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Sicurezza nazionale e IA, il Pentagono aumenta il budget destinato a Palantir

Il Pentagono sta aumentando notevolmente la spesa per l’intelligenza artificiale per le operazioni militari, incrementando il tetto del contratto per il Maven Smart System di Palantir Technologies a quasi 1,3 miliardi di dollari fino al 2029. Cresce ruolo dell’IA e delle emerging tech per le strategie di sicurezza nazionale, con la difesa americana in prima linea per lo sviluppo di sinergie pubblico-privato

Il Dipartimento della Difesa statunitense ha annunciato l’intenzione di aumentare nuovamente il limite di spesa di 795 milioni di dollari (rispetto a un tetto di 480 milioni di dollari solo un anno fa) per le licenze software nell’ambito del Maven Smart System di Palantir. Il nuovo finanziamento è pensato specificamente per i comandi operativi statunitensi, che supervisionano le operazioni militari su scala globale.

Il progetto Maven, lanciato dal Pentagono nel 2017, è stato progettato per accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale e dell’apprendimento automatico nell’esercito statunitense, consentendo la combinazione di sensori, intelligenze artificiali ed apprendimento automatico per la modernizzazione delle operazioni sul campo di battaglia. L’analisi di dati complessi e l’utilizzo delle capacità dirompenti dell’IA permettono enormi vantaggi logistici, di targeting e esigenze per la mobilitazione e l’approvvigionamento delle unità boots on the ground. Il programma utilizza l’intelligenza artificiale per analizzare enormi volumi di immagini e dati da fonti come satelliti, droni e altri sensori, consentendo un rapido rilevamento, identificazione e tracciamento di oggetti di interesse.

Il crescente ruolo delle emerging tech

Lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale e l’avvento delle tecnologie predittive ed innovative vede oggi un vero e proprio ecosistema di cooperazione tra aziende private e agenzie governative. Realtà come Palantir, specializzata nell’analisi avanzata di dati, e come Anduril, attiva per quanto riguarda sistemi autonomi e a pilotaggio remoto e sorveglianza avanzata, rappresentano oggi veri e propri contractor ed asset strategici della difesa Usa, la quale ha istituito agenzie apposite per l’individuazione e cooperazione con il settore delle emerging tech. È l’esempio della Defense innovation unit (Diu), la quale si occupa dello sviluppo e dell’identificazione di quelle tecnologie sviluppate nel mercato privato che possono integrarsi e migliorare le capacità militari sul campo e al di fuori di esso.

Un esempio per l’Europa e l’Italia

Il divario esponenziale tra la velocità dello sviluppo tecnologico ed i tempi lunghi della burocrazia è ormai lampante. Questa consapevolezza ha portato il Pentagono ad integrare le innovazioni del settore privato nell’ecosistema della sicurezza nazionale statunitense, con risultati sorprendenti. La cooperazione tra governo ed industrie, nonché la facilitazione di quest’ultima, potrebbe essere un modello anche oltreoceano. Infatti, sono oltre 4000 le piccole e medie imprese italiane attive nel settore della difesa, dell’intelligenza artificiale e delle supply chain che, anche assieme ai giganti come Leonardo e Fincantieri, potrebbero contribuire ad una innovazione dei sistemi di difesa nazionali ed una tecnologizzazione delle operazioni militari, dai teatri operativi geograficamente vicini a quelli più remoti.

Sulla scia del modello americano, l’adozione e l’adattamento di tecnologie commerciali private alle esigenze della sicurezza nazionale potrebbero creare sinergie e modelli cooperativi utili all’incremento del mercato e dell’industria della difesa, allo sviluppo tecnologico del Paese ed al raggiungimento di una quanto mai necessaria superiorità strategica nazionale.


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