Maroš Šefčovič, vicepresidente esecutivo della Commissione, è al centro delle grandi sfide commerciali dell’Unione europea. Tra la minaccia dei dazi di Trump, la ricerca di un’intesa con l’India per ridurre la dipendenza dalla Cina e le tensioni con Pechino sul commercio e il sostegno a Mosca, il politico slovacco si muove su un delicato equilibrio diplomatico ed economico
L’uomo da seguire in questi giorni a Bruxelles per capire quale direzione prenderà la politica commerciale dell’Unione europea è Maroš Šefčovič, politico slovacco di 58 anni, il commissario europeo a oggi più longevo, con 15 anni di sicurezza. Nella Commissione presieduta da Ursula von der Leyen, è vicepresidente esecutivo con deleghe a commercio, sicurezza economica, relazioni interistituzionali e trasparenza.
Il dossier Usa
Il dossier più urgente sulla sua agenda sembra la politica commerciale degli Stati Uniti, con l’amministrazione di Donald Trump decisa a imporre dazi nei confronti di quelle economie che registrano surplus commerciali, come Messico, Canada, Cina e appunto l’Unione europea. Ieri il presidente americano ha annunciato ”dazi al 25% sulle auto e altre cose” nei confronti dei 27. I dettagli non sono ancora chiari, “saranno annunciati a breve”, ha precisato. Il problema, ha spiegato, non sono i Paesi europei, verso cui Trump ha ribadito il suo “amore”, bensì l’Unione europea che, a suo dire, sarebbe stata “formata per fregarci e hanno fatto un buon lavoro in questo”.
“Con gli Stati Uniti ci sono trattative in corso” sui dazi, ha spiegato oggi Olof Gill, portavoce della Commissione europea, ricordando che Šefčovič è volato oltreoceano una settimana fa. ”Tutto quello che posso dire è che ci sono stati incontri produttivi con gli americani, ma è molto chiaro che non ci impegneremo in discussioni dettagliate sulle trattative in corso”, ha spiegato il funzionario. “Tecnicamente è possibile che gli Stati Uniti decidano dazi diversi per i vari Stati dell’Unione europea”, ha poi aggiunto rispondendo a una domanda sul tema.
La missione in India
Sefcovic è parte della delegazione guidata dalla presidente von der Leyen che oggi e domani è a Nuova Delhi per incontri di alto livello con il governo indiano. Uno dei temi più sensibili della visita sarà il ruolo dell’India nella strategia europea di “de-risking” nei confronti della Cina. L’Unione considera Nuova Delhi un partner chiave per ridurre la dipendenza economica da Pechino, specialmente in settori strategici come la tecnologia avanzata e le materie prime critiche.
In ballo c’è un accordo commerciale e di investimento sul tavolo dal 2007 (con un interruzione dal 2015 al 2022). Oggi l’Unione europea è primo posto, superando la Cina, tra i partner commerciali dell’India nello scambio di beni. Secondo i dati ufficiali di Nuova Delhi, nell’ultimo anno fiscale indiano per cui si hanno dati completi, il 2023-24, finito a marzo 2024, l’India e l’Unione europea hanno commerciato merci per circa 137,41 miliardi di dollari. Inoltre, nel 2023 hanno commerciato servizi per 51,45 miliardi di dollari. Le esportazioni indiane l’Unione europea ammontavano a circa 62,28 miliardi di dollari nel 2023-24 e le importazioni a 75,13 miliardi di dollari.
Il prossimo viaggio in Cina
A proposito di Cina, oggi Anouar El Anouni, portavoce della Commissione europea per la politica estera, ha spiegato che l’Unione europea “condanna fermamente il continuo sostegno dei Paesi terzi” alla Russia nell’invasione dell’Ucraina “e li esorta a ritirare tutta la loro l’assistenza”. Parlando del rapporto tra Cina e Russia, il portavoce ha spiegato che il sostegno dei Paesi terzi all’aggressione russa nei territori ucraini “include non solo il sostegno militare diretto, ma anche la fornitura di beni a doppio uso e di prodotti sensibili che sostengono la base industriale militare della Russia”. In questo senso, la Cina “è il maggior fornitore di beni a duplice uso e di prodotti sensibili che sostengono la base militare industriale russa, e che si trovano fondamentalmente sul campo di battaglia: per essere chiari, si tratta di beni con applicazioni militari”, ha evidenziato ancora. “Siamo seriamente preoccupati per le notizie di aziende cinesi che forniscono componenti per droni d’attacco utilizzati dalla Russia sul campo di battaglia, o addirittura droni d’attacco completamente assemblati”, ha concluso il portavoce.
Il commissario Šefčovič sarà in Cina a fine marzo, ha rivelato ieri il South China Morning Post. Sarà il suo primo viaggio a Pechino nel suo nuovo incarico. Il viaggio avviene in un contesto di tensioni nei rapporti commerciali tra Unione europea e Cina, aggravati dalla sovraccapacità industriale cinese e dalle tariffe europee sulle auto elettriche cinesi. Bruxelles ha inoltre chiesto a Pechino di migliorare l’accesso al mercato per le aziende europee, finora con scarso successo. Nel frattempo, però, le relazioni transatlantiche sono in crisi, come detto. In questo quadro, von der Leyen ha recentemente aperto alla possibilità di migliorare i rapporti con la Cina, pur ribadendo la necessità di “de-risking” per proteggere gli interessi europei. Šefčovič, durante la sua visita negli Usa, ha esplorato la possibilità di una collaborazione con Trump sulla politica cinese, ma un accordo sembra improbabile.