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Un poliziotto moderno al Dis. Chi è Vittorio Rizzi

Il prefetto prende il posto di Belloni. Meloni: “Un funzionario dello Stato di primo ordine” che ha ottenuto “straordinari risultati operativi” che “sono apprezzati sia dentro che fuori i confini nazionali”. Al suo posto, come vice Aisi, il generale Cuzzocrea (Gdf)

Sessantacinque anni compiuti lo scorso 21 settembre. Poliziotto. Prefetto dal 2016. Vice capo vicario della Polizia dal giugno 2023 all’agosto 2024. Dal 2 settembre scorso vicedirettore dell’Agenzia informazioni e sicurezza interna (Aisi). È Vittorio Rizzi il nuovo direttore generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (Dis), che prende il posto di Elisabetta Belloni, che ha rassegnato le sue dimissioni. Per Rizzi un mandato di tre anni e otto mesi (ovvero il mandato classico, quello di quattro anni, meno i mesi già svolti all’Aisi). Si conferma, dunque, l’alternanza tra prefetti e ambasciatori al timone dell’organismo che coordina l’attività delle due agenzie di intelligence italiane. Alla vicedirezione dell’Aisi è stato nominato, con mandato di quattro anni, il generale Leandro Cuzzocrea, classe 1963, già capo di stato maggiore della Guardia di Finanza (l’altro vicedirettore è Carlo De Donno, generale dei Carabinieri, prorogato prima di Natale).

La Polizia nel Dna

Si è laureato in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e in scienze delle pubbliche amministrazioni presso l’Università degli Studi di Catania. Nel 1988 è entra nel ruolo dei commissari della Polizia di Stato dopo due anni nel settore privato.“Finalmente non sarò più il nipote di Vincenzo Parisi”, capo della Polizia dal 1987 al 1994, disse in un’operazione di successo nel 2009.

Il curriculum

Rizzi è un “mobiliere” (l’altra “casa” della Polizia è quella della Digos): è stato a capo delle squadre mobili di Venezia, Milano e Roma. Formatosi nella “scuola” dei capi Gianni De Gennaro e Antonio Manganelli. Ha una lunga esperienza nel settore investigativo: è stato al Servizio centrale operativo (Sco) del Dipartimento della Pubblica sicurezza come responsabile della sezione criminalità economica ed informatica, guidando anche indagini internazionali assieme alle agenzie di intelligence. È stato anche a capo del gruppo che, a Bologna, ha indagato sull’uccisione del giuslavorista Marco Biagi per mano delle Nuove Brigate Rosse (quando Alfredo Mantovano, oggi Autorità delegata e dominus del comparto intelligence nomine comprese, era sottosegretario all’Interno con delega alla pubblica sicurezza). È stato a Palazzo Chigi, come direttore dell’Ispettorato di Pubblica sicurezza, ovvero responsabile della sicurezza delle sedi istituzionali del governo. Poi direttore centrale anticrimine. Infine, vice direttore generale della Pubblica sicurezza – Direttore centrale della polizia criminale, guidando organismi interforze in ambito nazionale e internazionale, e vice capo vicario della Polizia di Stato.

L’insegnamento

Dal 2018 è titolare della cattedra di criminologia presso l’Università degli studi di Roma “La Sapienza” e dal 2022 di sociologia del crimine presso l’Università degli Studi Internazionali di Roma, ottenendo nel luglio 2022 il titolo di professore esperto di alta formazione presso l’Università “La Sapienza”.

Cosa pensa della tecnologia

A settembre Rizzi aveva tenuto un intervenuto pubblico soffermandosi sulla tecnologia nell’attività di investigazione. “L’era digitale ha determinato un’accelerazione enorme del cambiamento e questa accelerazione rende sempre più complesso inseguire nuove tecnologie e un lavoro enorme del legislatore per adeguare le norme al mondo che cambia. In questo millennio è cambiato radicalmente lo scenario”, aveva dichiarato. “Due sono i fattori che hanno determinato questo cambiamento”, aveva aggiunto. “Rivoluzione tecnologica, il passaggio dall’analogico al digitale, dall’altra parte anche la costante evoluzione dei paradigmi culturali, queste due rivoluzioni si inseriscono poi nella globalizzazione. Di fronte a questo, per semplificare, se un tempo un ‘ndranghetista veniva catturato in una caverna dell’Aspromonte oggi l’ultimo degli ’ndranghetisti, Rocco Morabito, è stato catturato attraverso una cybertrappola in Brasile”. Rizzi si era anche soffermato sull’intelligenza artificiale, dicendosi favorevole a un’integrazione nelle investigazioni perché “proprio da investigatore ritengo che l’intelligenza artificiale possa di gran lunga essere di aiuto in tanti campi”. Tuttavia, aveva invitato a “fare attenzione” affinché l’intelligenza artificiale non intervenga “nel lavoro di giudizio, che deve rimanere dell’uomo. Come nel caso dell’attività di un magistrato per esempio”. Fondamentale anche che “ne sia normato l’utilizzo. E non basterà una normazione nazionale, ma occorre quantomeno una regolazione comunitaria perché in questo millennio confini non ce ne sono”, aveva detto ancora.

Le parole di Meloni

La sua nomina è stata annunciata in mattinata in conferenza stampa da Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. “Un funzionario dello Stato di primo ordine e chiaramente la nomina verrà formalizzata nel prossimo Consiglio dei ministri previsto oggi”, ha detto citando gli “straordinari risultati operativi” raggiunti da Rizzi in vari ruoli ricoperti e “che sono apprezzati sia dentro che fuori i confini nazionali”. A Belloni, Meloni ha espresso pubblicamente “una stima e un rispetto enormi” per il lavoro svolto. “Mi pare che sia parecchio ambita anche fuori dai confini nazionali, quindi prevedo che il suo percorso non termini qui”, ha aggiunto con riferimento alle voci di un possibile incarico alla Commissione europea (Belloni nei giorni scorsi ha dichiarato che “Non c’è nessun incarico” sul tavolo).


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