La visita di Xi a Mosca rilancia l’alleanza strategica tra Cina e Russia e mette in evidenza i limiti delle relazioni con l’Europa. Andrew Small (German Marshall Fund) avverte che le sovraccapacità cinesi e la cooperazione difensiva con Mosca rappresentano una minaccia economica e militare senza precedenti. Inoltre, la vulnerabilità delle infrastrutture critiche europee—dalle reti energetiche ai sistemi digitali—richiede una risposta urgente e coordinata a livello continentale
La visita del presidente cinese Xi Jinping a Mosca di questa settimana non è solo un segno di solidarietà con l’omologo russo Vladimir Putin. È anche come “un promemoria opportunamente tempestivo per i responsabili politici europei riguardo al limite invalicabile nei rapporti tra Cina ed Europa nei prossimi anni”. A spiegarlo è Andrew Small, Senior Transatlantic Fellow del German Marshall Fund of the United States. Sul piano economico, l’allarme è ben noto: “Le sovraccapacità cinesi e le pratiche predatorie su scala tale da minacciare settori industriali europei fondamentali, aggravate ulteriormente dai dazi imposti” dall’amministrazione statunitense guidata da Donald Trump. Ma, avverte Small, “sebbene molti sperassero che una soluzione della crisi ucraina potesse allentare le tensioni politiche” tra Pechino e Bruxelles, la minaccia russa va ormai oltre il solo teatro ucraino.
Sono due gli elementi chiave di questa nuova sfida. Primo, la cooperazione difensiva tra Cina e Russia: “Il sostegno militare-industriale e la profonda collaborazione nel campo della difesa si tradurranno in minacce ancora più dirette per l’Europa”, spiega Small. Nel lungo periodo, “con l’avanzamento delle capacità dell’Esercito popolare di liberazione cinese, cresceranno anche quelle dei suoi partner”. Un esempio recente: jet cinesi armati con missili aria-aria cinesi hanno abbattuto almeno un aereo francese nell’Asia meridionale.
Il secondo aspetto riguarda le infrastrutture europee: fino a oggi il dibattito si è focalizzato sui rischi di spionaggio. Ora, ammonisce Small, “l’Europa rischia di trovarsi vulnerabile rispetto alle decisioni del partner strategico più vicino della Russia, che potrebbe interrompere o bloccare parti cruciali dell’infrastruttura energetica e delle comunicazioni—turbine eoliche, inverter fotovoltaici, reti di telecomunicazioni, veicoli connessi e oltre”.
Questo quadro, già presente nelle discussioni sulla sicurezza economica verso la Cina, è diventato ora una minaccia qualitativamente diversa. Come conclude Small, “la necessità di intensificare e accelerare l’azione europea assume una valenza quasi esistenziale”.