proibiva agli americani di impegnarsi in determinate transazioni con titoli emessi da “aziende militari della Cina comunista”. Biden ha poi ampliato questa lista per includere le aziende di sorveglianza cinesi. L’amministrazione Trump dovrebbe ampliare ulteriormente la definizione di entità coperte e aumentare il numero di aziende cinesi nella lista proibita, scrive Conklin invitando la nuova amministrazione dovrebbe a trovare soluzioni alle scappatoie esistenti includendo divieti più ampi sui titoli emessi da entità cinesi ad alto rischio. Il successo del regime di screening, però, dipenderà dall’efficacia dell’applicazione delle norme, con un rafforzamento delle capacità di intelligence e di enforcement del Tesoro, avverte.
Per garantire rafforzare le capacità di intelligence e di enforcement del Tesoro, Conklin sostiene l’importanza di espandere l’Ufficio di sicurezza economica e tecnologie emergenti (Oeset) all’interno dell’Ufficio del direttore dell’Intelligence nazionale (Odni): aggiungere risorse per la raccolta e l’analisi dell’intelligence economica è fondamentale per supportare l’applicazione delle leggi sulla sicurezza economica, inclusi i controlli sugli investimenti in uscita e le esportazioni, scrive. Inoltre, auspica una revisione completa delle autorità per l’intelligence open-source (Osint) e i dati finanziari, per garantire che le agenzie d’intelligence, a partire da Central Intelligence Agency (Cia), National Security Agency (Nsa) e Federal Bureau of Investigation (Fbi), possano monitorare efficacemente i flussi di capitale e investimenti globali associati alle aziende cinesi ad alto rischio. Questa revisione deve anche assicurare che l’intelligence finanziaria non venga eccessivamente classificata, un problema chiave che potrebbe compromettere gli sforzi per collaborare con gli alleati sulle minacce poste dai flussi di capitale della Repubblica popolare cinese.
In sintesi, il rafforzamento delle capacità di intelligence e di enforcement del Tesoro è essenziale per rilevare le evasioni e prevenire che il capitale americano finanzi direttamente la Cina e gli altri rivali degli Stati Uniti. Questo permetterà agli Stati Uniti di aumentare la propria sovranità economica e difendersi meglio contro la complessa guerra finanziaria e delle catene di approvvigionamento condotta da Pechino, conclude l’esperto.
(Foto: White House)