La visita di Giorgia Meloni a Washington e quella di Antonio Tajani in India e Giappone rafforzano il ruolo internazionale dell’Italia tra atlantismo e Indo-Pacifico. Tajani rilancia il partenariato strategico con Delhi, puntando su innovazione, cultura e cooperazione trilaterale con Tokyo. L’Italia mira a rilanciarsi nell’Imec, posizionandosi come snodo tra Europa, Medio Oriente e Asia
La diplomazia commerciale del Presidente Donald Trump rivoluzionerà la globalizzazione e il commercio come non accadeva dalla Seconda Guerra Mondiale. Nessuno è stato risparmiato: amici, alleati, nemici e concorrenti hanno tutti sentito l’impatto, sebbene in misura diversa, mentre si profila un grande reset a livello globale. La Casa Bianca ha finora avviato solo una manciata di negoziati seri con il Vietnam, l’India, la Corea del Sud e il Giappone, dando priorità ai partner commerciali strategici per contrastare la Cina.
L’Europa sta affrontando la propria prova del fuoco con una guerra alle porte, un’amministrazione statunitense imprevedibile e gravi dubbi sul futuro della Nato. In questo scenario, la Presidente del Consiglio italiana Giorgia Meloni si prepara a visitare gli Stati Uniti il 17 aprile. Meloni, conosciuta come la “sussurratrice di Trump”, è attesa per cercare di negoziare un piano accettabile sia per l’Europa che per l’Italia. Rimane convinta che sia nell’interesse dell’Italia e dell’Europa mantenere e rafforzare il partenariato transatlantico, che è stato un pilastro della politica estera europea del dopoguerra.
Mentre la maggior parte dei leader europei, anche coloro che non sostengono Meloni, sperano che torni con un accordo accettabile, alcuni, come il Primo Ministro spagnolo Pedro Sánchez, hanno preferito recarsi in Cina per cercare di rassicurare Xi Jinping, solo per essere invitati a unirsi alla Cina contro il “bullismo tariffario”. Curiosamente, l’unico paese non colpito dai dazi del Presidente Trump è la Russia, già pesantemente sanzionata, con la quale Trump spera di finalizzare un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina e ottenere il sostegno russo per mediare una pace in Medio Oriente. Mentre conduce una guerra tariffaria, Trump ha aperto negoziati indiretti con l’Iran in Oman e ha avviato uno scambio diplomatico con la Russia per trattare una cessazione delle ostilità.
Mentre Meloni si prepara a visitare la Casa Bianca, la sua prima visita dopo la partecipazione all’inaugurazione di Trump, il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani si è recato a Delhi l’11 e 12 aprile. Da New Delhi, Tajani si sposterà in Giappone per l’inaugurazione del Padiglione Italia all’Expo di Osaka. Mentre la Premier lavora sull’alleanza transatlantica, Tajani consolida i rapporti con India e Giappone, due alleati fondamentali nella profondità strategica indo-mediterranea e indo-pacifica dell’Italia. Nel 2021, Italia-India-Giappone hanno lanciato un trilaterale per promuovere sicurezza e stabilità economica nell’Indo-Pacifico. L’Italia e il Giappone hanno un’antica alleanza strategica.
La visita bilaterale di Tajani a Delhi è stata un grande successo. Sebbene non abbia potuto incontrare il Primo Ministro Narendra Modi, ha incontrato la Presidente dell’India, Droupadi Murmu, che solitamente riceve solo capi di Stato o di governo, sottolineando l’importanza che l’India attribuisce ai legami con l’Italia e alla visita di Tajani.
La visita ha incluso il Forum India-Italia per Affari, Scienza e Tecnologia, dove oltre 400 aziende si sono riunite sotto la guida dei ministri Tajani, S. Jaishankar, Piyush Goyal e per rafforzare la cooperazione in Industria 4.0, Innovazione, Cleantech e Infrastrutture. L’Italia ha annunciato l’apertura di un hub per l’innovazione presso il consolato di Bangalore e la nomina di un addetto spaziale presso l’Ambasciata a Delhi. Tajani era accompagnato da Anna Maria Bernini, Ministra dell’Università e della Ricerca, segnando un nuovo capitolo nella cooperazione educativa e nella ricerca, avviando il riconoscimento reciproco dei titoli di studio e promuovendo progetti di ricerca congiunti.
Oltre al commercio e all’innovazione, il nuovo Ambasciatore d’Italia in India, Antonio Bartoli, ha posto l’accento anche sulla diplomazia culturale, sportiva e di tipo “people-to-people”. I ministri Tajani e Jaishankar hanno visitato un dipinto di Caravaggio presso l’Istituto Italiano di Cultura e durante la visita è stata inaugurata una mostra di mosaici romani e tessuti italiani. I legami antichi tra Roma e l’India non sono solo evocati, ma dimostrati anche da eventi come Vinitaly India, tenutosi all’inizio di marzo a Delhi, che celebra l’antica cultura vinicola italiana.
Mentre Tajani ha annunciato un summit commerciale reciproco a Brescia, l’annuncio più rilevante è probabilmente il vertice sull’India-Middle East-Europe Economic Corridor (Imec) che si terrà a Trieste nella seconda metà del 2025. L’Italia è stata uno dei firmatari fondatori dell’Imec al G20 di Nuova Delhi, ma è rimasta indietro da allora. Con la recente nomina dell’Ambasciatore Francesco Maria Talò come inviato speciale, questo vertice riunirà i ministri di tutti i paesi Imec (Usa, India, Israele, Italia, Uae, Arabia Saudita, Francia, Germania e Eu) a Trieste, scelta naturale per collegare il corridoio al cuore industriale dell’Europa. Talò era consigliere diplomatico di Meloni durante il suo viaggio in India per il G20, ulteriore prova dell’importanza che l’Italia attribuisce all’Imec.
L’Imec, diretto verso ovest, e le nuove rotte commerciali verso est sotto l’ombrello del Bimstec creano stabilità, protezione e percorsi più brevi per partner affini. Il recente vertice del Bay of Bengal Initiative for Multi-Sectoral Technical and Economic Cooperation (Bimstec) mostra l’enorme potenziale dell’India come hub commerciale tra Europa, Medio Oriente, Golfo del Bengala e Asean.
La visita di Tajani ha sottolineato che il governo Meloni sostiene l’ascesa dell’India come pilastro strategico della confluenza marittima, sia nell’Indo-Mediterraneo che nell’Indo-Pacifico, quale hub commerciale e voce del sud globale. L’Italia considera l’India un vero alleato e il partenariato “Melodi” è destinato a durare.
Bharat, ovvero l’India, fedele al suo ethos di Vasudhaiva Kutumbakam, dovrebbe ridurre dazi e imposte su determinati beni, un gesto di buona volontà verso l’Italia e l’Europa in un capitolo geopolitico estremamente instabile. In un’epoca in cui “l’unica certezza è l’incertezza”, l’India potrebbe essere quella certezza, quel faro che guida i suoi alleati verso la sicurezza.