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Trent’anni di un radicale in Forza Italia. Elio Vito racconta il suo libro

Se un libro deve avere una morale, quella del mio libro è di impegnarsi in politica, non necessariamente in un partito, ma anche tramite movimenti, organizzazioni umanitarie, attivisti, associazioni. L’intervento di Elio Vito

Sarà presentato mercoledì 2 aprile, alle ore 12, alla Sala della Lupa della Camera dei deputati (ingresso solo con accredito, sino a esaurimento dei posti), il mio libro Quel che so di loro. Trent’anni di un radicale in Forza Italia, edito da Rubbettino, in libreria ad aprile.

Alla presentazione del libro, che sarà moderata da Ludovica Ciriello, giornalista di La7, interverranno tre ex presidenti della Camera, Pierferdinando Casini, Gianfranco Fini e Luciano Violante, che ringrazio per la disponibilità. Sono stati miei presidenti della Camera mentre sono stato, rispettivamente, capogruppo di maggioranza, ministro dei rapporti con il Parlamento e parlamentare di opposizione. Con loro si potranno analizzare, quindi, i diversi aspetti del ruolo del Parlamento e dei rapporti parlamentari tra maggioranza e opposizione e con il governo. Si tratta di un ruolo, quello del Parlamento, centrale nella nostra democrazia, ma che è da diversi anni in crisi; vedremo come questa crisi si è sviluppata e le responsabilità che hanno avuto i partiti in questa crisi.

Dei partiti, di destra, centro, di sinistra, populisti, verdi, parlo diffusamente nel libro ma mi soffermo maggiormente sui partiti con i quali sono stato eletto, i Radicali e Forza Italia, partiti che ho conosciuto bene.

Nel libro, a proposito dei partiti e dei loro leader, e di quello che è successo in diversi anni e mie tante legislature, ben otto, ci sono vari episodi, alcuni anche inediti; non tratto, però, di questioni private o personali dei politici e dei leader che ho conosciuto, anche da vicino.

Il libro si conclude ricordando la vicenda delle mie dimissioni da deputato, nel 2022, dopo avere lasciato Forza Italia, il partito nelle cui liste ero stato eletto. Dimissioni doverose, ho sempre considerato il trasformismo, il passaggio cioè dei parlamentari durante la legislatura da un partito all’altro, un fenomeno deteriore, che alimenta sfiducia nella politica e nelle istituzioni. È grave che oggi i partiti si vantino, invece, di praticare ed incoraggiare fenomeni di trasformismo, annunciando trionfanti l’ingresso di un parlamentare eletto nelle liste di un altro partito.

Nel libro cercherò di spiegare perché mi sono dimesso, da Forza Italia e dal Parlamento, quali sono state le ragioni, di politica interna ed internazionale, della rottura con questo partito, nel quale ho militato a lungo. Qui, a Formiche, che ringrazio per questo spazio concessomi, posso anticipare che una buona parte di queste ragioni sono maturate per le ambiguità e le contraddizioni di Forza Italia, del suo leader Silvio Berlusconi e delle sue aziende, con la Cina e con le aziende cinesi e con la Russia di Vladimir Putin.

Le cronache politiche e giudiziarie di questi giorni stanno confermando, purtroppo, quelle mie preoccupazioni.

Ma prima di arrivare alle dimissioni, nel libro si parla di come ho iniziato a fare politica, della mia esperienza in consiglio comunale a Napoli, dopo quella di Marco Pannella, erano i tempi del caso Tortora, di come con i radicali sono entrato in Parlamento nel 1992 e di come, sempre con i radicali sono entrato in Forza Italia, dove sono rimasto per trent’anni.

Se un libro deve avere una morale, quella del mio libro è di impegnarsi in politica, non necessariamente in un partito, ma anche tramite movimenti, organizzazioni umanitarie, attivisti, associazioni.

Ne vale sempre la pena.


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