L’ambasciatore russo Paramonov sostiene che l’Italia evita azioni controproducenti per non danneggiare i tentativi di mediazione Usa. Per lui Roma continua a finanziare aiuti militari a Kyiv ma monitora gli umori di Washington. Cita addirittura il ricordo della disfatta italiana sul fronte sovietico che secondo le sue parole scoraggerebbe qualsiasi impegno militare diretto contro Mosca
L’Italia, tradizionale alleata degli Stati Uniti, è attenta oggi a non ostacolare i tentativi di mediazione dell’amministrazione Trump nel conflitto in Ucraina, e quindi “a Roma ritengono sia necessario astenersi temporaneamente dal mettere in atto mosse avventate”. Così Alexei Paramonov, ambasciatore russo a Roma, ha raccontato l’Italia ai russi parlando al quotidiano Izvestia, uno dei più diffusi del Paese. È un’intervista a uso e consumo prevalentemente interno. Ma offre anche alcuni spunti utili per comprendere come Mosca vede oggi l’Italia, probabilmente ancora come il ventre molle che era prima del febbraio 2022 a giudicare da alcune aperture pubbliche a un ritorno del gas russo e da certe posizioni “pacifiste”.
Nel mirino del diplomatico russo c’è in primo luogo l’Ucraina, ovviamente. Secondo Paramonov, l’Italia dopo il febbraio del 2022 ha assunto una posizione di “approvazione incondizionata nei confronti di tutte le azioni, persino di quelle più efferate, compiute dalla giunta nazionalista di [Volodymyr] Zelensky e dai suoi lacchè”. E anche ora la “macchina mortale della burocrazia italiana continua a far girare i suoi ingranaggi” con l’approvazione di pacchetti di aiuti militari a Kyiv. Tuttavia, prosegue Paramonov, ora “gli italiani tengono attentamente traccia degli stati d’animo in seno alla leadership statunitense, la quale al momento attuale sta puntando a fornire servizi di mediazione nella risoluzione della crisi ucraina”.
Un altro tema affrontato nell’intervista è il no del governo italiano presieduto da Giorgia Meloni a un eventuale invio di truppe da parte della cosiddetta Coalizione dei volenterosi guidata dal presidente francese Emmanuel Macron e dal primo ministro britannico Sir Keir Starmer. Paramonov sottolinea che “gli italiani non vorrebbero farsi carico con gli altri ‘volenterosi’ delle responsabilità derivanti dalle possibili azioni di provocazione condotte sui territori interessati dall’Operazione militare speciale”, ovvero come Mosca chiama l’aggressione dell’Ucraina, “poiché ciò comporterebbe il rischio di dover sostenere un confronto diretto con la Russia”. Secondo l’ambasciatore russo, il ricordo della disfatta del corpo di spedizione italiano nell’invasione dell’Unione Sovietica durante la Seconda guerra mondiale sarebbe un “vaccino” storico che “continua ad avere efficacia e sta scoraggiando le attuali autorità italiane dal prendere parte a pericolose, azzardate imprese militari contro la Russia”.