La Giornata Mondiale del Libro ricorda il valore civile, educativo e democratico della lettura, oggi più che mai minacciata dal “pensiero breve” e dal disinteresse diffuso. I libri non sono merce: sono strumenti di libertà, crescita, empatia e consapevolezza. E rilanciare la lettura è un’urgenza culturale e politica
Domani 23 aprile si celebrerà la giornata mondiale del libro e del diritto d’autore. Una celebrazione da non sottovalutare, anzi, mai come ora è essenziale ricordare che i libri insegnano a comprendere tutto ciò che riguarda la nostra vita, il mondo, ad approfondire, a riflettere, a pensare. I libri suggeriscono calma e misura, le storie permettono di accedere alla sfera dei sentimenti e delle emozioni dei protagonisti e in questo modo aumentano la cd “alfabetizzazione emotiva”. Come affermo da tempo, dobbiamo superare il maledetto “pensiero breve”, attualissimo, che è sintomo di sciatteria e superficialità per adoperarsi nel ragionamento, nella riflessione, nell’analisi dei fatti che è proprio del “pensiero lungo”. E come affermava Leonardo Sciascia “Il libro è una cosa: lo si può mettere su un tavolo e guardarlo soltanto, ma se lo apri e leggi diventa un mondo”.
Ma i dati di Eurostat sono impietosi. Nel 2024 quasi la metà dei cittadini dell’Ue non ha letto nemmeno un libro nell’arco di dodici mesi. Fanalino di coda i lettori romeni con meno di un terzo del Paese che ha dichiarato di leggere libri, seguiti da Cipro e Italia. I lettori più assidui dell’Ue sono stati gli irlandesi, che hanno dichiarato di aver letto dieci o più libri nell’arco di un anno, seguiti da Finlandia, Svezia e Francia. In termini assoluti la quota più alta di cittadini europei che leggono libri (almeno uno all’anno) è stata registrata in Lussemburgo, seguita da Danimarca ed Estonia. Secondo Eurostat i lettori più assidui, con il 60 per cento di loro che legge almeno un libro all’anno sono le generazioni più giovani, persone di età compresa tra i 16 e i 29 anni, mentre il gruppo degli ultra 65enni ha registrato il tasso più basso. La discrepanza tra uomini e donne è ancora più marcata: il 60,5 per cento delle donne ha dichiarato di aver letto libri rispetto al 44,5 per cento degli uomini.
Peggiora la qualità della lettura anche in Italia, un Paese che continua a essere spaccato tra Nord e Sud. Secondo la rilevazione dell’Aie (Osservatorio dell’Associazione Italiana Editori) su dati Pepe Research, il 30% dei lettori legge in maniera frammentaria, dedicandosi a questa attività solo qualche volta al mese se non qualche volta all’anno. Il tempo medio settimanale dedicato alla lettura si riduce a 2 ore e 47 minuti contro le 3 ore e 16 minuti del 2023 e le 3 ore e 32 minuti del 2022. Le persone tra i 15 e i 74 anni che dichiarano di aver letto, anche solo in parte, un libro nell’ultimo anno, tramite stampa, e-book, o a un audiolibro, sono il 73%, contro il 74% del 2023.
Cala anche la lettura di soli libri a stampa, che riguarda il 66% della popolazione, contro il 68% del 2023. Il 66% è una media tra il 72% della lettura delle donne e il 60% degli uomini. Se guardiamo invece alle fasce d’età, leggono libri a stampa in percentuale sopra la media i 18-24enni (74%), i 15-17enni (73%), i 35-44enni (71%), i 25-34enni (70%).
Insomma, come diceva Ray Bradbury “Non c’è bisogno di bruciare i libri per distruggere una cultura. Basta convincere la gente a smettere di leggere”.
Leggere un libro significa stimolare l’immaginazione e la curiosità, sia di grandi ma soprattutto dei più piccoli, infatti, attraverso la lettura, le bambine e i bambini possono conoscere storie nuove e mondi lontani. Un libro ci aiuta a formulare e districare i nostri pensieri, a sviluppare un pensiero critico, la capacità di indagare e sfidare i concetti, la creatività, ovvero la capacità di creare, apre la mente, forgia le lenti dei nostri occhi, ci prepara al cammino.
La letteratura è il mezzo per comunicare pensieri e messaggi e in questo modo essa ci arricchisce. Noi leggiamo per vivere meglio e con maggiore consapevolezza ed è innegabile che è in noi il desiderio, a volte, di evadere dalla realtà e sono proprio i libri che ci danno anche questa possibilità, aiutandoci a dare libero corso alla fantasia. La letteratura, infatti, svolge innanzitutto una funzione educativa ma non solo, in quanto ha anche un’importante rilevanza in ambito democratico, perché rafforza il senso di unità e appartenenza, qualità che arricchiscono l’uomo e lo rendono più consapevole. L’insieme delle opere stampate, inclusi i libri, è appunto detto letteratura ed essi stessi sono il veicolo più diffuso del sapere. Non a caso nella biblioteconomia e scienza dell’informazione un libro è detto monografia, per distinguerlo dai periodici come giornali, riviste o bollettini o giornali.
E poi, pensiamo ai bambini, ai cosiddetti nativi digitali e a tutto quello che ne consegue quando li vediamo attaccati ai telefonini fin da giovanissima età oramai. Invece ogni bambino dovrebbe più spesso leggere e scrivere, è importante per loro, perché li aiuta a sviluppare altri mezzi di comunicazione come il linguaggio orale e scritto.
È sempre stato così, ad esempio basta citare il sommo Poeta che parla della sua “guida” nella “Commedia”, Dante usa una metafora per esprimere la capacità di scrivere di Virgilio, nella sua risposta al V.82, “Or se’ tu quel Virgilio e quella fonte che spandi di parlar sì largo fiume? Tu se’ lo mio maestro e ‘l mio autore, tu se’ solo colui da cu’ io tolsi lo bello stilo che m’ha fatto onore.”
Già i latini chiamavano liber il manoscritto, il libro. Liber, come il sostantivo e l’aggettivo che definivano l’uomo libero.
Il diritto d’autore.
Se ne parla spesso ultimamente, soprattutto con l’avvento della IA e delle ripercussioni a seguito del suo utilizzo per scrivere testi e quindi con il rischio concreto di plagio o non sapere piu chi scrive cosa.
Il diritto d’autore nasce automaticamente con la creazione dell’opera. La protezione dei diritti di autore è contenuta nella Legge n. 633 del 22 aprile 1941, che all’art. 1 enuncia quali sono le opere protette. Il diritto di autore viene protetto per le opere dell’ingegno di carattere creativo che appartengono alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro ed alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.
Sono protette come opere originali, senza pregiudizio dei diritti dell’autore dell’opera originale, le traduzioni, gli adattamenti, le riduzioni musicali e le altre trasformazioni di un’opera letteraria o artistica. Sono altresì protetti i programmi per elaboratore come opere letterarie ai sensi della Convenzione di Berna sulla protezione delle opere letterarie ed artistiche ratificata e resa esecutiva con legge 20 giugno 1978, n. 399. nonché’ le banche di dati che per la scelta o la disposizione del materiale costituiscono una creazione intellettuale dell’autore. In breve, quindi il diritto d’autore è importante perché tutela la paternità dell’opera, indipendentemente dal fatto che venga divulgata ed è lo strumento con cui le opere creative vengono tutelate e valorizzate.
I libri, dunque, non sono solo merce, come ammoniva Umberto Eco: “Chi compra un solo libro, legge solo quello e poi se ne sbarazza. Applica semplicemente ai libri la mentalità consumistica, cioè li considera un prodotto di consumo, un bene. Chi ama i libri sa che un libro è tutt’altro che una merce”. Ma il libro è sempre stato, è e resterà storia, parla degli altri ma parla a noi e ci offre la possibilità di viaggiare nella memoria e nel futuro, dove la realtà è meno vivida e concreta ma più soffusa e particolareggiata, stimolando l’attenzione e permettendo, allo stesso tempo, di uscire dai luoghi comuni per innalzarsi verso altri pensieri.
Infatti, come ha affermato il Presidente Mattarella già dieci anni fa nel corso della cerimonia per la Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’autore; “Leggere è una ricchezza per la persona e per la comunità. È una porta che ci apre alla conoscenza, alla bellezza, a una maggiore consapevolezza delle nostre radici, ai sentimenti degli altri che spesso ci fanno scoprire anche i nostri sentimenti nascosti. Non è vero che la lettura sia stata e sia un’abitudine di personalità introverse. È vero il contrario: è una chiave per diventare cittadini del mondo, per conoscere esperienze lontane, per comprendere le contraddizioni e le storture, ma anche per comprendere le grandi potenzialità del mondo che ci circonda, dell’umanità che ci circonda. È un modo per far nascere speranze, per coltivarle, per condividerle”.
Oppure, nell’aprile 2024, nel suo messaggio in apertura della Fiera Ragazzi di Bologna, “Il valore del libro va molto oltre il processo di ideazione, produzione e posa in commercio. Perché il libro è strumento irrinunciabile di sapere e di crescita, una fonte di valori, di speranze, di sogni”.
E ancora, ultimamente, lo scorso 25 marzo, ricevendo al Quirinale una delegazione dell’Associazione italiana editori ha affermato: “Vi è una grande varietà, ma quello che accomuna tutte le case editrici è essere davvero un presidio di libertà e di promozione di cultura, di promozione dei diritti. È una indispensabile condizione per qualunque Paese. E per il nostro è curato in maniera attenta dalle case editrici. Questo presidio di libertà e di diritti, che attraverso i libri si esplica e si realizza, è davvero un elemento indispensabile per la nostra democrazia”.
In conclusione, la crisi profonda che il Paese e l’intero pianeta sta attraversando, tra l’acuirsi delle diseguaglianze e delle tensioni sociali, gli inediti, pericolosi ed evidenti mutamenti geopolitici dalla fine della Seconda guerra mondiale, guerre commerciali, dazi, crollo delle Borse, instabilità economica, rende sempre più urgente un ripensamento culturale dei valori e del senso stesso della vita. Un ripensamento di cui i libri sono memoria e terreno di persuasione e negoziazione, la lettura resta una risorsa di prossimità, a bassa soglia, per la promozione del benessere individuale, economico, culturale e sociale.
“ I libri offrono una prospettiva che la vita autentica, in sui siamo immersi, sempre ci rifiuta”
(Mario Vergas Llosa , premio Nobel per la Letteratura nel 2010, scomparso il 13/04/2025)