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Riforma fiscale e digitalizzazione del sistema. Quale ruolo per l’AI? L’opinione di De Luca

Di Vincenzo De Luca

Pensiamo che sia giunto il tempo di una grande “operazione di sistema”: quella di un patto tra associazionismo economico e amministrazione finanziaria per condividere percorsi e soluzioni che – nel tempo dell’intelligenza artificiale e nel  rispetto delle normative vigenti- consentano di costruire informazione e conoscenza e di fare cultura d’impresa. La proposta di De Luca (Confcommercio)

Il processo di attuazione della Legge Delega al governo per la riforma fiscale procede spedito. Ad oggi, ben 19 decreti attuativi sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale e sono già entrati in vigore.

Bene, perché si tratta di una riforma organica e strutturale che persegue obiettivi di riduzione della pressione fiscale complessiva, di avanzamento dell’azione di contrasto e recupero di evasione ed elusione, di semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti, di maggiore certezza del diritto.

Ma il percorso attuativo della Legge Delega deve, necessariamente, “fare i conti” con il sentiero stretto della finanza pubblica e con la disciplina incipiente di un rinnovato Patto Europeo di Stabilità e Crescita.

E la questione è già emersa in occasione dell’ultima Manovra di Bilancio, a proposito, in particolare, della conciliazione necessaria tra interventi di riduzione del cuneo fiscale e contributivo e il ridisegno parziale degli scaglioni e delle aliquote Irpef.

Ciò rammenta quanto restino importanti, per l’attuazione della riforma fiscale ed accanto al recupero di risorse per via di “compliance”, scelte di razionalizzazione della struttura della spesa pubblica e, in specie, il riordino delle “spese fiscali”.

La Legge Delega spinge, anche, verso la digitalizzazione, con misure che anticipano una prospettiva in cui i procedimenti tributari si doteranno di tecnologie digitali e si affideranno alle soluzioni fornite dai software di intelligenza artificiale.

Queste novità potranno portare, sia alle amministrazioni fiscali sia ai contribuenti, notevoli vantaggi in termini di controllo e di “compliance”.

È necessario, però, che standardizzazione, algoritmi e meccanismi probabilistici siano accompagnati – sulla scorta di solidi principi di non discriminazione e di trasparenza degli algoritmi, e di non esclusività del ricorso agli stessi – da un attento presidio e da un efficace contrasto dei rischi di determinazione di tassazioni sganciate dalla capacità effettiva ed attuale dei contribuenti.

Questioni strettamente connesse con l’implementazione dell’“AI ACT” e, a livello domestico, con il ruolo del Garante per la Protezione dei Dati Personali.

La “Global Tax Advisers Platform” è, poi, già al lavoro per un nuovo Statuto di diritti e doveri per contribuenti e fisco nell’era digitale.

Il quadro che si sta delineando è, dunque, quello di un profondo cambiamento del rapporto tra fisco e contribuenti.

Pensiamo, allora, che sia giunto il tempo di una grande “operazione di sistema”: quella di un patto tra associazionismo economico e amministrazione finanziaria per condividere percorsi e soluzioni che – nel tempo dell’intelligenza artificiale e nel pieno rispetto delle normative vigenti e di quelle incipienti – consentano di costruire informazione e conoscenza e di fare cultura d’impresa.


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