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Capire Elon Musk significa andare oltre la superficie. L’opinione di Zennaro

Di Antonio Zennaro
Musk - X

Non si tratta solo di capire perché ha comprato una piattaforma, lanciato un razzo o aperto una fabbrica in Cina. Si tratta di comprendere come un singolo individuo, dotato di mezzi, visione e abilità comunicativa, può oggi modificare gli equilibri tra Stati, aziende e opinioni pubbliche. Il commento di Antonio Zennaro, già membro del Copasir e della commissione Finanze della Camera dei deputati

Nel nostro tempo, la figura dell’imprenditore ha subito una trasformazione radicale. Da costruttore di prodotti a modellatore di sistemi. E se c’è un uomo che incarna questa metamorfosi è Elon Musk. Ogni sua mossa, un’acquisizione, un tweet, un investimento, scatena reazioni che vanno ben oltre i mercati finanziari. Perché?

La risposta è semplice ma scomoda: Musk non gioca nel campo dell’imprenditoria classica, ma in quello del potere strategico.

Una comunicazione che non informa, ma orienta

Quando Musk twitta, non comunica: posiziona. Ogni frase, ogni immagine, ogni silenzio è parte di una costruzione narrativa. E questa narrazione non è solo marketing: è una proiezione di forza, una dichiarazione d’intenti. Ha capito che nel XXI secolo il controllo dell’attenzione vale quanto il controllo delle risorse. E l’ha fatto suo.

Oltre il prodotto: la rete infrastrutturale del potere

Tesla, SpaceX, Starlink, Neuralink, xAI. A prima vista, sembrano aziende diverse. In realtà, sono tessere di un disegno più ampio. Musk sta costruendo un’architettura che combina trasporti, comunicazioni, spazio, energia, intelligenza artificiale. Ogni settore è un pilastro strategico del mondo moderno. Chi li controlla, non vende prodotti: influenza sistemi.

L’autonomia come strategia

Una delle costanti nelle sue mosse è l’ossessione per l’autonomia, quella tecnologica: realizzare in-house ciò che altri affidano a fornitori; energetica, dalle batterie all’energia solare; informativa: dall’acquisto di Twitter alla costruzione di canali diretti con il pubblico; geopolitica: trattare con Cina, Usa, Europa, Medio Oriente senza schierarsi, ma dialogando con tutti

Non è solo questione di controllo operativo. È una strategia di posizionamento che consente a Musk di non dipendere da nessuno, ma essere utile a tutti.

Lo spazio, l’orbita, la Terra: livelli di potere

Starlink è un esempio lampante. Apparentemente è una costellazione di satelliti per offrire internet globale. In realtà è una rete infrastrutturale con valenza strategica, militare, diplomatica. In Ucraina, ha fatto la differenza. In Iran, è stata evocata come strumento di libertà. Ovunque, rappresenta una leva di pressione silenziosa.

Il messaggio implicito è chiaro: sono in grado di fornire o interrompere connettività, e quindi potere operativo.

L’imprevedibilità come arma

Molti critici puntano il dito contro le uscite imprevedibili di Musk, le battute, le provocazioni. Ma questa imprevedibilità non è solo eccentricità. È un elemento tattico. Nel caos, Musk guadagna spazio. Quando tutti cercano equilibrio, lui prospera nella turbolenza. L’incertezza che genera attorno alle sue mosse lo rende più difficile da incasellare, da anticipare, da controllare.

Non un uomo, ma un nuovo tipo di attore

La vera anomalia non è ciò che Musk fa, ma ciò che rappresenta.
È un imprenditore che ha oltrepassato i confini del mercato, senza entrare formalmente in quelli della politica, ma esercitandone molte delle funzioni: influenza l’opinione pubblica globale; negozia con Stati come farebbe un leader; interviene in scenari di crisi con risorse proprie; definisce priorità tecnologiche per interi settori.

Musk non è un amministratore delegato. È un attore sistemico in un’epoca di attori ibridi. In un mondo dove le istituzioni arrancano, lui propone una visione, un ordine, un linguaggio del futuro.

Capire Elon Musk significa andare oltre la superficie. Non si tratta solo di capire perché ha comprato una piattaforma, lanciato un razzo o aperto una fabbrica in Cina. Si tratta di comprendere come un singolo individuo, dotato di mezzi, visione e abilità comunicativa, può oggi modificare gli equilibri tra Stati, aziende e opinioni pubbliche.

In fondo, la sua mossa più potente non è quella visibile. È aver trasformato ogni sua azione in una partita a scacchi globale.


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