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Draghi digitali e fumo di guerra. La disinformazione cinese nello scontro India-Pakistan

Di Vas Shenoy

Durante l’Operazione Sindoor, la Cina ha sfruttato i social media per diffondere disinformazione a favore del Pakistan, esagerando le perdite indiane e glorificando l’armamento cinese. Attraverso media statali e influencer su Weibo, ha costruito una narrazione distorta del conflitto. Questa strategia mirava a indebolire l’immagine militare dell’India e promuovere il soft power cinese a livello globale

La crisi tra India e Pakistan di due settimane fa ha vissuto un’escalation significativa con il lancio da parte di Nuova Delhi dell’Operazione Sindoor, una campagna militare mirata contro infrastrutture terroristiche e aeroporti militari pakistani. In parallelo allo scontro cinetico, è emerso un conflitto parallelo, quello della guerra dell’infowar, in cui la disinformazione ha giocato un ruolo cruciale. Questo articolo analizza come, in tale contesto, le piattaforme social cinesi abbiano amplificato narrazioni fuorvianti, contribuendo a distorcere la percezione del conflitto a vantaggio del Pakistan e della Cina.

Sindoor e fuoco incrociato: l’offensiva indiana secondo le fonti

L’Operazione Sindoor, lanciata il 7 maggio 2025, ha visto l’India colpire nove campi terroristici legati ad alcune sigle terroristiche islamiche protette nei territori pakistani, oltre a numerosi aeroporti militari, centrati utilizzando una combinazione di missili (BrahMos, Scalp, Hammer) e droni kamikaze. Le immagini satellitari hanno confermato danni significativi a strutture come l’aeroporto di Nur Khan, i centri radar di Rafiqui e Pasrur, e le infrastrutture logistiche di Murid e Rahim Yar Khan.

A fronte dei successi indiani confermati da fonti indipendenti, il Pakistan ha minimizzato l’impatto, ammettendo solo tre siti colpiti e rivendicando l’abbattimento di cinque aerei indiani, inclusi tre Rafale, mentre Nuova Delhi ha negato perdite significative, riconoscendo solo una possibile perdita parziale (di un caccia Rafale BS-001).

Il racconto cinese: potenza pakistana, propaganda virale

Sui social media cinesi, in particolare Weibo, è emersa una campagna sistematica volta a esaltare la forza pakistana e denigrare l’efficacia militare indiana. L’obiettivo principale: rappresentare l’India come debole e superata tecnologicamente, mentre le armi cinesi (come il PL-15E e il caccia J-10C) venivano celebrate come decisive e superiori ai sistemi occidentali.

Narrazioni virali sostenevano l’abbattimento di quei cinque aerei indiani da parte di jet pakistani, senza fonti verificabili. L’hashtag “Perché l’Aeronautica Pakistana è così Potente” ha raggiunto milioni di visualizzazioni. Contenuti manipolati, tra cui interviste distorte della CNN e canzoni satiriche sull’Operazione Sindoor, hanno rafforzato questa narrativa.

La fabbrica degli specchi: piattaforme, attori e amplificatori

La campagna si è sviluppata principalmente attraverso Weibo, con la partecipazione attiva di media statali (CCTV News, Reference News), account specializzati in affari militari (Sina Military), e influencer con milioni di follower. L’utilizzo di hashtag strategici e video virali ha permesso una rapida propagazione dei contenuti, superando le barriere linguistiche grazie a sottotitoli e immagini accattivanti.

Fatti contro finzione: il muro della verifica

A fronte delle rivendicazioni cinesi di “vittorie schiaccianti”, le immagini satellitari hanno confermato l’efficacia degli attacchi indiani su almeno sette basi aeree pakistane. Le presunte perdite aeree indiane restano non confermate da fonti indipendenti, con l’India che continua a smentire ogni perdita significativa. La discrepanza tra i dati oggettivi e la narrativa virale cinese evidenzia il carattere propagandistico di quest’ultima.

Soft power d’acciaio: gli obiettivi strategici di Pechino

La disinformazione cinese risponde a una strategia articolata: promuovere l’industria bellica cinese, minare la credibilità militare indiana e influenzare l’opinione pubblica internazionale. In un momento in cui l’India cerca di consolidare il proprio ruolo di garante della sicurezza regionale, la propaganda cinese mira a presentarla come vulnerabile e inefficace, rafforzando così l’immagine di Pechino come partner militare affidabile.

Verità satellitare e resistenza cognitiva

La campagna di disinformazione cinese durante gli scontri India-Pakistan di questo mese ha avuto un impatto rilevante nella percezione pubblica del conflitto. Dietro la promozione delle armi cinesi e la denigrazione dell’India, si intravede una strategia più ampia di influenza geopolitica. Il contrasto tra propaganda e dati verificabili ribadisce l’importanza dell’analisi open-source e della verifica delle fonti per difendere la verità nell’era della guerra dell’informazione.


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