Il Mar Baltico è diventato teatro di ripetuti attacchi contro cavi sottomarini (almeno 11 in 15 mesi) con sospetti orientati verso la Russia. In parallelo, simili minacce ibride emergono vicino a Taiwan, aumentando l’urgenza per un rafforzamento internazionale della sicurezza delle infrastrutture di telecomunicazioni
In questi anni di conflitto in Ucraina, il Mar Baltico è stato teatro di una serie di incidenti in cui sono stati danneggiati cavi elettrici, collegamenti di telecomunicazione e gasdotti. Molti di questi incidenti sono stati attribuiti alla Russia, che ha negato le accuse. Negli ultimi 15 mesi, almeno 11 cavi internet nel Mar Baltico sono stati danneggiati attraverso il traino di ancore.
L’interconnessione tra Euro-Atlantico e Indo-Pacifico
Quanto accaduto ha fatto alzare la guardia di Unione europea e Nato, con un occhio anche al Mediterraneo, come conferma l’intesa sottoscritta dalla Marina militare italiana e da Sparkle. Ma i sabotaggi di queste infrastrutture critiche che trasportano la quasi totalità dei dati nel modo stanno diventando frequenti anche attorno a Taiwan e sembrano parte di una serie di minacce ibride della Cina per minare la sovranità dell’isola. È per questo che le lezioni apprese e le informazioni acquisite in un quadrante possono essere utili anche nell’altro, a conferma della sempre più stretta connessione tra Euro-Atlantico e Indo-Pacifico.
L’alert americano
La scorsa settimana l’ammiraglio Samuel Paparo, comandante delle forze armate statunitensi nell’Indo-Pacifico (USINDOPACOM), e il generale Bryan Fenton, a capo delle forze speciali americane (USSOCOM), hanno avvertito il Congresso dei rischi, nei loro settori di attività, che potrebbero portare a un conflitto con la Cina. Il generale Fenton ha avvertito che gli Stati Uniti sono rimasti indietro quando si tratta di aree non cinetiche e di innovazione. L’ammiraglio Paparo, dipingendo un quadro da incubo di come potrebbe essere una guerra su Taiwan, ha spiegato che i sabotaggio cinesi dei cavi sottomarini vicino a Taiwan sottolinea la necessità per gli Stati Uniti di rafforzare le infrastrutture di telecomunicazione di Taiwan e monitorare le navi nello Stretto. Questi attacchi fanno parte delle attività cinesi nella cosiddetta “zona grigia” (che includono attacchi cyber ed esercitazioni militari ma anche pressioni economiche), ovvero non sono di natura bellica ma potrebbero destabilizzare la regione e fungere da preludio a un conflitto, ha spiegato l’ammiraglio.
Un’accusa storica
La scorsa settimana il capitano di una nave cargo cinese è stato accusato di aver tagliato un cavo sottomarino per telecomunicazioni al largo dell’arcipelago di Penghu, a Taiwan, a febbraio. Ora rischia fino a sette anni di carcere. Il capitano Wang (è noto soltanto il suo cognome) comandava la nave Hongtai, registrata in Togo, ed è stato trattenuto a Taiwan in seguito all’incidente avvenuto nelle acque strategiche e sensibili tra Taiwan e Cina. La Hongtai, che batteva bandiera di comodo, aveva a bordo otto cittadini cinesi e aveva finanziamenti cinesi, ha affermato la guardia costiera. L’imbarcazione, avvistata a circa 11 chilometri a Nord-Ovest del porto peschereccio di Jiangjun, è stata intercettata dalla guardia costiera dopo che il cavo che collega Penghu a Taiwan è stato reciso. Secondo quanto affermato dai procuratori in una nota, Wang, che si è dichiarato innocente, è stato accusato di aver “distrutto strutture collegate ai cavi sottomarini” avrebbe chiesto all’equipaggio di gettare l’ancora “con l’intenzione di distruggere il cavo sottomarino e “ha guidato la nave a zigzag sul cavo” usando “l’ancora della nave cargo per tagliare il cavo”.
La situazione dell’isola
Taiwan è collegata tramite 14 cavi sottomarini internazionali e 10 cavi nazionali, che rivestono una grande importanza strategica per garantire le telecomunicazioni. Le autorità di Taipei hanno espresso crescente preoccupazione da quando, all’inizio di quest’anno, si e’ sospettato che una nave cargo cinese ne avesse reciso uno, isolando una parte dell’isola a Nord-Est.
Le indagini in Svezia
Martedì le autorità svedesi hanno dichiarato che, al termine di un’indagine, non ci sono elementi definitivi per sostenere che la nave cinese Yi Peng 3, a novembre, abbia deliberatamente trascinato l’ancora per danneggiare i due cavi nel Mar Baltico (uno che collega Finlandia e Germania e l’altro che collega Svezia e Lituania). Tuttavia, è ancora in corso un’indagine separata.
Le ultime dal Regno Unito
Nei giorni scorsi un’inchiesta del Sunday Times ha rivelato che le operazioni della RFA Proteus, nave di sorveglianza oceanica multiruolo della Royal Navy britannica, si stanno intensificando dopo la scoperta di sensori subacquei che si ritiene siano utilizzati dalla Russia. Secondo il quotidiano, questi dispositivi erano destinati a spiare i quattro sottomarini nucleari di classe Vanguard del Regno Unito. L’ubicazione di questi ritrovamenti non è stata resa nota, ma si presume siano stati recuperati vicino il Firth of Clyde, una profonda insenatura situata nella costa occidentale della Scozia, area strategica per le operazioni sottomarine. Per gran parte di gennaio la nave spia russa Yantar era stata avvistata mentre navigava nel Canale della Manica. In risposta sono state schierate la HMS Somerset e la HMS Tyne, con base a Portsmouth.
La lettera degli operatori a Ue e Nato
La scorsa settimana, in una lettera aperta, un gruppo di operatori e di aziende europee leader nel settore dei cavi, tra cui l’italiana Sparkle, hanno chiesto ai decisori europei, britannici e della Nato una collaborazione più stretta, sottolineando la necessità di adottare misure aggiuntive per sviluppare approcci condivisi per l’ecosistema dei cavi sottomarini. I cavi sottomarini, sottolineano gli operatori, “svolgono un ruolo fondamentale per la connettività, la competitività, la prontezza della difesa e la stabilità economica dell’Europa. La sicurezza delle infrastrutture di rete, sia terrestri sia sottomarine, è una priorità assoluta per tutti gli attori dell’ecosistema”, si legge nella nota firmata anche da Alcatel Submarine Networks, GlobalConnect, Nkt, Orange, Proximus, Telefónica, Telenor e Vodafone.