La Nato si avvicina a un accordo per alzare la spesa al 5% del prodotto interno lordo, includendo anche voci legate alla sicurezza nazionale. Cybersicurezza, protezione delle infrastrutture critiche e intelligence non militare rientrerebbero nel nuovo schema. L’intesa soddisfa tutti, Usa e Italia compresi
La quadra alla fine sembra essere stata trovata a un mese dal summit Nato a L’Aja, nei Paesi Bassi. Soddisfa gli Stati Uniti, che con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca chiedono agli 31 alleati di spendere di più in difesa, fino al 5%. Soddisfa i Paesi dell’Europa centrale e orientale, che puntavano a un obiettivo per molti irrealistico, ovvero raggiungere quell’obiettivo raggiungendo i soli obiettivi di capacità dell’alleanza. E soddisfa anche gli altri Paesi, Italia compresa, l’asticella sarebbe stata fissata troppo in alto.
Come anticipato da Bloomberg, il maquillage per raggiungere il 5% è fatto di due componenti: un 3,5% derivante dagli obiettivi di capacità Nato (ovvero militari), con 23 alleati su 32 che ad aprile già soddisfavano il target del 2%, che però sarà raggiunto anche dagli altri nove (Italia compresa) entro l’estate; un altro 1,5% frutto delle attività che rientrano nella sicurezza nazionale. Ciò dimostra una presa di coscienza da parte degli alleati del fatto che la dimensione militare oggi non è sufficiente da sola ad assicurare la vittoria in un conflitto o una guerra, davanti a una minaccia alla sicurezza nazionale che è fluida, multidimensionale, asimmetrica e ibrida. Fonti diplomatiche spiegano che l’ampliamento dell’ombrello verso la sicurezza nazionale, che pur non implica un cambiamento degli obiettivi dell’alleanza, nasce anche da una spinta dell’Italia in questa direzione.
Per raggiungere l’obiettivo dell’1,5% potranno essere conteggiate le spese per la cybersicurezza e le attività legate alla sicurezza delle frontiere e delle coste. Alcuni Paesi meridionali dell’alleanza, secondo alcune fonti di Bloomberg, stanno spingendo per includere anche le spese legate alla lotta al terrorismo. La bozza visionata dalla stessa testa parla di spese per la protezione delle infrastrutture critiche, le agenzie di intelligence non militari e le attività spaziali.
Fonti diplomatiche spiegano a Formiche.net che l’obiettivo dovrebbe essere raggiunto da tutti i Paesi alleati. La partita dunque si sposta, o per meglio dire torna, sulla parte cosiddetta hard. Intanto, però, Trump potrà festeggiare, gli alleati non perderanno il Paese di riferimento dell’alleanza.