Decreto Diginità, Intelligenza artificiale, investimenti e giovani nella Pubblica amministrazione, come sta cambiando il settore delle dogane raccontato da Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli
Dal Decreto Dignità alle innovazioni portate dall’intelligenza artificiale, come sta cambiando il settore delle dogane. Ne parla Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli.
Decreto “Dignità” e pubblicità del gioco pubblico. Lei ha parlato di un ripensamento, definendo il divieto una scelta figlia del “medioevo politico e culturale”. Qual è oggi la sua posizione e come si può combattere efficacemente la ludopatia?
Il divieto di pubblicità introdotto dal decreto “Dignità” è stato il risultato di un’impostazione ideologica e non concreta. Misure emergenziali come questa, anziché risolvere il problema, hanno spesso l’effetto opposto, spingendo i giocatori verso circuiti illegali. Parlare di “medioevo politico e culturale” significa sottolineare come quel provvedimento sia stato il frutto di un approccio emotivo e paternalistico, che ha ignorato il vero tema: educare al gioco responsabile e prevenire gli abusi. La storia ci insegna che la ludopatia non si combatte con divieti generalizzati, ma con azioni mirate. Serve una regolamentazione specifica che garantisca strumenti di auto-limitazione e controllo per gli utenti, una maggiore sensibilizzazione attraverso specifiche campagne d’informazione e un rafforzamento dei servizi di assistenza. Solo con una strategia basata su consapevolezza, prevenzione e responsabilità si possono ottenere risultati concreti.
L’intelligenza artificiale è ormai una realtà in tutto il mondo. Come l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli sta affrontando questa trasformazione globale?
La questione impone una duplice riflessione, sia sul piano tecnico che su quello etico. Da un lato, vi è la necessità di comprendere e governare le logiche di funzionamento di questi strumenti, dall’altro, occorre sempre garantire che il loro utilizzo avvenga in un quadro di piena trasparenza e tutela dell’interesse pubblico. Sul piano tecnico, il cuore del problema risiede nella disponibilità del codice sorgente dei “sistemi di IA” e nella conoscenza delle logiche matematiche che regolano il processo decisionale dei modelli. Non possiamo adottare strumenti opachi, senza avere pieno accesso ai criteri che determinano le scelte operative. Un algoritmo non è neutro: le sue variabili, i pesi applicati e le soglie di decisione sono frutto di una progettazione statistica che deve essere analizzabile, verificabile e, soprattutto, modificabile se necessario. Proprio per questo la Direzione tecnologie dell’Agenzia sta affrontando questa transizione con un approccio aperto, ma rigoroso, affinché l’automazione non diventi un ostacolo al controllo, bensì un suo strumento di potenziamento. Sul piano etico, il tutto deve rimanere al servizio delle persone e delle istituzioni, senza sostituirle. L’intelligenza artificiale può velocizzare i controlli, migliorare le analisi di lavoro e aumentare la capacità predittiva, ma non deve mai deresponsabilizzare il fattore umano.
Sotto la sua conduzione è stata bandita la gara per l’affidamento del servizio del Lotto con una base d’asta di un miliardo di euro. Come si è arrivati a questo incredibile risultato e qual è il punto di equilibrio raggiunto nella riforma del gioco fisico?
Con la riforma ci siamo posti l’obiettivo di garantire regole chiare e uniformi su tutto il territorio nazionale, superando le frammentazioni normative che hanno caratterizzato il passato. Il bando per l’affidamento della concessione del Lotto rappresenta un passaggio strategico in questo percorso, introducendo una gara fondata su principi di trasparenza e competitività. Questo approccio assicura allo Stato un valore finanziario adeguato, garantendo al contempo stabilità agli operatori e continuità del servizio. L’intervento normativo ha seguito la linea tecnica indicata dal Viceministro Maurizio Leo, che ha orientato la riforma verso un equilibrio tra esigenze fiscali, tutela dei giocatori e sostenibilità del sistema. L’obiettivo è preservare il ruolo del gioco pubblico legale, mantenendo elevati standard di controllo e promuovendo la responsabilità sociale. Il bando prevede criteri rigorosi per la selezione del concessionario, con requisiti di affidabilità morale, tecnica ed economica. L’aggiudicazione avverrà sulla base dell’offerta economicamente più vantaggiosa, assicurando una gestione efficiente e un sistema di gioco regolato in maniera chiara.
La riorganizzazione territoriale ha sollevato alcune perplessità, in particolare per quanto riguarda il porto di Ravenna. Come risponde a queste critiche?
Mi permetta di dire che ogni riforma di ampia portata genera sempre un dibattito, ma è essenziale che questo si basi su dati concreti e non su interpretazioni prive di fondamento. La riorganizzazione territoriale dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, diversamente da quanto indicato da alcuni giornali, non comporta alcuna riduzione di dotazione organica, né una contrazione delle Posizioni Organizzative di elevata responsabilità. Al contrario, a livello nazionale queste ultime registrano un incremento del 36%, un dato che testimonia il rafforzamento della struttura organizzativa. A conferma della volontà di consolidare la capacità operativa dell’Agenzia, il Legislatore ha autorizzato un piano straordinario di assunzioni per gli anni 2025 e 2026 per il personale da destinare al contrasto delle frodi in settori di rilevante interesse strategico nazionale. Questa scelta non solo rafforza la presenza dell’Agenzia sul territorio, ma smentisce in modo inequivocabile qualsiasi ipotesi di arretramento delle attività di controllo. Il porto di Ravenna, come tutti gli snodi strategici del Paese, rientra in una revisione complessiva che mira a rendere più efficace l’azione dell’Agenzia, evitando dispersioni di risorse e garantendo un assetto operativo più razionale. L’obiettivo non è ridurre la presenza sul territorio, ma assicurare una gestione più funzionale, con competenze chiare e una capacità decisionale più rapida. Le critiche basate su presunte penalizzazioni non trovano alcun riscontro oggettivo. La riforma non è frutto di scelte arbitrarie, ma di un’attenta analisi basata su indicatori oggettivi e trasparenti. È la stessa normativa vigente a confermare il rafforzamento delle attività di vigilanza e controllo dell’ADM sul territorio. L’articolo 1, comma 80, della legge di bilancio 2025, ad esempio, ha ampliato le nostre competenze nelle attività di verifica sulle accise e sugli altri tributi di competenza, dimostrando che la direzione intrapresa è quella di un consolidamento delle funzioni, non certo di un loro ridimensionamento.
L’internazionalizzazione delle dogane è diventata, per sua volontà, un punto centrale della strategia dell’Agenzia. Perché?
Le dogane oggi non sono più un semplice punto di controllo, ma un motore essenziale per la facilitazione degli scambi internazionali. La nostra capacità di garantire procedure rapide e sicure ci rende un partner strategico per le imprese che operano nei mercati globali. La tutela del made in Italy, il contrasto alla contraffazione e la protezione dei marchi rappresentano fattori chiave per il sistema produttivo nazionale, così come la semplificazione delle procedure per le imprese estere che vogliono investire nel nostro Paese. La nostra rete doganale è un asset fondamentale per la competitività dell’Italia e il nostro modello è riconosciuto a livello internazionale come un esempio di equilibrio tra controllo e fluidità delle operazioni. In questa direzione, abbiamo potenziato l’infrastruttura tecnologica con un investimento triennale, dal 2024 al 2026, di oltre 450 milioni di euro. Questo ha consentito di superare le criticità del passato, eliminando le interruzioni operative che fino al 2023 avevano rappresentato un ostacolo per la continuità del servizio. Oggi i nostri sistemi garantiscono un funzionamento stabile ed efficiente, assicurando tempi certi e una gestione più fluida delle operazioni doganali. L’internazionalizzazione non è solo una strategia, ma un processo concreto che ci vede protagonisti e interlocutori privilegiati a livello globale.
Concorsi pubblici, investimenti e giovani nella P.A. Qual è la strategia dell’Agenzia per rafforzare il capitale umano e migliorare i servizi?
Il rafforzamento del capitale umano è una nostra priorità. Stiamo infatti portando avanti un piano di assunzioni mirato a garantire un ricambio generazionale e un’alta specializzazione. Nel biennio 2024-2025, l’Agenzia ha bandito concorsi per migliaia di nuovi ingressi, con particolare attenzione ai profili tecnici e altamente qualificati. L’assunzione di centinaia di funzionari e assistenti ha permesso di consolidare le attività operative sul territorio, mentre il reclutamento di specialisti in intelligenza artificiale segna un passo avanti nell’adozione di tecnologie avanzate per l’analisi dei dati e il controllo doganale. Per noi, investire sulle persone significa non solo ampliare l’organico, ma anche offrire opportunità di crescita e formazione continua. Questo approccio consente di coniugare innovazione e professionalità, garantendo un servizio sempre più qualificato e in grado di rispondere alle sfide di un contesto economico in continua evoluzione.
Rapporto con la Guardia di Finanza e concertazione istituzionale: come garantire un lavoro di squadra efficace?
La collaborazione tra l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e la Guardia di Finanza è un modello di sinergia istituzionale che ha dimostrato la sua efficacia in modo tangibile. I nostri rapporti sono ottimi e tali devono rimanere indipendentemente dai direttori generali pro tempore dell’Agenzia. Il protocollo siglato nel 2023 ha consentito di affinare le metodologie ispettive, eliminare sovrapposizioni operative e rafforzare il coordinamento strategico tra i due enti. Nel corso del 2024, il lavoro congiunto ha portato a un significativo incremento della capacità di contrasto ai traffici illeciti, dalla movimentazione transfrontaliera di denaro contante al controllo sulle accise, fino alla lotta contro il contrabbando e il commercio illegale di beni tutelati. La condivisione di dati e analisi di rischio ha permesso interventi più mirati, riducendo il margine d’azione per le attività illecite senza gravare sugli operatori economici in regola. Un aspetto chiave è stato l’approfondimento delle attività di vigilanza e controllo negli spazi doganali, con una più efficace ripartizione dei compiti e l’ottimizzazione dell’impiego di risorse umane e tecnologiche.
Antifrode e dogane: come conciliare controlli rigorosi con l’efficienza dei servizi?
L’idea che controlli stringenti rallentino le operazioni doganali è un luogo comune che dobbiamo superare. La digitalizzazione ha reso possibile automatizzare le verifiche documentali e l’analisi del rischio, permettendo di individuare con precisione le operazioni sospette senza appesantire il flusso delle merci regolari. L’obiettivo è quello di rendere i controlli sempre più selettivi e mirati, grazie a strumenti di analisi predittiva che consentono di intervenire solo dove necessario, riducendo al minimo l’impatto sulle aziende in regola. Un ruolo cruciale è svolto dalla formazione del personale, affinché gli operatori siano in grado di interpretare correttamente i sistemi di alert e garantire un equilibrio tra efficienza e sicurezza. L’Agenzia sta operando in questa direzione affinché l’Unione europea possa disporre di sistemi tecnologici avanzati e convergenti, con l’obiettivo di creare un’unica sala di analisi dei rischi comune. Questo progetto si inserisce in una visione più ampia, che riconosce come le importazioni e le esportazioni siano determinanti per la crescita economica dei Paesi e, di conseguenza, richiedano un sistema di controllo moderno, efficace e armonizzato a livello internazionale.