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Sempre più Golden Power. E il governo apre al tagliando

Nei primi mesi dell’anno, le notifiche sono aumentate di un terzo rispetto allo stesso periodo del 2024. L’anno scorso l’incremento è stato del 14% delle notifiche rispetto al 2023. Il sottosegretario Mantovano ha sottolineato la necessità di riflettere su un possibile tagliando della legge, per adattarla a un contesto economico e geopolitico in evoluzione

Nei primi due mesi di quest’anno sono state notificate 122 operazioni allo scrutinio della presidenza del Consiglio per l’esercizio del Golden Power: 20 riguardano la difesa e la sicurezza nazionale. Nello stesso periodo del 2024 le notifiche erano state 89, c’è stata quindi l’espansione di un terzo. Lo ha detto il sottosegretario Alfredo Mantovano, Autorità delegata per la sicurezza della Repubblica. Numeri snocciolati ieri in occasione della presentazione della Relazione annuale 2024 sulla politica dell’informazione per la sicurezza.

I numeri della relazione

La relazione indica che nel 2024 le notifiche pervenute sono state 660, con un aumento del 14% rispetto al 2023 (577 notifiche). Per quanto riguarda gli esiti dei procedimenti, si è fatto ricorso per due volte all’esercizio dei poteri speciali nella massima forma, in un caso, dell’opposizione alla realizzazione di una specifica operazione di acquisizione di una società target italiana e, nell’altro, del veto alle delibere societarie assunte dai notificanti. Ulteriori 23 operazioni sono state sottoposte a specifiche misure di mitigazione dei rischi e tutela degli interessi pubblici coinvolti.

L’ipotesi tagliando

La legge Golden Power è del 2012 ma “la sua applicazione più estesa si ha da circa 3-4 anni a questa parte”, ha spiegato Mantovano. “E quindi, negli ultimi mesi la riflessione si sta moltiplicando e anche approfondendo in luoghi qualificati. Credo che un elemento che faccia riflettere è questa forbice molto larga tra il numero delle notifiche e il numero poi dei provvedimenti adottati”, ha proseguito evidenziando anche come alcune notifiche avvengono anche su iniziativa delle stesse aziende, il che “manifesta anche una accresciuta sensibilità”. Anche alla luce di un contesto “completamente diverso non solo da quello in cui la legge è stata approvata ma anche dagli anni successivi alla sua approvazione”, non è “fuori luogo pensare, in un’ottica di condivisione, a una sorta di tagliando della legge stessa per capire se qualche aspetto possa essere registrato”, ha aggiunto. Lo scorso novembre, il sottosegretario aveva spiegato che il governo è aperto al confronto ma che un aggiornamento può funzionare “soltanto se inserito in una strategia di sicurezza nazionale economica” che coinvolga “ogni articolazione del team Italia”.

Le rassicurazioni sull’esercizio di poteri speciali

Nell’uso dello strumento Golden Power come avvenuto finora “non vi è un deragliamento o un andare oltre i binari per i quali esso è stato previsto”, ha dichiarato Mantovano. “La tentazione ogni tanto c’è da parte di alcuni dei soggetti che partecipano al gruppo tecnico di coordinamento, però è una tentazione che finora è stata respinta”, ha detto ancora. Come spiegava a novembre Roberto Garofoli, presidente di sezione al Consiglio di Stato, che di Golden Power si è occupato anche da sottosegretario alla presidenza del Consiglio durante il governo Draghi, i poteri speciali “non hanno nulla e non dovrebbero avere nulla a che fare con la politica industriale”, “anche se ciò non esclude che ci sia un forte nesso tra esercizio dei poteri speciali e logiche di politica industriale”.


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