Un Dpcm previsto dalla recente legge sulla cybersicurezza non è stato adottato lasciando un vuoto normativo. Questo ha permesso a un’azienda controllata dal governo cinese, Nuctech, di vincere appalti cruciali per la sicurezza degli scanner nelle infrastrutture doganali italiane
Sul 5G i governi italiani hanno lavorato negli anni rafforzando lo strumento Golden Power e realizzando il Perimetro di sicurezza nazionale cibernetica per mitigare i rischi legati alle tecnologie considerate un rischio per la sicurezza nazionale, come i fornitori cinesi. Uno strumento simile per quanto riguarda tecnologie come gli scanner esiste. O meglio, potrebbe esistere.
Infatti, l’articolo 14 della legge 90 del 28 giugno 2024 sulla cybersicurezza prevede l’adozione di un Dpcm per individuare beni e servizi informatici per i quali nei contratti pubblici vanno rispettati specifici requisiti per “la tutale della sicurezza nazionale”. Sono previsti anche “criteri di premialità per le proposte o per le offerte” con tecnologie italiane, di Paesi appartenenti all’Unione europea o alla Nato e di Paesi terzi individuati dal decreto tra quelli che hanno accordi di collaborazione con l’Unione europea o con la Nato in materia di cybersicurezza, protezione delle informazioni classificate, ricerca e innovazione. Il Dpcm è da adottarsi, “su proposta dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, previo parere del Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica”, entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge. Ma 120 giorni sono già passati dal 17 luglio scorso e del Dpcm – che potrebbe comprendere o meno gli scanner – non vi è traccia. E così, senza quel provvedimento, la legge non ha efficacia.
È in questo vuoto normativo che, come rivelato a ottobre dal South China Morning Post, Nuctech, società controllata dal governo cinese, ha vinto due bandi di gara dell’Agenzia delle Dogane per sei scanner mobili per altrettanti porti italiani e quattro scanner a retrodiffusione di raggi X per gli uffici della stessa agenzia. L’offerta cinese era stata valutata la migliore in quanto meno costosa nel caso dei primi sei scanner per i porti (7 milioni di euro in meno rispetto al prezzo di gara) e più veloci nella consegna dell’attrezzatura. Secondo il giornale il costo complessivo per l’Agenzia delle Dogane sarebbe di 15 milioni di euro che arriverebbero dai fondi del Piano nazionale ripresa resilienza.
Come raccontato su Formiche.net nei giorni scorsi, il tema riguarda i rapporti tra Italia e Stati Uniti (Nuctech è nella lista nera dal governo degli Stati Uniti nel 2020 per ragioni di sicurezza nazionale) e tra Italia e Unione europea (visto che la Commissione europea sta indagando sui sussidi cinesi ricevuti dall’azienda ai sensi del Regolamento sulle sovvenzioni estere distorsive del mercato interno).