La società dei cavi sottomarini passerà da Tim alla cordata con Mef (al 70%) e Retelit (al 30%). Ma, secondo quanto appreso da Radiocor, ci vorrà ancora qualche giorno per completare le procedure
Ci vorrà qualche giorno in più del previsto per il closing su Sparkle, la società dei cavi sottomarini ceduta da Tim alla cordata tra il ministero dell’Economia e delle finanze (al 70%) e Retelit (al 30%).
Le tempistiche
La firma dell’accordo, che valuta Sparkle 700 milioni di euro, era attesa entro ieri. Tuttavia, stando a quanto appreso da Radiocor, ci vorrà ancora qualche giorno per completare le procedure. Il perfezionamento dell’operazione è previsto entro il primo trimestre del 2026, previo l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di golden power visto che Sparkle è una società strategica.
L’ultima delle grandi cessioni
Per Tim è l’ultima di una serie di dismissioni tra cui Inwit e la rete, che le hanno permesso in un paio di anni di ridurre i debiti sotto 7 miliardi. Per il Tesoro, invece, è il terzo investimento diretto e indiretto sull’ex monopolista delle telecomunicazioni dopo quello fatto lo scorso luglio nel 16% nella rete fissa di Fibercop, e a quello appena fatto indirettamente, attraverso Poste Italiane, per diventare il primo socio di Tim. Come scrive Repubblica, tra capitale e assunzione di debiti, tra investimenti diretti e indiretti, nell’arco di dieci mesi il Tesoro ha messo 4,28 miliardi di euro su Tim e sulle sue reti. A ciò si aggiunge l’aumento di capitale da 1,05 miliardi sottoscritto al 60% da Cdp per sostenere il piano per completare la rete in fibra di Open Fiber. Ecco che in meno di un anno il Tesoro ha destinato circa 5 miliardi di euro di risorse, tra capitale e debito, nella telefonia e nelle reti tricolori.
Verso il cda di lunedì
Nel consiglio di amministrazione di Tim convocato per lunedì è atteso sul tavolo, come anticipato dal Messaggero, l’aggiornamento del contratto di servizio con il Polo strategico nazionale per il cloud partecipato, oltre che dal gruppo telefonico, da Leonardo, Cdp Equity e Sogei. Un contratto che era stato stipulato nel 2023. Il Polo strategico nazionale ha l’obiettivo di portare entro il 2026 il 75% delle pubbliche amministrazioni sul cloud.