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Tutti i motivi per cui è bene astenersi dalla manifestazione di Roma. Scrive Cicchitto

Di Fabrizio Cicchitto

La manifestazione su Gaza indetta da Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli e Magi presenta tutte le ambiguità e doppiezze possibili e immaginabili al punto tale da costringere perfino Renzi a differenziarsi e a fare una cosa diversa a Milano con Calenda. Perché non è stata colta questa occasione per fare una manifestazione sia su Gaza, sia sull’Ucraina? Forse che le bombe di Netanyahu sono cattive e quelle di Putin sono buone? Scrive Fabrizio Cicchitto, presidente di Riformismo e Libertà, direttore di Civiltà Socialista

La manifestazione su Gaza indetta da Schlein, Conte, Fratoianni, Bonelli e Magi presenta tutte le ambiguità e doppiezze possibili e immaginabili al punto tale da costringere perfino Renzi a differenziarsi e a fare una cosa diversa a Milano con Calenda che sul nodo internazionale finora e’ la personalità politica che si è espressa con maggiore coerenza.

La prima domanda è radicale: premesso che il sottoscritto sulla vicenda di Gaza, come vedremo ha un diverso parere nei confronti di larga parte dei potenziali manifestanti, tuttavia dando per buona la valutazione negativa “media” né filo Hamas, né antisionista in modo estremista, di grazia perché non è stata colta questa occasione per fare una manifestazione sia su Gaza, sia sull’Ucraina?

Forse che le bombe di Netanyahu sono cattive e quelle di Putin sono buone? Sono buone magari perché, per definizione i russi di ogni colore, anche quelli nazionalisti e di destra, sono comunque buoni perché provengono da quel Paese dove è stata fatta la rivoluzione di Ottobre?

L’esistenza di questi due pesi e due misure condivisa dalla quasi totalità dei partecipanti alla manifestazione di Roma e messa in evidenza da un altro fatto e cioè che malgrado l’aggressione russa in corso da tre anni e mai interrotta larga parte dei pacifisti di Roma è sempre stata contro l’invio di armi a Zelensky e all’Ucraina evidentemente perché non è per una pace equilibrata ma per la resa. Per non lasciare nulla di inespresso, veniamo alle nostre personali convinzioni sulla vicenda di Gaza.

A nostro avviso Netanyahu andrebbe condannato non per quello che ha fatto dopo il 7 ottobre e fino a qualche mese fa, ma per quello che non ha fatto precedentemente, essendosi fatto del tutto turlupinare de Hamas, che gli ha fatto credere, in nome dei soldi ricevuti dal Qatar, di essere una associazione terroristica per via mediatica, ma non nella realtà.

Invece mentre faceva girare questa mistificazione, da circa due anni Hamas preparava quella che è stata non una azione terroristica contro un esercito, ma una strage contro civili disarmati, larga parte dei quali erano israeliani pacifisti e sostenitori della tesi “due popoli, due Stati”, inoltre fino al 7 Ottobre Israele non aveva sparato un colpo verso Gaza, dopo il 7 Ottobre per scelta di Hamas si è arrivati alla guerra e la guerra come tale è terribile.

Sia chiaro: la guerra non un genocidio che ha ben altre caratteristiche, quella della distruzione totale di un popolo inerme.

Nella guerra c’è tutto: se andiamo al passato, nella guerra ci sono Dresda, Pearl Harbour, l’attacco fatto dai giapponesi senza dichiarare la guerra, i bombardamenti a tappeto su Roma e su Milano, e perfino Hiroshima ma nessuno ha accusato gli americani di genocidio. Per queste è ben altre iniziative.

Il dissenso totale per quello che mi riguarda da Netanyahu deriva dalla carestia provocata in modo organizzato, anche se era giusto evitare che i camion di aiuti fossero gestiti da Hamas. Ma la carestia provocata va sempre condannata, anche quella organizzata negli anni Trenta da Stalin e dai russi contro gli Ucraini, che non l’hanno ancora dimenticata, perché tre milioni di essi furono uccisi in questo modo.

Ma di ciò non parlano certamente post comunisti storici e putinisti di riflessi come Canfora, Montanari e nel suo piccolo Travaglio.

Per tutte queste ragioni è bene tenersi lontani dalla manifestazione di Roma. Anzi colgo questa occasione per affermare anche che è bene astenersi dai referendum di Landini.

A questo proposito poi sono da rinviare al mittente le accuse di eversione lanciate dal segretario della Cgil a chi sostiene l’astensione. Da sempre i voti si esprimono in tre modi: con il Sì, con il No e con l’astensione.
E nessuno può cambiare queste carte in tavola.


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