Il gruppo di hacker NoName057(16) ha rivendicato per il terzo giorno consecutivo attacchi DDoS a siti italiani in risposta alle recenti dichiarazioni del Presidente Mattarella. Beniamino Irdi (Atlantic Council) sottolinea la necessità di un’azione coordinata a livello europeo per affrontare le minacce ibride in un contesto geopolitico in evoluzione
Il gruppo di hacker filorussi NoName057(16) ha rivendicato per il terzo giorno consecutivo attacchi a siti italiani con attacchi DDoS, una tipologia di attacco che prende di mira siti Web e server interrompendo i servizi di rete. Gli hacker dichiarano di avere colpito i siti di Mediobanca, Nexi e di società legate all’industria delle armi, cioè Benelli Armi, Fiocchi Munizioni, Franchi e Danieli. I bersagli di ieri, una ventina, includevano ministeri (Esteri, Economia, Infrastrutture e trasporti, Sviluppo economico), oltre a Carabinieri, Guardia di Finanza e aziende del trasporto pubblico.
Lunedì, rivendicando attacchi informatici a siti di banche e trasporti, NoName057(16) aveva spiegato che si trattava di una risposta alle parole del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, oggetto di critiche negli ultimi giorni da parte di Mosca.
Ieri il Presidente Mattarella è tornato a parlare del conflitto in Ucraina e della postura della Russia, già al centro del discorso pronunciato all’Università di Marsiglia che aveva scatenato la reazione di Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, per il parallelo tra il Terzo Reich e l’aggressione all’Europa tramite l’invasione dell’Ucraina che sta per compiere tre anni. Senza fare riferimenti diretti agli attacchi di Mosca, il Capo dello Stato ha rimarcato che la posizione dell’Italia, dall’inizio del conflitto, è stata sempre nitida e chiara: sostegno all’Ucraina per difendere il diritto internazionale e la sovranità di ogni Stato, ma anche la speranza che la Russia stessa possa rientrare presto all’interno dei valori e dei principi sanciti dalla Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale.
Bruno Frattasi, direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, ha confermato il collegamento tra le parole del Presidente Mattarella e gli attacchi informatici. In un’intervista al quotidiano La Stampa, ha spiegato che gli attacchi hanno “una finalità di disinformazione e di inquinamento del discorso pubblico”. “Le gang vogliono far apparire vulnerabile un Paese occidentale fedele alla linea europea”, ha aggiunto spiegando che, grazie alle contromisure attuate, gli effetti degli attacchi sono stati “ridotti e minimizzati”.
Proprio come Zakharova, anche NoName057(16) colpisce per ottenere visibilità e, di conseguenza, alimentare la polarizzazione delle società nei Paesi colpiti giocando di sponda con i simpatizzanti filorussi. “Gli attacchi hanno una chiara ispirazione ideologica: le stesse gang criminali la enfatizzano apertamente”, ha dichiarato Frattasi.
È arrivato il momento di passare all’azione, o quantomeno di discutere la possibilità di farlo, anche davanti alle minacce ibride, proprio come sta accadendo nell’ambiente cinetico, commenta Beniamino Irdi, nonresident senior fellow della Transatlantic Security Initiative presso il think tank americano Atlantic Council. “Con la nuova amministrazione americana focalizzata sulla rivalità con la Cina e più in generale sull’Asia-Pacifico, l’Europa è tornata a parlare di soldati da impiegare, in questo caso in Ucraina, come ha proposto il primo ministro britannico Keir Starmer”, dice.
Secondo Irdi, l’incontro organizzato lunedì dal presidente francese Emmanuel Macron potrebbe rappresentare l’inizio di una svolta. “A seguito dell’urgenza imposta dalle nuove dinamiche transatlantiche, è necessario aggiornare le procedure dell’Unione europea, che rappresentano da sempre la sua principale vulnerabilità. Lo ha evidenziato anche l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, invitando i 27 ad ‘agire sempre di più come se fossimo un unico Stato’. In questo senso, il vertice ristretto di Parigi può rappresentare un nuovo formato strutturato in grado di agire, e di farlo in fretta”, continua l’esperto.
La stessa urgenza applicata in maniera emergenziale alla situazione sul campo in Ucraina serve contro le minacce ibride, conclude Irdi: “È oggi più che mai cruciale che l’Europa, coinvolgendo anche il Regno Unito, abbia strumenti adeguati, tanto a livello nazionale quanto a livello sovranazionale, per riconoscere le minacce ibride e ampliare la discussione dal loro contenimento verso una dimensione di contrasto e deterrenza”.