ByteDance sta “rallentando” le trattative per la vendita della piattaforma in attesa del via libera da parte del governo di Pechino. Il Partito lega il futuro dell’app agli altri dossier sul tavolo con Washington
Le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina rischiano di compromettere il futuro di TikTok negli Stati Uniti. ByteDance, la società cinese che possiede l’app da 170 milioni di utenti in Americani, sta “rallentando” le trattative per la vendita della piattaforma in attesa del via libera da parte del governo di Pechino. Lo scrive il Washington Post.
L’approccio duro di Pechino
Le fonti anonime del Washington Post hanno affermato che la Cina, in linea con i dettami del Partito comunista cinese, potrebbe adottare un “approccio duro”, lasciando “morire” le attività di TikTok negli Stati Uniti in attesa di un “grande accordo” con l’amministrazione Trump. Quest’ultimo, secondo le fonti, dovrebbe includere “concessioni importanti” in termini commerciali e di politica tecnologica. I nuovi dettagli sono arrivati in un momento di crescente tensione tra Washington e Pechino: dopo i dazi del 10 per cento imposti dal presidente Donald Trump ai prodotti importati dalla Cina, Pechino ha risposto con limitazioni all’esportazione di minerali e con l’avvio di una causa antitrust contro Google. In tutto questo, le preoccupazioni di sicurezza nazionale alla base della decisione americana (sospesa) di vietare l’app e quelle legate al Primo Emendamento avanzate da chi critica il divieto (a partire da ByteDance) non sembrano essere al centro delle discussioni.
L’ipotesi fondo sovrano
Nei giorni scorsi il presidente Trump ha firmato un executive order che ordina ai dipartimenti del Tesoro e del Commercio degli Stati Uniti di creare un fondo sovrano che opererebbe al di fuori dei controlli della Federal Reserve e dello stesso Tesoro. Sono stati forniti pochi dettagli sulla creazione del fondo, che richiederebbe l’approvazione del Congresso e specifiche sulla provenienza del denaro. “Abbiamo un potenziale enorme”, ha dichiarato Trump dallo Studio Ovale, sottolineando che “in un breve lasso di tempo avremo uno dei fondi più grandi”. Alla domanda sull’uso del fondo per l’acquisto della piattaforma social TikTok, il presidente americano ha risposto: “Forse faremo qualcosa con TikTok, forse no”.
L’offerta di Xi
Nei piani del presidente cinese Xi Jinping c’è, invece, il recupero della “fase uno” dell’accordo firmato nel 2020 durante il primo mandato di Trump alla Casa Bianca, da integrare con temi specifici che vanno dallo yuan al fentanyl e agli assetti proprietari di TikTok. Dopo le ultime avvisaglie di dazi del 10% aggiuntivi su tutto l’import made in China verso gli Usa, Pechino punta a prevenire maggiori aumenti tariffari e restrizioni tecnologiche da parte di un agguerrito Trump 2.0 che avrebbero impatti pesanti sulla sua economia, ha rivelato il Wall Street Journal. Questa l’offerta che potrebbe arrivare da Pechino: riprendere l’accordo (non soddisfatto, ufficialmente per lo scoppio della pandemia del Covid-19) che vincolava la Cina ad aumentare gli acquisti di beni americani per 200 miliardi di dollari in due anni allo scopo di invertire la rotta del cronico deficit commerciale di Washington nell’interscambio bilaterale. Altre parti del piano allo studio di Pechino includono le rassicurazioni a non svalutare lo yuan per sostenere l’export, un’offerta per più investimenti cinesi negli Stati Uniti e un vincolo specifico a ridurre l’export di precursori del fentanyl, di cui la Cina è il principale produttore globale.