Con l’asse transatlantico da reiventare e il mondo in subbuglio, l’auspicio è che i due Paesi siano in grado di coglierle con tempismo le opportunità. A partire dal Piano d’azione bilaterale firmato poco più di un anno fa. L’intervento del deputato Giangiacomo Calovini, presidente del gruppo interparlamentare di amicizia italo-tedesca, e di Matteo Scotto, direttore ricerca e progetti di Villa Vigoni, Centro italo-tedesco per il dialogo europeo
Il rapporto tra Italia e Germania in Europa è da sempre sottovalutato. Eppure, questi due Paesi condividono non già un’economia integrata con un interscambio commerciale di 164 miliardi di euro (dati Istat 2023), ma un senso storico di responsabilità e appartenenza all’Unione europea.
Con Friedrich Merz, prossimo cancelliere tedesco, l’Italia ha la possibilità di aprire una nuova fase delle relazioni bilaterali. Da molto tempo Italia e Germania non avevano interessi strategici così convergenti. Primo fra tutti, la difesa. Hanno comparti industriali di peso, come il recente accordo tra Rheinmetall e Leonardo dimostra, spendibili per una maggiore cooperazione europea in materia di capacità militari. Hanno entrambi un interesse a rimodulare con pragmatismo gli obbiettivi europei della transizione verde a tutela delle nostre industrie, specie nel settore manufatturiero. Hanno entrambi un interesse a immaginare un nuovo quadro a lungo termine di approvvigionamenti energetici, fondamentali per la struttura delle nostre economie, più diversificato e indipendente rispetto al passato. In ultimo, hanno entrambi un interesse a riconfigurare a Bruxelles la gestione della immigrazione, con l’implementazione di politiche che mettano al centro regole e sicurezza dei cittadini.
In estrema sintesi, Italia e Germania possono portare avanti una agenda condivisa basata sul realismo politico.
Una sintonia tra Roma e Berlino è possibile. Il partito uscito vincitore dalle elezioni in Germania, Cdu-Csu, e la compagine di governo in Italia condividono la necessità di un pragmatismo negoziale a livello europeo volto all’allineamento anzitutto tra gruppi più ristretti di Paesi. È l’Europa a più velocità: chi vuole andare avanti con l’integrazione europea, giusto che possa farlo. Gli altri si aggiungeranno se e quando saranno pronti.
Gli strumenti ci sono già. L’attivazione del Piano d’Azione italo-tedesco per la cooperazione strategica bilaterale e nell’Unione europea firmato a novembre 2023 può rappresentare il primo passo. Si tratta di una cornice istituzionale ideale, nella quale si esprimono gli intenti per una alleanza nei settori qui menzionati. Le opportunità per il rilancio del processo di integrazione sono di fronte a noi. Con l’asse transatlantico da reiventare e il mondo in subbuglio, l’auspicio è che Italia e Germania, insieme all’Europa, saranno in grado di coglierle con il giusto tempismo.