Skip to main content

Agenti cinesi nel palazzo presidenziale. Accade a Taiwan

Alcuni soldati taiwanesi, reclutati tramite intermediari legati all’intelligence cinese, hanno fotografato e venduto informazioni interne dell’ufficio presidenziale. Il tutto in un contesto di crescente attività di spionaggio, che ha spinto il nuovo presidente taiwanese ad adottare misure più severe

“L’ufficio presidenziale dovrebbe essere il luogo più sicuro, eppure continuano a verificarsi episodi come questo. Ciò dimostra quanto sia grave l’infiltrazione cinese a Taiwan”. Così Chung Chih-tung, ricercatore presso l’Institute for National Defense and Security Research, un think tank taiwanese finanziato dal governo, ha parlato al Washington Post della recente condanna di alcuni soldati incaricati della sicurezza dell’ufficio del presidente taiwanese per aver fotografato e venduto informazioni riservate.

La vicenda

Secondo l’accusa i soldati Lai Chong-yu e Chen Wen-hao sono stati reclutati da agenti dell’intelligence cinese attraverso un intermediario. Quest’ultimo identificato in Huang Tsung-yi, cittadino taiwanese accusato di agire per conto di Pechino e di persuadere i militari a vendere informazioni alla Cina, fuggito in Cina prima di poter essere arrestato. I due hanno fotografato “informazioni interne segrete di carattere militare” poi trasmesse da Lai a Huang o direttamente all’intelligence cinese. Dopo il congedo di Lai nel 2023, altri due soldati, Li Yu-er e Lin Yu-kai, hanno continuato l’attività. In cambio, hanno ricevuto pagamenti compresi tra 8.000 e 20.000 dollari tra il 2022 e il 2024. “Le loro azioni hanno tradito il Paese e messo in pericolo la sicurezza nazionale”, ha dichiarato la corte in un comunicato. Tuttavia, non sono stati incriminati per spionaggio poiché le informazioni sottratte non erano classificate come “riservate”: si trattava di documenti interni dell’ufficio presidenziale che non avrebbero dovuto essere divulgati, secondo la corte.

Le condanne

Tutti e quattro i soldati sono stati condannati per corruzione per aver accettato tangenti, mentre Lai e Chen sono stati anche incriminati per violazione della legge sulla sicurezza nazionale di Taiwan, reato che ha comportato un’aggiunta di otto mesi di carcere. In totale, le pene detentive variano da cinque anni e dieci mesi fino a sette anni. Secondo l’esperto Chung c’è un problema di pene lievi: “La giustizia taiwanese è stata troppo indulgente con le attività di spionaggio, il che significa che non rappresenta un deterrente sufficiente”, ha dichiarato.

L’approccio del nuovo presidente

Il presidente Lai Ching-te, insediatosi lo scorso maggio, ha adottato una linea più dura nei confronti di Pechino. Per esempio, ha proposto di reintrodurre i tribunali militari dell’epoca della legge marziale per affrontare in modo più rapido e severo i casi di spionaggio nelle forze armate taiwanesi. “Ultimamente, la Cina sta approfittando della libertà, della diversità e dell’apertura della democrazia taiwanese per reclutare bande criminali, media, commentatori, partiti politici e persino membri attivi e in congedo delle forze armate e della polizia per portare avanti azioni mirate a dividerci, distruggerci e sovvertirci dall’interno”, ha dichiarato il presidente. E le autorità taiwanesi hanno intensificato le azioni giudiziarie contro membri attivi e in congedo dell’esercito, che da tempo sono un obiettivo privilegiato dello spionaggio cinese.

Un fenomeno in crescita

Ora, però, l’intelligence cinese sta prendendo di mira non solo gli alti ufficiali, ma anche i soldati di rango inferiore, sfruttando piattaforme social, giochi online e siti che offrono prestiti. La scorsa settimana l’Ufficio per la sicurezza nazionale di Taiwan ha annunciato la scorsa settimana che il numero di persone incriminate per spionaggio a favore della Cina nel 2024 ha superato ogni record recente per il secondo anno consecutivo. In particolare, ci sono state 10 incriminazioni per spionaggio cinese nel 2022, 48 nel 2023 e 64 nel 2024. Molti di coloro che sono stati scoperti a spiare per conto di Pechino erano militari in servizio o ex membri delle forze armate taiwanesi, presi di mira deliberatamente dall’intelligence cinese perché in possesso di informazioni riservate sulle capacità militari dell’isola. I procuratori taiwanesi questo mese hanno annunciato indagini su due membri dell’aeronautica, uno in servizio e uno in congedo, sospettati di aver passato informazioni su uno dei più avanzati sistemi missilistici di Taiwan all’intelligence cinese.

Con la mente a Washington

Questi ultimi casi si verificano in un momento di incertezza nelle relazioni tra Taiwan e gli Stati Uniti, il principale sostenitore militare dell’isola contro le minacce di Pechino, con l’amministrazione Trump. “Bisogna riconoscere che il governo e l’esercito di Taiwan hanno rafforzato gli sforzi di controspionaggio nell’ultimo decennio, il che in parte spiega l’apparente aumento dei casi. Stiamo vedendo emergere più casi”, ha detto Drew Thompson, ex funzionario del Pentagono esperto di Cina, Taiwan e Mongolia, ora docente presso la S. Rajaratnam School of International Studies di Singapore.


×

Iscriviti alla newsletter