Un recente rapporto dell’agenzia cyber avverte: l’intelligenza artificiale generativa può essere impiegata per diffondere disinformazione, lanciare attacchi di phishing e condurre operazioni di hacking, sfruttando dati sensibili su politici e cittadini. Pur ritenendo improbabile un attacco capace di compromettere l’integrità elettorale, il centro sottolinea la necessità di rafforzare le misure di sicurezza per proteggere la democrazia canadese
L’agenzia cyber del Canada ha lanciato un avvertimento in vista del voto per scegliere il successore di Justin Trudeau: Paesi come Cina, Russia e Iran potrebbero sfruttare l’intelligenza artificiale per interferire nelle prossime elezioni federali e fuorviare gli elettori. In un rapporto sul rischio per il processo democratico canadese, il Communications Security Establishment ha evidenziato che attori ostili stanno valutando l’uso di tecnologie di intelligenza artificiale generativa per creare e diffondere disinformazione, mirata a dividere l’opinione pubblica e a spingere narrazioni favorevoli agli interessi stranieri.
Il documento, lungo 28 pagine, descrive come strumenti simili a ChatGPT – in grado di generare testi, immagini, codice, musica e video – possano essere impiegati per compiere operazioni di phishing e per automatizzare la creazione di account sui social media. Questi strumenti permetterebbero, per esempio, di lanciare campagne di disinformazione su scala industriale senza il diretto intervento umano.
Il rapporto sottolinea che, pur essendoci una reale evoluzione delle minacce, il centro ritiene “molto improbabile” che le attività basate sull’intelligenza artificiale possano compromettere in maniera fondamentale l’integrità delle elezioni canadesi. Tuttavia, la disponibilità di enormi quantità di dati – raccolti attraverso fonti aperte, acquisti segreti o attacchi informatici – sui politici, giornalisti e cittadini, rende possibile una profilazione accurata per operazioni di hacking e leak finalizzate a danneggiare il sistema democratico.
Un caso recente ha evidenziato come gli attori stranieri stiano già operando in questo ambito: una campagna di disinformazione ha preso di mira la candidata alla leadership liberale Chrystia Freeland, collegata a un account popolare su WeChat, presumibilmente gestito da fonti cinesi. Oltre a questo, il centro mette in guardia contro il rischio di attacchi informatici diretti e operazioni di phishing che potrebbero compromettere i sistemi informatici dei partiti politici, che custodiscono terabyte di dati sensibili relativi agli elettori.
Il rapporto evidenzia anche il pericolo rappresentato dall’uso di strumenti di intelligenza artificiale da parte di attivisti interni, i quali potrebbero facilmente utilizzare tecnologie disponibili sul mercato per diffondere notizie false e creare divisioni nel clima politico, soprattutto in vista di un’elezione che potrebbe addirittura essere anticipata.
Infine, il documento aggiorna le valutazioni precedenti includendo il fenomeno delle deepfake e, in particolare, la diffusione di pornografia deepfake. Queste pratiche, che colpiscono in particolare donne e membri della comunità 2SLGBTQI+, rischiano di minare la partecipazione e la fiducia nella democrazia canadese.
Per questo, il centro assicura di aver messo in atto misure preventive e di lavorare a stretto contatto con Elections Canada per tutelare la sicurezza del processo elettorale.