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Tecnologie made-in-Germany per Mosca? Cosa sappiamo sul caso Kontron

Un’indagine rivela che Kontron, gigante tecnologico tedesco, ha continuato a esportare materiale sensibile in Russia anche dopo l’entrata in vigore delle sanzioni Ue. Sollevando l’interrogativi sull’efficacia dell’enforcement europeo

Dalla Germania arriva un nuovo apparente caso di esportazione di materiale sensibile alla Federazione Russa, in violazione delle sanzioni imposte dall’Unione europea al Paese slavo. Un’indagine della testata Politico ha rivelato che tra luglio e novembre 2023 Kontron, colosso tecnologico con sede in Germania, avrebbe sfruttato la filiale slovena del gruppo (Kontron d.o.o) per inviare undici spedizioni di tecnologia avanzata (compreso il sistema Si3000 per il monitoraggio e l’intercettazione del traffico di comunicazione) all’azienda russa Iskra Technologies, sussidiaria del gruppo Kontron con legami di collaborazione con enti statali russi come Rostelecom (non a caso entrata nella “lista nera” dell’Ue a dicembre 2024). Il valore totale di queste operazioni supererebbe i 3,5 milioni di euro. Queste spedizioni sarebbero state realizzate all’indomani dell’entrata in vigore l’undicesimo pacchetto di sanzioni Ue, avvenuta nel giugno 2023, il quale vietava espressamente la fornitura di tecnologia dual-use alla Russia.

Kontron ha affermato che le spedizioni rientravano in contratti preesistenti e autorizzati da licenze slovene antecedenti all’ultima stretta sanzionatoria; tuttavia, le normative europee prevedono che le sanzioni devono applicarsi anche ai contratti firmati prima della loro adozione, salvo deroghe eccezionali con esplicita approvazione statale.

Finora né la Commissione europea né l’autorità doganale tedesca hanno confermato l’apertura di un’indagine. Eppure, secondo numerosi esperti e politici, il caso evidenzia una falla evidente nel sistema sanzionatorio europeo e, più in generale, nella sua applicazione nazionale. “È inaccettabile che la Russia continui ad accedere a tecnologia europea per la sorveglianza e le telecomunicazioni: questo rafforza direttamente la sua macchina bellica e indebolisce la sicurezza del continente”, ha dichiarato a Politico Roderich Kiesewetter, deputato della Cdu ed ex ufficiale Nato, “Le autorità tedesche devono intervenire subito”. Sulla stessa linea si colloca anche l’esponente dei Verdi tedeschi Konstantin von Notz: “Servono controlli reali e determinazione. Se ci sono falle nel sistema sanzionatorio europeo, vanno chiuse subito”.

Kontron avrebbe già seguito uno schema simile in un’altra occasione: l’azienda ha infatti continuato a esportare il sistema Si3000 in Kazakistan, paese alleato della Russia e sempre più utilizzato come hub per triangolazioni. La multinazionale con sede ad Augusta definisce queste forniture come esclusivamente destinate ad un uso interno, ma il rischio di riesportazione indiretta verso Mosca è piuttosto evidente.

Quello di Kontron non è il primo caso simile avvenuto in Germania. Nell’agosto del 2023 un cittadino tedesco è stato arrestato con l’accusa di esportare in Russia materiali sanzionati impiegati nella produzione di droni bellici, mentre poche settimane prima un altro individuo è stato accusato di esportare illegalmente dei macchinari impiegati per la produzione dei fucili di precisione, facendoli transitare attraverso la Svizzera e la Lituania prima di arrivare in Russia.


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