Skip to main content

Coinvolgere la finanza privata nel riarmo europeo. La proposta francese

Di Filippo Del Monte

L’apertura del governo francese ad una ipotesi privata di finanziamenti per la Difesa è una idea utile, certamente da valutare, anche in previsione di una sua estensione all’estero, in Paesi dove il dibattito si sta svolgendo attorno alle risorse statali da impiegare per il riarmo, come in Italia. L’analisi di Filippo Del Monte

Il ministro dell’Economia francese, Éric Lombard, ha evidenziato come “esistano delle piste interessanti di mobilitazione del risparmio dei francesi” per finanziare gli investimenti per la Difesa, senza dover aumentare contestualmente le tasse. Uno dei problemi principali connessi non solo a ReArm Europe, ma anche ai piani nazionali di rafforzamento della propria deterrenza militare, è proprio quello di natura economica.

Si ragiona su quanto e come (invero, il “come” è più trascurato) spendere ma una questione centrale è anche dove trovare le risorse. Perché proprio sull’individuazione delle risorse economiche necessarie stanno nascendo i primi importanti distinguo in sede europea. Un esempio, la richiesta italiana di lasciare libera scelta sui fondi di coesione, senza obbligatoriamente dirottarli sugli investimenti militari.

Poiché il piano di riarmo europeo non potrà essere interamente sostenuto dal debito pubblico dell’Unione, parte rilevante lo avranno i bilanci dei singoli Stati membri. Da qui la necessità di coinvolgere attori diversi dalla finanza pubblica. Non a caso, la Francia ha individuato nel risparmio gestito una di queste risorse: come ha spiegato Mauro Zanon su Il Foglio, a Parigi si sta discutendo su due modelli ed in Parlamento sono stati presentati due disegni di legge appositi, “il primo è il disegno di legge presentato lo scorso anno dal gollista Pascal Allizard che suggerisce di destinare una parte dei fondi del Livret A (il classico libretto di risparmio dei francesi, esente da tasse), all’industria della difesa. Il secondo, promosso dal socialista Rachid Temal, invoca invece la creazione di un nuovo strumento, un “libretto di risparmio difesa sovranità”.

Ma da sottolineare è che il prossimo 20 marzo a Bercy, i ministri di Economia e Difesa, Lombard e Lecornu, incontreranno investitori, banchieri e assicuratori per spiegare i piani di finanziamento per la Difesa e valutare la disponibilità del settore privato a sostenere i piani dell’Eliseo in tal senso. Sotto questo aspetto va evidenziato che Lombard è sempre stato un sostenitore dell’abbattimento delle barriere di tipo finanziario ed etico-ideologico che tenevano la finanza privata lontana dall’industria della difesa, fin dai tempi in cui era alla guida della Caisse des dépôts et consignations (Cdc).

L’apertura del governo francese ad una ipotesi “privata” di finanziamenti per la Difesa è una idea utile, certamente da valutare, anche in previsione di una sua estensione all’estero, in Paesi dove, finora, il dibattito si sta svolgendo, in particolare, attorno alle risorse statali da impiegare per il riarmo, come in Italia. Inutile negare che gli investitori privati ed i fondi previdenziali giocherebbero un ruolo di una certa importanza se le loro risorse venissero liberate a favore di industrie della Difesa o di progetti di ricerca nel settore, grazie anche alle indicazioni dei decisori politici.


×

Iscriviti alla newsletter