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Spionaggio cinese in Belgio. Quando l’avversario diventa informatore

Nel 2020 i servizi segreti cinesi, sfruttando un patto di “città gemellate”, avrebbero tentato di ottenere dal socialista Éric Dosogne informazioni sul verde Samuel Cogolati, noto per le sue posizioni dure su Pechino. Il caso segue lo scandalo di dicembre 2023 che coinvolse esponenti dell’estrema destra, dimostrando l’ampiezza delle mire di Pechino sugli schieramenti politici belgi

I servizi di intelligence cinesi hanno cercato di ottenere informazioni sul deputato belga Samuel Cogolati, co-presidente del partito dei Verdi e noto per le sue posizioni critiche verso Pechino, tentando di esercitare pressioni su uno dei suoi avversari politici. È il quadro che emerge dalle ricostruzioni dei giornali De Tijd, Knack, Le Soir e dell’emittente RTBF.

Nel 2020, agenti dei servizi segreti cinesi avrebbero avvicinato Éric Dosogne, allora sindaco ad interim di Huy e membro del Partito socialista, sfruttando il “gemellaggio” con la città di Taizhou (provincia di Zhejiang) per convincerlo a trasmettere informazioni sulle attività e le posizioni di Cogolati sul dossier Cina. I servizi di sicurezza belgi, che già monitoravano le comunicazioni dell’agente cinese, hanno avvertito Dosogne almeno due volte dei rischi di interferenza e spionaggio. Poiché il politico locale sembrava non recepire pienamente l’allarme, sono stati allertati sia Cogolati sia Paul Magnette, leader del Partito socialista, sottolineando l’urgenza di un intervento normativo: solo dallo scorso aprile, infatti, il codice penale belga prevede esplicitamente la punibilità per spionaggio e ingerenza straniera sul territorio nazionale.

Huy, dove sia Cogolati sia Dosogne sono figure di spicco nella politica locale, ospita inoltre uno dei più grandi centri buddhisti tibetani d’Europa, più volte visitato dal Dalai Lama. La città, gemellata dal 2002 con una municipalità cinese, nei mesi della pandemia ricevette persino 2.000 mascherine chirurgiche via ambasciata cinese, rafforzando relazioni che ora, secondo le fonti di intelligence, citate dai media locali, Pechino intende sfruttare per carpire informazioni strategiche.

Nel gennaio 2021, Cogolati era stato colpito da un attacco attribuito al gruppo di hacker APT31, ritenuto legato ai servizi cinesi, che prese di mira il suo account istituzionale durante le attività legate all’Inter‑Parliamentary Alliance on China (IPAC). Su questo episodio è in corso un’inchiesta giudiziaria alla quale la Camera belga ha aderito come parte lesa.

Già in dicembre 2023 De Tijd, in collaborazione con Der Spiegel e altri media internazionali, aveva documentato, pubblicando alcune chat, i contatti tra il deputato di estrema destra Frank Creyelman (del partito Vlaams Belang) e funzionari del ministero cinese di Sicurezza di Stato. Una rivelazione che portò all’espulsione di Creyelman dal partito e l’azzeramento di alcune posizioni interne. Ma anche un precedente che conferma come Pechino non punti solo ai movimenti più estremisti, ma cerchi di influenzare anche i partiti tradizionali belgi.

(Foto tratta da samuelcogolati.be)


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